Manifestazione a De Ferrari
Circa 300 persone in piazza De Ferrari nel tardo pomeriggio per la manifestazione chiamata Ponte16100, dal numero di codice avviamento postale di Genova, nata sui social con l'obiettivo di creare un momento collettivo di elaborazione della tragedia del viadotto Morandi. In piazza giovani, anziani, famiglie, senza bandiere di partito. Un rotolo di carta di decine di metri è stato riempito con pensieri per Genova. Pensieri di rabbia come "Funerali di Stato per un omicidio di Stato", " oppure di speranza: "Genova si rialzerà più bella di prima". Gli organizzatori promuoveranno un concerto a settembre per raccogliere fondi.
Genova, la rabbia degli sfollati: "Nessuno ci ascolta, le notizie arrivano dai telegiornali"
"Finora abbiamo pensato all'emergenza, ma adesso è il momento di pensare al
futuro". Oltre cento sfollati a causa del crollo del ponte Morandi si sono
riuniti in assemblea in un circolo nei pressi di via Porro. Il sentimento
dominante è la rabbia: "Le notizie sulle case le sentiamo solo dalla televisione
- dice una di loro -. Qui nessuno ci chiama e hanno tutti il nostro numero". "Il
sindaco Bucci e il governatore Toti - racconta un altro - sono venuti qui dieci
minuti i primi giorni e poi sono scappati via". Nella sala, resa caldissima
dalla calca delle persone, si sono alternati tanti interventi, molti dei quali
critici nei confronti dell'atteggiamento delle istituzioni (a salvarsi solo il
Municipio di Polcevera). L'incontro è servito per definire alcune istanze da
portare avanti nei prossimi giorni e a raccogliere idee su come comunicare fra
di loro.
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