lunedì 19 marzo 2018

pc 19 marzo - Torino, il regime moderno fascista in funzione subito dopo le elezioni - Arresti e misure restrittive per gli Antifa - massima solidarietà e mobilitazione

Stamattina perquisizioni e misure cautelari per chi aveva preso parte al corteo antifascista del 22 febbraio scorso. Le persone coinvolte sono sette, tra loro uno studente delle scuole superiori, due studentesse universitarie, un carpentiere e un barista. Alcuni sono militanti del centro sociale Askatasuna impegnati nei comitati anti-sfratto. Per due è stato predisposto l’arresto in carcere, uno ai domiciliari mentre i restanti sono sottomessi a obbligo di firma. Una delle persone sottoposte a misura cautelare è tutt’ora irrintracciabile.
Sfidando freddo e intemperie centinaia di persone si erano riunite per un corteo improvvisato che
aveva l’intenzione di contestare il comizio del partitino neo-fascista Casa pound. I neo-fascisti si erano barricati in un hotel a quattro stelle a propagandare la loro guerra tra poveri non potevamo restare in silenzio a pochi giorni dall’attentato neo-fascista di Macerata. Accoltellamento, attentati, finanziamenti occulti, amicizie che contato. Che le istituzioni italiane non vogliano fare nulla contro i neo-fascisti è sotto gli occhi di tutti. Centinaia di agenti in tenuta anti-sommossa si erano allora schierati per difendere il comizio elettorale di Di Stefano e soci. Nessun rimorso, nessuna ipocrisia da parte nostra. Quel comizio era un’indecenza. Abbiamo fatto la sola cosa che era giusta da fare: tentare di raggiungerlo per contestarlo.Il nuovo questore di Torino aveva fatto una figura non proprio brillante e anche i fascisti di Casa pound, a quanto riferisce la stampa, avevano piagnucolato con la polizia sul fatto che gli antifascisti erano arrivati troppo vicini alla sala del convegno. Persino l'ex-premier Matteo Renzi aveva chiesto pene esemplari per i manifestanti. Lamentele che hanno trovato orecchie attente in procura con il PM Rinaudo che fatto scattare in fretta e furia l’operazione contro i giovani che erano scesi in piazza.

da la stampa

Arresti e perquisizioni per gli scontri con la polizia al corteo antifascista del 22 febbraio


Gli arrestati sono Jacopo Araldi, 18 anni, trasferito in carcere, Matheus Augusto Romualdo, brasiliano di 23 anni (domiciliari), e G.V., No Tav di 22 anni, pluripregiudicata anche per reati commessi durante altre manifestazioni di piazza. Sono loro, secondo gli investigatori, i responsabili - in concorso con altri soggetti ancora in corso di individuazione - di resistenza a pubblico ufficiale aggravata (ed uno di loro anche per esplosione di artifici pirotecnici per incutere pubblico timore e suscitare pubblico disordine) in occasione dei gravi episodi di violenza verificatisi a Torino lo scorso 22 febbraio. Proprio nella casa di Araldi la polizia ha trovato e sequestrato 70 petardi, mentre nell’abitazione della studentessa con obbligo di firma c’erano quasi 800 adesivi con la scritta «qui abita un@ antifascista»: riconducibili al movimento antagonista di Pavia.
La sera del 22 febbraio, un nutrito gruppo di antagonisti, nel tentativo di aggirare le forze dell’ordine, schierate a presidio dell’hotel, aveva attaccato i poliziotti del reparto mobile con un fitto lancio di bottiglie e bombe carta. Un ordigno, con all’interno delle schegge, aveva colpito un agente alla gamba. Altri poliziotti erano rimasti feriti negli scontri. Per disperdere i manifestanti, la polizia era stata costretta a impiegare un camion con gli idranti. In seguito c’era astata anche una carica in corso Inghilterra, città.
L’INSEGNANTE
Nel corso della serata si era distinta anche Lavinia Flavia Cassaro, l’insegnante della scuola elementare di Falchera che aveva insultato e minacciato di morte gli stessi poliziotti. Una perquisizione è stata eseguita anche a casa sua. A suo carico è stato avviato un provvedimento disciplinare per le sue frasi aggressive e la procura di Torino l’ha indagata. Sempre gli attivisti contestano il «processo mediatico» che sarebbe seguito a pochi giorni dallo stesso corteo contro Casa Pound: «Persino il premier Matteo Renzi aveva chiesto pene esemplari per i manifestanti. Lamentele che hanno trovato orecchie attente in procura con il PM Rinaudo che fatto scattare in fretta e furia l’operazione contro i giovani che erano scesi in piazza. La legge, insomma, non è poi tanto uguale per tutti, soprattutto se il processo lo fa in diretta televisiva il segretario del Partito democratico»

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