Inizia oggi la sperimentazione a Brindisi, Caserta,
Catania, Milano, Padova e Reggio Emilia.
Da oggi le Forze dell’Ordine inizieranno la
sperimentazione del taser in Italia.
Si tratta di una pistola capace di rilasciare una
potente scossa elettrica in grado di immobilizzare per alcuni secondi le
persone che ricevono la scossa. Già più di dieci anni fa l’ONU l’ha ritenuta
uno strumento di tortura e un’indagine di Amnesty International di qualche anno
fa condotta negli Stati Uniti parla di centinaia di morti dal 2001 causati
dalla complicazioni causate dalla pistola elettrica sopratutto tra le persone
che soffrono di problemi cardiaci (secondo alcune ricerche la
stimolazione elettrica del taser intralcerebbe le stimolazioni cardiache). Un alto segnale piuttosto inquietante raccontato dal Post è quello della decisione dell’azienda produttrice del taser di cambiare nome per la fama sinistra associata sulla sua immagine a causa del prodotto fabbricato.
stimolazione elettrica del taser intralcerebbe le stimolazioni cardiache). Un alto segnale piuttosto inquietante raccontato dal Post è quello della decisione dell’azienda produttrice del taser di cambiare nome per la fama sinistra associata sulla sua immagine a causa del prodotto fabbricato.
In Italia, nonostante l’ondata d’isteria securitaria,
il numero dei reati è in costante calo e l’uso delle armi da fuoco piuttosto
limitato (sicuramente in calo rispetto agli anni ’70 e ’80…). Nonostante questa
la percezione del pubblico è opposta, le richieste di porto d’armi in continuo
aumento ed anche la spinta ad armare in modo sempre più massiccio Forze
dell’Ordine sempre più forte. Dopo l’introduzione del famigerato manganello
tonfa al G8 di Genova (senza dimenticare i lacrimogeni cs!) dopo la
reintroduzione degli idranti e dei nuovi mezzi corazzati nei servizi di ordine
pubblico, dopo la fornitura dello spray urticante agli agenti e la pattuglie di
militari in giro per la città con pesanti armi automatiche ecco dunque il
taser… Il rischio concreto è di finire come gli Stati Uniti dove le forze di
Polizia reprimono le lotte sociali con gli stessi atteggiamenti e armamenti che
avrebbero utilizzato sui fronti di guerra dell’Iraq e dell’Afghanistan… Chiudiamo
citando una frase tratta dalla discussione dell’articolo del Post di cui
parlavamo prima e che ci sembra sintetizzare alla perfezione la situazione in
corso: “Piano piano le democrazie scivolano verso l’autoritarismo
incrementando le forme di controllo (che sedano il desiderio di sicurezza della
gente dopo averne attizzato le paure) e di violenza istituzionalizzata”.
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