Nuova Delhi, 22 ago 04:48 - (Agenzia Nova)
- Il consigliere di Stato e ministro della Difesa cinese, Wei Fenghe,
ha inaugurato ieri una visita ufficiale di quattro giorni in India, la
prima dopo la crisi militare tra i due paesi sull’altopiano di Doklam.
Pechino ha salutato la visita come un passo cruciale verso il ripristino
delle relazioni militari e del dialogo tra le due potenze regionali.
Ieri Wei ha incontrato il premier indiano Narendra Modi, ed ha descritto
le turbolente relazioni tra i due paesi come “un’amicizia che risale a
tempi antichi”, e destinata a intensificarsi e consolidarsi
ulteriormente in futuro. Lo riferisce una nota del ministero della
Difesa cinese, secondo cui la visita di Wei servirà ad “approfondire gli
scambi nel campo della sicurezza, rafforzare la fiducia reciproca,
proteggere la pace al confine e dare un contributo positivo allo
sviluppo della partnership” bilaterale. Il quotidiano ufficiale del
Partito comunista cinese “Global Times” cita però Ye Hailin, esperto di
relazioni internazionali presso l’Accademia cinese di Scienze sociali di
Pechino, secondo cui “le relazioni tra Cina e India sono molto
complicate”, e la visita di Wei non basterà a normalizzarle. Piuttosto,
afferma Ye, i due paesi dovrebbero approfittare della visita del
ministro come base su cui edificare un clima di fiducia e intensificare
il dialogo.
Stando alle anticipazioni fornite nei giorni scorsi dai media indiani, al centro della visita di Wei ci saranno le discussioni riguardo la creazione di una linea di comunicazione diretta tra le due forze
armate per evitare lo scoppio accidentale di conflitti lungo il confine conteso tra i due paesi, lungo 4.057 chilometri. Quella di Wei sarà la terza visita all’estero da quando ha assunto la guida della Difesa cinese; sinora il ministro ha visitato Russia e Bielorussia. Durante la visita, Wei incontrerà anche il suo omologo indiano, Nirmala Sithraman.
La visita segue quella del tenente generale Liu Xiaowu, comandante del Comando del teatro occidentale cinese che si è recato in India lo scorso luglio. Nato nel 1954, Wei è stato nominato ministro della Difesa cinese lo scorso marzo, ed ha servito la sua intera carriera nei ranghi della Seconda divisione d’Artiglieria dell’Esercito popolare di liberazione, la forza balistica strategica cinese. Il generale è stato capo di stato maggiore della forza strategica tra il 2006 e il 2010 prima di assumerne il comando diretto, e secondo la stampa indiana è consapevole dei rischi di tensioni come quelle causate dallo stallo di confine tra le Forze armate dei due paesi dello scorso anno, che si è protratto per 73 giorni nel Doklam.
La visita del ministro cinese Wei all’India giunge in contemporanea con quella del ministro della Difesa giapponese, Itsunori Onodera, che ha intrapreso lunedì un viaggio ufficiale in India e Sri Lanka, con l’obiettivo di dare un ulteriore impulso alla visione di una “Regione indo-pacifica libera e aperta” e contenere l’espansione dell’influenza cinese nella regione. Durante la prima tappa del suo viaggio, in India, Onodera ha tenuto colloqui con l’omologo Nirmala Sithraman e incontrato il premier Narendra Modi. I due paesi hanno effettuato diverse esercitazioni navali congiunte negli ultimi anni, e in occasione dei prossimi colloqui i ministri della Difesa dovrebbero concordare l’estensione dei programmi di esercitazione congiunta anche alle forze terrestri e aeree. I colloqui, riferisce la stampa giapponese, dovrebbero riguardare anche lo sviluppo congiunto di un veicolo terrestre senza equipaggio.
Nello Sri Lanka, Onodera incontrerà il presidente Maithripala Sirisena, con cui discuterà i piani del Giappone per l’assistenza alla Marina di quel paese. La visita di Onodera è la prima in assoluto di un ministro della Difesa giapponese allo Sri Lanka. Il ministro intende visitare il porto di Hambantota, che Colombo ha concesso in leasing alla Cina per 99 anni. Proprio lo Sri Lanka è al centro dell’espansione dell’influenza e della presenza cinese nell’Oceano Indiano nell’ambito dell’iniziativa della nuova Via della seta, una tendenza che Tokyo punta a limitare tramite un aumento della cooperazione alla sicurezza nella regione.
L’iniziativa giapponese fa il paio con misure analoghe da parte di Pechino: la Cina ha annunciato alla fine di luglio l’intenzione di donare navi da guerra a Filippine e Sri Lanka, in un nuovo tentativo di rafforzare la propria influenza militare nella regione indo-pacifica. La donazione di una fregata alla Marina dello Sri Lanka è stata annunciata dal colonnello Xu Jianwei, attaché per gli affari militari dell’ambasciata cinese a Colombo. L’Esercito popolare di liberazione cinese fornirà anche addestramento alle Forze armate singalesi, oltre a realizzare un auditorium presso l’Accademia militare dello Sri Lanka, ha dichiarato Xu durante un evento a Colombo alla fine di luglio. Il portavoce della Marina filippina, comandante Jonathan Zata, ha invece confermatoche il paese riceverà quattro pattugliatori da Pechino. Le Forze armate filippine riceveranno anche dalla Cina 200 granate autopropulse (rpg) e munizioni di vario calibro, stando al quotidiano “Philippine Daily Inquirer”.
Nonostante la disputa irrisolta per la sovranità sul Mar Cinese Meridionale, nei mesi scorsi Pechino ha offerto aiuti militari a Manila per un valore complessivo pari a 14 milioni di dollari, perlopiù sotto forma di armi di piccolo calibro e piccole imbarcazioni per il pattugliamento; ufficialmente le donazioni sono destinate alle operazioni di contrasto al terrorismo di Polizia ed Esercito filippini. L’espansione della Cina nella regione indo-pacifica ha suscitato la preoccupazione dell’India e degli Stati Uniti, specie da quando Pechino ha ricevuto il porto di Hambantota in leasing dallo Sri Lanka per un periodo di 99 anni. Wang Dehua, esperto dell’Asia Meridionale presso lo Shanghai Municipal Centre for International Studies, ha ricordato in un’intervista al “South China Morning Post” che le relazioni militari tra Cina e Sri Lanka si sono intensificate dai primi anni Duemila, quando Pechino ha fornito assistenza nella campagna militare contro le Tigri Tamil. (Inn)
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