di La bottega del Barbieri
“La Spagna – spiega Amnesty – è l’emblema della tendenza che vediamo in diversi Stati europei di limitare l’espressione col pretesto della sicurezza e togliere diritti con la scusa di difenderli”. A seguire una canzone contro Carrero Blanco –
Un rapporto diffuso oggi da Amnesty International ha denunciato l’aumento esponenziale del numero delle persone che contravvengono alla severa normativa in vigore in Spagna,
che vieta l’apologia del terrorismo e la denigrazione delle vittime del terrorismo nel contesto di un continuo attacco alla libertà d’espressione.
“Mandare in carcere chi fa musica rap per i testi delle canzoni e mettere fuorilegge la satira politica dimostra quanto in Spagna sia diventato ristretto il perimetro di ciò che è considerato accettabile sui social media”, ha dichiarato Esteban Beltrán, direttore di Amnesty International Spagna.
“Non si dovrebbe finire sotto processo semplicemente per aver detto, twittato o cantato qualcosa che potrebbe essere sgradevole o scioccante. La legge spagnola, di estesa applicazione e formulata in modo vago, sta portando al silenzio la libertà di parola e stroncando l’espressione artistica”, ha proseguito Beltrán.
In base all’articolo 578 del codice penale spagnolo, chi abbia fatto apologia del terrorismo o denigrato le vittime del terrorismo o i loro parenti – in questa vaga formulazione – rischia una multa, il licenziamento dal settore pubblico e persino il carcere. Il numero delle persone incriminate sulla base di questo articolo è cresciuto da tre nel 2011 a 39 nel 2017. Negli ultimi due anni le condanne sono state quasi 70.
l.
Nel 2017 Cassandra Vera, una studentessa di 22 anni, è stata condannata a un anno con sospensione della pena per denigrazione delle vittime del terrorismo anche attraverso un tweet ironico sempre sull’assassinio di Carrero Blanco, risalente a 44 anni fa: “L’Eta non solo aveva una politica sulle auto di Stato, ne aveva una anche sul programma spaziale”. L’attentato dell’Eta scagliò 20 metri in aria l’automobile su cui era a bordo il primo ministro. A seguito della condanna ha perso la borsa di studio universitaria e le è stato vietato di essere assunta nel settore pubblico per sette anni.
Nel dicembre 2017 12 rapper del collettivo “La insurgencia” sono stati multati, condannati a due anni e raggiunti dal divieto di lavorare nel settore pubblico a causa di testi considerati apologetici verso i Grapo (Gruppi di resistenza antifascista 1° ottobre). Hanno presentato appello contro la condanna. Si tratta solo di alcuni di molti artisti incriminati sulla base dell’articolo 578.
Persino i giornalisti che vogliono documentare il giro di vite causato dall’articolo 578 finiscono per esserne vittime. Un documentarista è stato incriminato per aver intervistato persone che erano state processate per apologia del terrorismo.
Sebbene dopo gli attentati di Parigi del 2015 e le minacce del terrorismo internazionale l’articolo 578 sia stato ulteriormente ampliato, la grande maggioranza dei procedimenti avviati si riferisce a gruppi armati locali smantellati o inattivi, come l’Eta e il Grapo.
che vieta l’apologia del terrorismo e la denigrazione delle vittime del terrorismo nel contesto di un continuo attacco alla libertà d’espressione.
“Mandare in carcere chi fa musica rap per i testi delle canzoni e mettere fuorilegge la satira politica dimostra quanto in Spagna sia diventato ristretto il perimetro di ciò che è considerato accettabile sui social media”, ha dichiarato Esteban Beltrán, direttore di Amnesty International Spagna.
“Non si dovrebbe finire sotto processo semplicemente per aver detto, twittato o cantato qualcosa che potrebbe essere sgradevole o scioccante. La legge spagnola, di estesa applicazione e formulata in modo vago, sta portando al silenzio la libertà di parola e stroncando l’espressione artistica”, ha proseguito Beltrán.
In base all’articolo 578 del codice penale spagnolo, chi abbia fatto apologia del terrorismo o denigrato le vittime del terrorismo o i loro parenti – in questa vaga formulazione – rischia una multa, il licenziamento dal settore pubblico e persino il carcere. Il numero delle persone incriminate sulla base di questo articolo è cresciuto da tre nel 2011 a 39 nel 2017. Negli ultimi due anni le condanne sono state quasi 70.
l.
Nel 2017 Cassandra Vera, una studentessa di 22 anni, è stata condannata a un anno con sospensione della pena per denigrazione delle vittime del terrorismo anche attraverso un tweet ironico sempre sull’assassinio di Carrero Blanco, risalente a 44 anni fa: “L’Eta non solo aveva una politica sulle auto di Stato, ne aveva una anche sul programma spaziale”. L’attentato dell’Eta scagliò 20 metri in aria l’automobile su cui era a bordo il primo ministro. A seguito della condanna ha perso la borsa di studio universitaria e le è stato vietato di essere assunta nel settore pubblico per sette anni.
Nel dicembre 2017 12 rapper del collettivo “La insurgencia” sono stati multati, condannati a due anni e raggiunti dal divieto di lavorare nel settore pubblico a causa di testi considerati apologetici verso i Grapo (Gruppi di resistenza antifascista 1° ottobre). Hanno presentato appello contro la condanna. Si tratta solo di alcuni di molti artisti incriminati sulla base dell’articolo 578.
Persino i giornalisti che vogliono documentare il giro di vite causato dall’articolo 578 finiscono per esserne vittime. Un documentarista è stato incriminato per aver intervistato persone che erano state processate per apologia del terrorismo.
Sebbene dopo gli attentati di Parigi del 2015 e le minacce del terrorismo internazionale l’articolo 578 sia stato ulteriormente ampliato, la grande maggioranza dei procedimenti avviati si riferisce a gruppi armati locali smantellati o inattivi, come l’Eta e il Grapo.
Nessun commento:
Posta un commento