Ibo
Omari
Torino: la denuncia di Omari, il
writer che gira l'Europa per eliminare i simboli nazisti e fascisti
Svastiche, croci celtiche, fasci
littori tappezzano sempre più spesso i muri delle città di tutta Italia, ma
quasi nessuno sembra porsi il problema di cancellarle. “Nonostante ci lavori da
più di due anni e sia stato contattato da tutta Europa, questa è la prima volta
che vengo chiamato in Italia per spiegare il mio progetto”. Ibo Omari, è un
writer berlinese diventato famoso nel mondo per aver coperto le svastiche della
sua città con conigli, zanzare e altri animali. Quell'iniziativa è diventata un
movimento artistico #PaintBack, promosso dall'associazione culturale di writers
“Die Kulturellen Erben” (Patrimonio Culturale) che ha fondato e che gravita
attorno al negozio di colori per artisti di strada di Omari. Oggi sarà a Palazzo
Nuovo per raccontare la sua storia e quella del suo movimento in un
incontro organizzato dall'associazione culturale Altera in occasione della giornata internazionale contro tutti i razzismi: “Tutto è nato per caso, non era un progetto. Nel parco per bambini del mio quartiere qualcuno aveva fatto una svastica gigante e con un altro writer abbiamo pensato di cancellarla – racconta – Peccato che nemmeno due settimane dopo le guardie di un'altra struttura sono venute da me e han detto che ne era comparsa un'altra. Così ho capito che era necessario fare qualcosa”.
Perché il suo progetto è stato ignorato in Italia?
“Non posso dirlo con certezza, ma penso che anche qui da voi ci sia questo scivolamento a destra che c'è già stato da qualche anno in Germania. Il razzismo è sempre più accettato e condiviso dalla popolazione, ci sono fette intere di tedeschi, e temo anche di italiani, che non erano razzisti, ma lo sono diventati. Forse per questo i simboli di nazismo e fascismo non disturbano più come un tempo”.
E allora perché cancellarli?
“Tollerare che ci siano, non fare niente per coprirle vuol dire legittimare chi le fa a continuare a farle, ma soprattutto dare agibilità e legittimità al pensiero che sta dietro questi simboli. Le persone si sentono incoraggiate a essere razziste e non possiamo fare finta di nulla dobbiamo agire”.
Cosa dirà agli studenti torinesi che incontrerà?
“Dirò quello che dico a tutti i giovani che devono essere partecipi dei problemi che li circondano e che il razzismo e l'avanzata delle destre è anche un loro problema perché ne va del futuro del Paese. Nel momento in cui tu ignori quello che stanno facendo i razzisti gli dai potere, diventi anche tu responsabile di quello che sta succedendo. Così come ti preoccupi se qualcuno viene picchiato davanti a te, non puoi ignorare la violenza di certi simboli sui muri. Le svastiche non hanno nulla a che fare con la street art e coi graffiti”.
Scrivere sui muri è illegale. Coprire una svastica anche?
“Noi chiediamo sempre permesso ai proprietari dei muri dove sono state fatte quando facciamo uno dei nostri interventi. La legge tedesca dice che rovinare ciò che è già rovinato è possibile, ma noi comunque cerchiamo sempre il consenso dei proprietari. Solo due volte ci hanno detto di no, ma noi abbiamo chiesto loro il nome e cognome di chi si rifiutava di far cancellare una svastica e ci han dato subito il consenso. Nessuno vuole vedere legato il proprio nome a quel simbolo di odio e violenza”.
incontro organizzato dall'associazione culturale Altera in occasione della giornata internazionale contro tutti i razzismi: “Tutto è nato per caso, non era un progetto. Nel parco per bambini del mio quartiere qualcuno aveva fatto una svastica gigante e con un altro writer abbiamo pensato di cancellarla – racconta – Peccato che nemmeno due settimane dopo le guardie di un'altra struttura sono venute da me e han detto che ne era comparsa un'altra. Così ho capito che era necessario fare qualcosa”.
Perché il suo progetto è stato ignorato in Italia?
“Non posso dirlo con certezza, ma penso che anche qui da voi ci sia questo scivolamento a destra che c'è già stato da qualche anno in Germania. Il razzismo è sempre più accettato e condiviso dalla popolazione, ci sono fette intere di tedeschi, e temo anche di italiani, che non erano razzisti, ma lo sono diventati. Forse per questo i simboli di nazismo e fascismo non disturbano più come un tempo”.
E allora perché cancellarli?
“Tollerare che ci siano, non fare niente per coprirle vuol dire legittimare chi le fa a continuare a farle, ma soprattutto dare agibilità e legittimità al pensiero che sta dietro questi simboli. Le persone si sentono incoraggiate a essere razziste e non possiamo fare finta di nulla dobbiamo agire”.
Cosa dirà agli studenti torinesi che incontrerà?
“Dirò quello che dico a tutti i giovani che devono essere partecipi dei problemi che li circondano e che il razzismo e l'avanzata delle destre è anche un loro problema perché ne va del futuro del Paese. Nel momento in cui tu ignori quello che stanno facendo i razzisti gli dai potere, diventi anche tu responsabile di quello che sta succedendo. Così come ti preoccupi se qualcuno viene picchiato davanti a te, non puoi ignorare la violenza di certi simboli sui muri. Le svastiche non hanno nulla a che fare con la street art e coi graffiti”.
Scrivere sui muri è illegale. Coprire una svastica anche?
“Noi chiediamo sempre permesso ai proprietari dei muri dove sono state fatte quando facciamo uno dei nostri interventi. La legge tedesca dice che rovinare ciò che è già rovinato è possibile, ma noi comunque cerchiamo sempre il consenso dei proprietari. Solo due volte ci hanno detto di no, ma noi abbiamo chiesto loro il nome e cognome di chi si rifiutava di far cancellare una svastica e ci han dato subito il consenso. Nessuno vuole vedere legato il proprio nome a quel simbolo di odio e violenza”.
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