mercoledì 20 marzo 2019

pc 20 marzo - La posizione di proletari comunisti sulla fase politica attuale come è delineata nel primo numero del giornale nuova serie

Tutti i governi nel sistema capitalista rispecchiano gli interessi della classe dominante (siano di destra, centrodestra, centrosinistra, di “sinistra”); tutti i governi sono dei padroni e peggiorano le condizioni di vita dei proletari e delle masse popolari, ma questo non significa, come pensano molti operai e lavoratori, che sono tutti uguali, le loro forme dipendono dalla fase dello scontro di classe, dal ruolo del paese nello scenario imperialista. I comunisti analizzano la fase, le forze, le loro contraddizioni, unità e differenze, per combatterle realmente.

Questo governo è formato da esponenti non delle classi principali, la grande borghesia industriale e finanziaria e la classe operaia, ma da altre classi e settori di classe. Sono rappresentanti della piccola borghesia e settori del popolo impoveriti e media borghesia, commercianti, professionisti.
La grande borghesia non era più soddisfatta dei governi di centrodestra, di centrosinistra, da Berlusconi a Renzi/Gentiloni, e ora sta a vedere cosa fa il governo Lega/M5S perchè non hanno ancora un’alternativa valida.
Questo governo è andato al potere perchè i governi precedenti per la sciagurata politica verso le masse. Ma la vittoria elettorale è avvenuta pur sempre nel quadro di un massiccio astensionismo e sulla base, comunque, di un voto di minoranza. Una volta andati al governo, Di Maio/Salvini hanno cominciato ad agire come se fossero i rappresentanti della larga maggioranza del popolo, creando un mostro a due teste che è giusto definire fascio-populista.

In questa nuova alleanza il ruolo di effettivo capo di governo lo svolge Salvini che sviluppa un’azione di forzatura costituzionale, usando innanzitutto migranti e sicurezza, che faccia avanzare un regime moderno fascista.

L’opposizione del Presidente della Repubblica, delle Istituzioni, dei difensori della democrazia borghese, non fermano la politica, i provvedimenti, l’azione esplicitamente anticostituzionale di Salvini e dell’intero governo, ma le avallano. Mattarella ha firmato tutti i provvedimenti, anche il famigerato decreto sulla sicurezza e non è vero che era obbligato a farlo.

La parte di popolo che li ha votati, lo ha fatto anche per un cambiamento delle Istituzioni, per liberarle dai corrotti, dagli inamovibili, in ultima analisi per avere un parlamento più democratico, più in rapporto e attento alle istanze delle persone e meno alla propria conservazione di privilegi e potere, ma nei fatti ora si trova di fronte ad una cassa vuota, di parlamentari, fatta di gente incapace, che dice Sì a prescindere, senza neanche discutere i provvedimenti posti dal governo che impone i suoi diktat, decreti, sulla sicurezza, decreto dignità, manovra economica.

Si è insediata, cioè, al potere una nuova casta che usa il populismo - i suoi provvedimenti vengono fatti sempre in nome del popolo – per ingannare, deviare, mantenere la sua base elettorale al servizio sempre e comunque dei padroni, grande finanza, la classe dominante e i suoi alleati.

Questo governo usa il razzismo anti immigrati per far passare misure di privazione dei diritti fondamentali e per indirizzare la responsabilità della situazione generale, di mancanza di lavoro, impoverimento, rabbia sociale, contro i migranti e non contro i padroni e il sistema del capitale che la origina.
La “sicurezza” di questo governo non è solo contro i migranti ma contro chiunque metta in discussione la sua politica, ed è pronto, se i lavoratori scendono in piazza contro il governo, a rispondere ad essi con la repressione poliziesca.
Salvini è pericoloso, unisce provvedimenti fascisti/razzisti ad esternazioni su facebook, a comportamenti da persona con “problemi mentali”, le varie divise che indossa per ogni occasione, i selfie, ecc. (in questo chi sta facendo paragoni con Hitler, il nazismo non è lontano dalla verità). Un Ministro degli Interni non può stare su facebook, è una violazione delle regole e strumenti democratici, è una violenza di Stato, un’imposizione di un rapporto con la gente che ha a che fare con le dittature.
Di Maio è un ingannapopolo, quasi di professione, fa esattamente il contrario di quello che ha promesso alle elezioni. E là dove rispetta gli impegni elettorali li stravolge trasformandoli in un misto di briciole e politica persecutoria verso le persone, che quindi devono essere controllate, sanzionate, represse. Il diritto al lavoro viene negato e il Reddito diventa una misera assistenza sotto controllo. L’opposizione di piazza a Salvini/Di Maio, le estese manifestazioni, iniziative soprattutto contro il “decreto sicurezza”, le lotte antifasciste, antirazziste con in prima fila i migranti, le battaglie del movimento delle donne che hanno anche anticipato le lotte contro i futuri pesanti attacchi clerico-fascisti, tutto questo c’è stato quest’anno, anche se ancora non all’altezza della nuova situazione, dello scontro centrale oggi contro il fascio-populismo al potere. Ciò che manca è il ruolo d’avanguardia degli operai. E senza la scesa in campo della classe operaia non ci può essere vera lotta al moderno fascismo.

Occorre costruire le nostre forze, le nostre “armate”, i nostri strumenti di lotta e di autonomia: sindacato di classe e partito politico del proletariato, comunista rivoluzionario.
I comunisti devono trasmettere la prospettiva rivoluzionaria, la sua necessità e possibilità. In questo ci aiuta e occorre utilizzare il 50° anniversario del 68 e del 69, che ha dimostrato che la rivoluzione in Italia è possibile e che ogni conquista, da quelle sindacali a quelle democratiche, civili, ogni avanzamento e trasformazione sociale sono possibili se frutto dello scontro aperto, anche armato, con lo Stato, il governo, i padroni, l’intero sistema borghese il quale dietro i veli democratici nascondeva e nasconde la dittatura della classe dominante. Quegli anni hanno già dimostrato che il proletariato e il suo centro la classe operaia può tutto, può conquistare e trasformare da un giorno all’altro, dare soluzione ai problemi del lavoro, di condizioni di vita, sociali, della scuola, della sanità, di una cultura al servizio delle masse, ecc.
Oggi più che mai i comunisti devono essere conosciuti e riconosciuti dai proletari e dalle masse per quello che dicono e per quello che fanno.

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