Germania, simpatizzanti di Pegida uccidono il rifugiato Khaled Idris Bahray
Germania, nuove provocazioni di Pegida. Scontri con gli antifa a Düsseldorf
Khaled
Idris Bahray aveva 20 anni ed era arrivato in Germania dall'Eritrea
come rifiugiato politico. Abitava a Dresda, in un prefabbricato del
quartiere Leubnitz-Neuostra, e divideva una camera insieme ad altre
sette persone, anche loro rifugiate.
La sera di lunedì, intorno alle 20, mentre 25.000 persone marciavano per il centro cittadino scandendo gli slogan razzisti e xenofobi di Pegida (“Patrioti europei contro l’islamizzazione del Paese”), Khaled è uscito di casa per comprare le sigarette e non è più tornato. Il mattino seguente, alcuni residenti del palazzo hanno trovato il suo corpo accasciato nel cortile interno dell'abitazione, ricoperto di sangue e con diversi tagli.
La polizia ha subito negato che si trattasse di un omicidio, tentando così di insabbiare il caso, ma l'autopsia ha poi rivelato che era stato ucciso.
La sporca propaganda anti-immigrati di Pegida è così riuscita a fare la sua prima vittima.
Gli amici e i coinquilini di Khaled denunciano infatti una situazione gravissima di insulti, intimidazioni e minacce continue nei loro confronti, specialmente nei lunedì durante i quali i razzisti di Pegida tentano le loro parate in città. Già durante i precedenti raduni era stata presa a calci la porta della struttura che ospita i rifugiati, mentre alcune persone urlavano slogan razzisti in strada; difficilmente, dicono i residenti, passa una settimana senza che il clima xenofobo si faccia sentire.
Immediata la risposta degli antifascisti tedeschi, che già da diverse settimane organizzano partecipatissime manifestazioni contro il dilagare del movimento islamofobo.
Sono numerosi infatti i presidi lanciati in questi giorni per esprimere solidarietà a tutti i migranti, ma soprattutto per comunicare la tristezza e la rabbia che ha provocato questo ennesimo omicidio razzista; il giorno dopo l'omicidio, almeno 200 persone hanno preso parte ad un corteo commemorativo per Khaled. Per questa domenica è stato inoltre indetto un corteo antifa a Berlino, mentre le realtà antirazziste di Dresda si stanno organizzando per creare una contro-manifestazione che lunedì prossimo si opponga all'ennesima, vergognosa, sfilata di Pegida.
La sera di lunedì, intorno alle 20, mentre 25.000 persone marciavano per il centro cittadino scandendo gli slogan razzisti e xenofobi di Pegida (“Patrioti europei contro l’islamizzazione del Paese”), Khaled è uscito di casa per comprare le sigarette e non è più tornato. Il mattino seguente, alcuni residenti del palazzo hanno trovato il suo corpo accasciato nel cortile interno dell'abitazione, ricoperto di sangue e con diversi tagli.
La polizia ha subito negato che si trattasse di un omicidio, tentando così di insabbiare il caso, ma l'autopsia ha poi rivelato che era stato ucciso.
La sporca propaganda anti-immigrati di Pegida è così riuscita a fare la sua prima vittima.
Gli amici e i coinquilini di Khaled denunciano infatti una situazione gravissima di insulti, intimidazioni e minacce continue nei loro confronti, specialmente nei lunedì durante i quali i razzisti di Pegida tentano le loro parate in città. Già durante i precedenti raduni era stata presa a calci la porta della struttura che ospita i rifugiati, mentre alcune persone urlavano slogan razzisti in strada; difficilmente, dicono i residenti, passa una settimana senza che il clima xenofobo si faccia sentire.
Immediata la risposta degli antifascisti tedeschi, che già da diverse settimane organizzano partecipatissime manifestazioni contro il dilagare del movimento islamofobo.
Sono numerosi infatti i presidi lanciati in questi giorni per esprimere solidarietà a tutti i migranti, ma soprattutto per comunicare la tristezza e la rabbia che ha provocato questo ennesimo omicidio razzista; il giorno dopo l'omicidio, almeno 200 persone hanno preso parte ad un corteo commemorativo per Khaled. Per questa domenica è stato inoltre indetto un corteo antifa a Berlino, mentre le realtà antirazziste di Dresda si stanno organizzando per creare una contro-manifestazione che lunedì prossimo si opponga all'ennesima, vergognosa, sfilata di Pegida.
Non
si è fatta attendere la risposta del movimento islamofobo Pegida
all’imponente manifestazione che lo scorso sabato ha visto oltre 35000 persone
scendere in piazza a Dresda per opporsi allo spauracchio xenofobo di
coloro che si professano "contro l'islamizzazione dell'Occidente". Nella
serata di ieri, infatti, nuove iniziative di Pegida si sono svolte in
diverse città tedesche, con diverse migliaia di razzisti e neonazisti
riversatisi proprio a Dresda, una delle roccaforti del movimento.
Nella città di Düsseldorf, invece, circa 200 neonazisti hanno tentato di cavalcare la protesta ma si sono trovati di fronte alla pronta risposta degli antifascisti locali che hanno organizzato un contro-presidio partecipato da almeno 5500 persone. I razzisti di Dügida (la versione locale di Pegida) avevano infatti tentato di accodarsi all’indignazione provocata dall’attentato contro il giornale Charlie Hebdo a Parigi indicendo la manifestazione con lo slogan “Pegida=Charlie” e tentando così di alzare la tensione nei confronti degli immigrati.
Nel momento in cui la marcia xenofoba ha cercato di muoversi, il presidio antifa l’ha più volte bloccata nonostante la massiccia presenza di forze dell’ordine in antisommossa, alle quali i manifestanti hanno lanciato bottiglie e fumogeni tentando di forzarne il cordone. Quando poi i neonazisti sono giunti alla stazione centrale e hanno tentato di filmare il corteo antirazzista sono scoppiati pesanti scontri con i reparti antisommossa, che hanno più volte caricato gli antifa chiudendoli all’interno dell’edificio per favorire la fuga dei membri di Dügida. A fine corteo sono stati numerosi i feriti, anche tra la polizia.
Gli antirazzisti hanno così concluso la giornata di lotta con la consapevolezza di avere ottenuto un importante risultato contro le becere provocazioni di Pegida, ma consci del fatto di non potersi sottrarre all’intervento sui territori per arginare questa pericolosa deriva xenofoba.
Nella città di Düsseldorf, invece, circa 200 neonazisti hanno tentato di cavalcare la protesta ma si sono trovati di fronte alla pronta risposta degli antifascisti locali che hanno organizzato un contro-presidio partecipato da almeno 5500 persone. I razzisti di Dügida (la versione locale di Pegida) avevano infatti tentato di accodarsi all’indignazione provocata dall’attentato contro il giornale Charlie Hebdo a Parigi indicendo la manifestazione con lo slogan “Pegida=Charlie” e tentando così di alzare la tensione nei confronti degli immigrati.
Nel momento in cui la marcia xenofoba ha cercato di muoversi, il presidio antifa l’ha più volte bloccata nonostante la massiccia presenza di forze dell’ordine in antisommossa, alle quali i manifestanti hanno lanciato bottiglie e fumogeni tentando di forzarne il cordone. Quando poi i neonazisti sono giunti alla stazione centrale e hanno tentato di filmare il corteo antirazzista sono scoppiati pesanti scontri con i reparti antisommossa, che hanno più volte caricato gli antifa chiudendoli all’interno dell’edificio per favorire la fuga dei membri di Dügida. A fine corteo sono stati numerosi i feriti, anche tra la polizia.
Gli antirazzisti hanno così concluso la giornata di lotta con la consapevolezza di avere ottenuto un importante risultato contro le becere provocazioni di Pegida, ma consci del fatto di non potersi sottrarre all’intervento sui territori per arginare questa pericolosa deriva xenofoba.
Nessun commento:
Posta un commento