L'AQUILA. Dodici indagati, tra cui gli ex vertici del Provveditorato
interregionale alle Opere pubbliche Abruzzo-Lazio-Sardegna-Campania, Giovanni Guglielmi e Giancarlo Santariga, e il sequestro di immobili tra
L'Aquila e Tortoreto (Teramo) eseguito dalla Guardia di Finanza
dell'Aquila, per un equivalente di 2 milioni e mezzo di euro ai danni di
due imprese aquilane. È il risultato di un'inchiesta della Procura
della Repubblica dell'Aquila sull'appalto per la ricostruzione post
terremoto della caserma degli alpini Campomizzi, ora anche residenza per
studenti universitari e sede dell'Azienda per il diritto agli studi
universitari dell'Aquila.
Nei guai sono finiti Giovanni Guglielmi, 61 anni di Lecce, allora
provveditore interregionale Opere pubbliche; Giancarlo Santariga, 58
anni di Tagliacozzo (L’Aquila), allora provveditore aggiunto alle Opere pubbliche per l'Abruzzo; Giuliano Genitti, 61 anni dell’Aquila, funzionario del Provveditorato e rup dell’intervento, Claudio Quartaroli, 61 anni di Lucoli (L’Aquila) funzionario del Provveditorato e direttore dei lavori; Filippo Di Giacomo, 69 anni di Barete (L’Aquila), funzionario del Provveditorato e direttore dei lavori; Luigi Zaccagno, 52 anni L'Aquila, funzionario del Provveditorato e direttore operativo dei lavori; Carlo Clementi, 59 anni di Roma, dirigente del Provveditorato; Giovanni Benevieri, 67 anni dell'Aquila, professionista esterno e collaudatore statico delle opere; Aldo Del Beato, 73 anni dell'Aquila, imprenditore edile; Giulio Vittorini, 49 anni dell'Aquila, imprenditore edile; Enzo Romano Marinelli, 64 anni dell'Aquila, imprenditore edile, ed Ettore Barattelli, 48 anni anche lui imprenditore edile dell’Aquila.
anni di Tagliacozzo (L’Aquila), allora provveditore aggiunto alle Opere pubbliche per l'Abruzzo; Giuliano Genitti, 61 anni dell’Aquila, funzionario del Provveditorato e rup dell’intervento, Claudio Quartaroli, 61 anni di Lucoli (L’Aquila) funzionario del Provveditorato e direttore dei lavori; Filippo Di Giacomo, 69 anni di Barete (L’Aquila), funzionario del Provveditorato e direttore dei lavori; Luigi Zaccagno, 52 anni L'Aquila, funzionario del Provveditorato e direttore operativo dei lavori; Carlo Clementi, 59 anni di Roma, dirigente del Provveditorato; Giovanni Benevieri, 67 anni dell'Aquila, professionista esterno e collaudatore statico delle opere; Aldo Del Beato, 73 anni dell'Aquila, imprenditore edile; Giulio Vittorini, 49 anni dell'Aquila, imprenditore edile; Enzo Romano Marinelli, 64 anni dell'Aquila, imprenditore edile, ed Ettore Barattelli, 48 anni anche lui imprenditore edile dell’Aquila.
Le ipotesi di reato sono turbativa d'asta, truffa aggravata per il
conseguimento di erogazioni pubbliche, abuso d’ufficio, reiterate
falsità ideologiche commesse da pubblici ufficiali e da privati ed
emissione/utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per 600 mila
euro. Secondo l’accusa dirigenti e tecnici del Provveditorato Opere
Pubbliche sedi interregionali di Roma e coordinata dell'Aquila,
avrebbero adottato procedure e soluzioni tutte finalizzate a far
eseguire l’intera realizzazione delle opere previste alla Caserma
Campomizzi, ad opera delle imprese aquilane del Consorzio Federico II.
Un appalto importante, quello per la Campomizzi, da ben 12 milioni di
euro suddivisi in due tranche di finanziamento da 6 milioni l'una,
aggiudicato attraverso una gara a inviti con tre imprese. I lavori di
ricostruzione erano relativi al recupero della caserma che dopo sisma è
stata adibita in parte a struttura con cui fronteggiare l'emergenza
abitativa degli sfollati.
All'epoca dei fatti, il Consorzio Federico II era costituito dalle
imprese edili delle famiglie aquilane Baratteli, Marinelli-Equizi,
Vittorini oltre che dalla Btp spa che ha avuto come presidente Riccardo Fusi,
poi dimesso, perché coinvolto dalla Procura di Firenze nell'indagine
sugli appalti del G8. In quel caso una "cricca", come fu chiamata,
cercava di accapparrarsi commesse pubbliche sfruttando le conoscenze e i
rapporto con la Protezione Civile nazionale ed i Provveditorati alle
opere pubbliche.
In pratica, il Consorzio Federico II fu il primo su cui si rivolsero le attenzioni della Procura aquilana, che
oltre alla Campomizzi si concentrarono in un primo momento anche sui
lavori del modulo provvisorio in cui era insediata la scuola Carducci.
Poi nel 2011 la magistratura aquilana ha delegato per le indagini il
Nucleo della Polizia tributaria della Guardia di Finanza con particolare
riferimento proprio ai lavori di ristrutturazione della caserma
Campomizzi.
L’ingiusto vantaggio patrimoniale conseguito dalle due importanti
imprese aquilane è stato quantificato dai periti tecnici, incaricati
dalla Procura della Repubblica, in 2,5 milioni di euro e configura
l’ipotesi di truffa aggravata consumata ai danni del Provveditorato
Opere Pubbliche e della Protezione Civile. Per tale importo, in
relazione all’ipotesi truffaldina, il Gip del tribunale dell'aquila,
Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta della Procura della Repubblica
dell'Aquila, ha emesso il provvedimento di sequestro. Le operazioni di
sequestro riguardano tre appartamenti, un villino e un box a Tortoreto
(Teramo), mentre all’Aquila si riferiscono ad un capannone ad uso
commerciale, sede dell’impresa indagata, tre appartamenti a Pettino, un
altro a Sant'Antonio e un box nei pressi di Viale Corrado IV.
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