venerdì 16 gennaio 2015

pc 16 gennaio - COORD. NAZ. SLAI COBAS SC - INTERVENTI DEI RAPPRESENTANTI COBAS - OGGI: Milano Istituto Tumori; Palermo Cooperative sociali; Bergamo Dalmine e logistica



MILANO – Lavoratore dell'Istituto Tumori

Sono dell'Istituto tumori, impegnato nel settore della sanità. Nel 2014 noi abbiamo preceduto quello che poi è stato stabilito a fine anno dal governo Renzi. Un lavoro sempre più precarizzato con meno diritti, sul fronte soprattutto della sicurezza e salute.
Abbiamo avviato una battaglia contro tutto questo. Tra le altre iniziative, abbiamo appeso (anche in termini di sfida) uno striscione all'ingresso dell'Istituto, che diceva: “Basta con gli straordinari illegali all'Istituto tumori. Per la sicurezza sul lavoro e contro la precarietà: vogliamo nuove assunzioni!!”. Questo ha colpito nel segno perchè si rivolgeva ai lavoratori e all'utenza, e ha fatto incazzare l'azienda che ha fatto una diffida nei confronti dello Slai cobas, perchè quello striscione causava un “danno di immagine” all'Istituto tumori.
Questa battaglia l'abbiamo vinta a metà, il giudice ci ha dato ragione – lo striscione è rimasto appeso – benchè ha voluto entrare nel merito delle ragioni dell'azienda dicendo che però noi piccolo sindacato non dovevamo permetterci... Mani “ignote” il 23 dicembre hanno strappato e tolto lo striscione. Ma questo ha significato solo di dover fare denuncia e, con estremo piacere, rifare lo striscione e rimetterlo al suo posto.
Il nostro lavoro, fatto recentemente anche con l’avvio di esposti per la sicurezza e il ricorso per il cambio tuta, ha cozzato contro il livello attuale dei lavoratori (strangolati dalla tenaglia della crisi che fa loro accettare di tutto e di più e li allontana dal concetto di solidarietà, a questo poi si aggiungono paura e fatalismo). L’esposizione dello striscione ha “svegliato” un po’ gli animi grazie anche all’iniziativa dell’Amministrazione, perché questo ha mostrato alcune cose ai lavoratori: 1) la coerenza dello Slai Cobas; 2) il consenso a quanto da noi denunciato condiviso anche da malati e parenti; 3) la determinazione a non farci intimidire, mostrando che è possibile; 4) che lo Slai cobas non è né il sindacalismo confederale né quello di base, ma lavora per il sindacato che serve, quello di classe.
Nelle prossime settimane a breve dobbiamo presentare una serie di esposti e poi a fronte di una discussione con iscritti USB fare proposta di iniziative comuni.

Nel 2014 abbiamo seguito soprattutto due altre vertenze, in una casa di riposo e in un settore della logistica.
Nella Casa di riposo, opera una cooperativa, la Codess, presente in molte regione del Nord col classico stile di fare impresa col metodo piccola/impresa rampante-arrogante, ed è guidata da soggetti impregnati da ideologia reazionaria/razzista simile a quella sottoproletaria. Il maggior supporto alla direzione della Codess è dato dalla Cgil. confermato dal fatto che a dirigere il personale vi sono ex sindacalisti di questa organizzazione.
Noi siamo entrati durante uno stato di agitazione, qui vi sono soprattutto lavoratrici immigrate, con sfruttamento bestiale, punte di razzismo. Lo Slai cobas ha subito reso pubblica questa condizione.
In questa mobilitazione si è espresso positivamente un senso di appartenenza, partendo da due punti di forza: le lavoratrici avevano partecipato allo sciopero delle donne del 25 novembre 2013; tra queste lavoratrici immigrate c'è la volontà di andare fino in fondo, anche se si perdono delle battaglie; come dicono loro: rimboccarsi le maniche e andare avanti.
Qui il lavoro, però, va ancora a fasi alterne per una serie di fattori, in particolare il fatto che il delegato, sia per difficoltà di lingua (la stragrande maggioranza sono lavoratrici immigrate) sia per non continua assunzione di responsabilità, non ha saputo dirigere le lavoratrici e trattare e sviluppare il protagonismo delle lavoratrici. A questo si è risposto cercando di dare una svolta costruendo uno nucleo compatto, con il delegato e due lavoratrici, che metteva insieme le caratteristiche migliori dei tre), ma con pochi risultati. Nonostante ciò, il lavoro del Cobas ha molto infastidito la Codess che ha sferrato un attacco ad alcune singole iscritte per intimidire tutti. Ora occorre ripartire correggendo dove c’è da correggere, facendo leva su 1-senso di appartenenza, -2 unità classista, 3-lotta, 4-solidarietà.
Nell'altra cooperativa, la L&S/Kosmo service – lavoratori della logistica che operano nella catena catering e ristorazione aziendale, facente capo alla Maar, la problematica è soprattutto quella di costruire realmente un coordinamento dei lavoratori della logistica. Qui vi sono stati due momenti: il primo ha riguardato l’ottenimento dei diritti per i nuovi iscritti (che, però, “ottenuti” senza una lotta, come per i vecchi iscritti, ha di fatto rappresentato un ostacolo all’avanzamento della linea del di lotta); il secondo è stata la battaglia per il passaggio necessario per un coordinamento delle logistiche, affinchè lotte di singole realtà, a volte con numeri ridotti di lavoratori, insieme si diano forza. Un primo risultato è stata la partecipazione insieme ad altre realtà della logistica allo sciopero del 14.


PALERMO – rappresentante

delle coop. Sociali

La lotta dei precari e precarie che fanno servizio di assistenza nelle scuole verso i disabili è ripartita a settembre, dopo la pausa estiva (seppur la lotta che dura da anni non si sia mai del tutto fermata), con i giusti canoni secondo della nostra lotta: forza, tattica, spirito di combattività e determinazione contro gli attacchi del governo nazionale e locale a difesa del posto di lavoro, dei diritti dei lavoratori e dei disabili. L' 8 settembre, poiché nonostante l'inizio delle scuole si vuole far ripartire il servizio ad ottobre, inizia una nuova faticosa battaglia con le istituzioni affinchè i servizi vengano garantiti subito. Presidi ai Palazzi, blocchi stradali, occupazioni improvvise e compatte degli atri della Provincia e Regione, blocco delle macchine con dentro per esempio il commissario straordinario, con chiamata delle forze dell'antisommossa e minacce della digos di denunce e multe. Ma i precari resistono e non si fanno intimidire. Giornali e televisioni locali per diversi giorni pubblicano articoli e fanno servizi nei tg, ecc..
Il 14 settembre in occasione dell'arrivo a Palermo del presidente del consiglio Matteo Renzi, che ha voluto inaugurare l'anno scolastico con la propaganda della sua “buona scuola” - ma solo per i padroni mentre c'è l'attacco pesante al fondo sociale nazionale, i precari e le precarie, insieme ad altri lavoratori, precari della scuola, giovani, studenti, compagni dei centri sociali, hanno partecipato ad una forte contestazione; in quella occasione sono stati contestati anche altri personaggi della politica locale. Nei giorni successivi i precari hanno avuto un nuovo incontro con il commissario in carica dal quale è venuto fuori la possibilità di un taglio alle ore di servizio... i precari abbandonano il tavolo dopo avere fortemente criticato i confederali, sempre piu' dannosi per i lavoratori, che quasi quasi si volevano accordare, e si organizzano per la mobilitazione, dicendo: non accetteremo nessun taglio alle ore, i servizi di assistenza, essenziali per legge, non possono essere subordinati da vincoli di bilancio, spending reviw e tagli alla spesa.
Il 17 settembre, primo giorno di scuola a Palermo, i precari si recano in protesta all' ufficio regionale scolastico e nella stessa mattina, fanno un sit in di denuncia davanti ad una scuola simbolo, l' istituto alberghiero, richiamando l' attenzione dei ragazzi già in classe, con lo scopo di denunciare lo schifo delle istituzioni e di sensibilizzare e solidarizzare con i loro compagni disabili, lasciati a casa per l' indifferenza di regione e provincia. La mobilitazione si porta avanti ininterrottamente insieme anche a diversi genitori, che si uniscono apprezzando la lotta messa in campo dai precari e - questa è una bella novità, partecipando attivamente a tutte le iniziative, e in particolare alcune madri si definiscono “ le madri dei ragazzi disabili in lotta con lo slai cobas s.c”, e ancora oggi sono attive.

La pressione messa in campo, il fiato sul collo quotidiano, i blitz a sorpresa, la denuncia continua che rovina l'immagine di questi politicanti, la compattezza dei precari slai cobas che con questa lotta si sono mobilitati in numero maggiore, che contestano apertamente anche i parlamentari dell'ars davanti ai palazzi cacciandoli, come i dirigenti di cisl, uil e cgil, costretti a non salire negli incontri, l'avvicinamento di altri precari che si uniscono allo slai, diversi poi cancellati in particolare dalla cisal sono passati con noi, un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei conti, ecc., tutto questo costringe comunque i rappresentanti di Regione e Provincia a stanziare delle risorse che permettono di farci riprendere il lavoro dai primi di ottobre, benchè stiamo lavorando in proroga e il contratto scadrà di nuovo il 31 gennaio 2015.

La nostra e' una lotta non facile, resistiamo da 4 anni in una condizione di precarietà che è fonte di malessere perfino fisico che incide a lungo andare anche sulla continuità nella lotta. Hanno provato fino ad oggi a cancellarci dal mondo del lavoro ma non ci sono riusciti grazie ad una lotta tenace, costante, che si è articolata però tra vari alti e bassi, ma che è andata avanti... E non solo contro i Palazzi ma anche contro i sindacati confederali venduti e tra gli stessi precari che non si mobilitano e non lottano, sbagliando. Oggi arriviamo a questo inizio di nuovo anno con un futuro lavorativo sempre incerto ma non demordiamo! La nostra lotta continua! Ci incoraggiano anche le lotte che nei cobas delle altre sedi si portano avanti, vedi gli operai della logistica a Bergamo, gli operai o i disoccupati a Taranto, e siamo orgogliosi che il nostro sindacato sia stato riconosciuto come parte civile in un processo molto importante per la lotta di classe come quello dell'Ilva.
Perche se è vero che portiamo avanti la lotta a Palermo, l'aspetto nazionale delle lotte ci rafforza.

Su questo vogliamo segnalare la nostra partecipazione attiva allo sciopero del 14 novembre indetto dai sindacati di base e di classe, come il nostro contro il governo Renzi dove la nostra adesione è stata in generale positiva sia in termini numerici che di partecipazione al corteo dove abbiamo portato forte la denuncia contro un governo sempre più reazionario che sforna leggi sempre più fasciste come il jobs act, che anche per noi costituisce un attacco pesante, e abbiamo detto a gran voce che occorre uno sciopero generale vero che blocchi tutto il paese e faccia cadere il governo.

Infine vogliamo segnalare il contributo che abbiamo dato a livello nazionale all'incontro della rete nazionale degli operatori sociali, tenutosi a Venezia ad ottobre 2014, e con cui siamo in contatto dall'anno scorso (abbiamo partecipato all'incontro di Napoli).
Qui, oltre a riportare il bilancio della nostra mobilitazione, abbiamo denunciato come il governo Renzi, in continuità/salto di qualità con i precedenti, nella legge di stabilità tra tutti i tagli previsti taglierà anche il fondo nazionale per i non autosufficienti di ben 100 milioni di euro; con le nuove leggi e regole sui diritti o per meglio dire sui non diritti dei lavoratori in generale, il governo aggiunge nello specifico del terzo settore problemi ai problemi in riferimento anche alle differenze contrattuali, alle diverse figure di assistenza, sulla questione dell'erogazione dei fondi per i servizi sociali, alla condizione di precarietà, del sistema degli appalti, Ma anche il presidente della Regione siciliana non è da meno, alle parole "rivoluzionarie" seguono fatti solo e unicamente contro i lavoratori, i precari, la popolazione… tra questi il gravissimo non stanziamento delle risorse finanziarie per garantire i servizi di assistenza che la legge definisce essenziali ma che invece si subordinano a vincoli di bilancio.
In questo anno abbiamo cercato di tenere i contatti con altre realtà di operatori, con la rete seguendo le varie vertenze e scambiandoci la solidarietà necessaria di volta in volta nei momenti di lotta in particolare. Ma nonostante le diverse lotte significative nelle varie città, il livello di mobilitazione generale non si è ancora elevato rispetto agli attacchi che subiamo dal governo, dalle istituzioni. Abbiamo la necessità di provare a misurare la nostra capacità di coinvolgimento sul piano nazionale collegando le varie lotte e iniziando a rendere concreta anche la piattaforma unitaria che si è stilata a Napoli ma per la cui affermazione occorre lottare. Gli incontri nazionali sono importanti come momenti di confronto, ragionamento e analisi ma occorre che da questo confronto/dibattito si sviluppi poi un'azione collettiva e concreta di lotta, la giornata di lotta nazionale ad esempio che proponemmo lo scorso anno era intesa in questo senso. Pensiamo quindi che sia oggi ancora più necessario lavorare in questo senso per portare all'attenzione nazionale i problemi, gli attacchi che il governo scaglia contro un settore che nel nostro paese è costituito da tante e variegate realtà dal nord al sud.

In ultimo, vogliamo segnalare un elemento significativo della lotta del cobas dei precari delle coop, la partecipazione attiva delle donne precarie, che oltre ad essere numericamente di più sono il cuore pulsante della lotta. Attraverso di essa abbiamo via via preso coscienza anche di altri aspetti che ci investono direttamente come donne, e su questo importante è l'intervento anche delle compagne del mfpr. In tal senso diverse precarie sono state parte attiva dello sciopero nazionale delle donne, dell'8 marzo e del recente presidio del 25 novembre contro la violenza.

I lavoratori, le masse popolari soffrono, fanno sacrifici, vengono attaccati pesantemente nei loro diritti e vita mentre chi è al potere ruba e si arricchisce ogni giorno di più sulla nostra pelle. La pagheranno cara prima o poi, tutti! Perchè le masse popolari sembrano passive ma non è così, la storia lo ha dimostrato ....
Ed è con questa frase che vogliamo dare inizio al nuovo anno di lotta: verso la costruzione di uno sciopero generale per la caduta del governo Renzi.

BERGAMO – Operaio Dalmine e

rappresentante lavoratori della logistica

Complessivamente l'attività sindacale nel 2014 ha visto aspetti positivi come la ripresa costante dell'attività alla Dalmine con partecipazione di un gruppo di operai in acciaieria.
In questa fabbrica generalmente le iniziative vengono portate avanti in maniera congiunta con l'Flmu. Anche questo ha permesso una ripresa in maniera costante del lavoro in fabbrica. Abbiamo portato avanti quest'anno battaglie contro l'accordo flessibilità; alla Dalmine si è realizzato il primo sciopero di 2 ore contro il jobs act, come prima contro le nuove regole fasciste sulle Rsu; qui vi è stato in assemblea un aperto attacco da parte dello Slai cobas alla linea e allo stesso Landini.
Quando è venuto Renzi vi è stata una partecipazione buona di operai della Dalmine alla manifestazione di contestazione. Sul fronte della sicurezza, abbiamo fatto un presidio alla Confindustria.
I volantini, sia pur firmati unitariamente slai cobas e Flmu, hanno sempre ripreso la linea dello Slai cobas, questo è un aspetto positivo. L'attivizzazione di un gruppo di operai dell'acciaieria ora permette di continuare la battaglia di linea con la Fiom che è l'ostacolo principale al sindacato di classe.
Inoltre ci sono stati incontri di operai in sede in cui si è posta la necessità degli operai di alfabetizzazione marxista per avere una propria visione sul lavoro, la crisi, il salario rispetto a quella che ci propina ogni mese l'amministratore delegato anche a mezzo stampa; è un'arma indispensabile anche per il lavoro sindacale di classe in fabbrica che è comunque finalizzato al superamento di questo sistema dei padroni.
Infine, la presenza ai cancelli con “India operai che bruciano i padroni” e la campagna di solidarietà con lalotta degli operai indiani della Maruti sono altri argomenti portati in fabbrica per caratterizzare la nostra linea internazionalista, che definisce il campo, anche dagli altri sindacati di base.
La presenza della Flmu in altre importanti fabbriche, in cui di riflesso arriva la nostra posizione, implica trovare la strada per dare prospettiva a questo lavoro e unire gli operai per un sindacato di classe.

L'altro lavoro importante e grande è quello del settore della Logistica. Qui la lotta più recente lotta è quella degli operai della Natura.com. Una lotta esemplare in cui i lavoratori chiedono lavoro non l'elemosina dei sussidi. Questa vertenza, che si intreccia con il legame sfruttamento-immigrati-razzismo, è servita per far avanzare la necessita che gli operai prendano il mano il sindacato per essere più forti di fronte al sistema dei padroni.
In precedenza è stata la lotta degli operai della LDD di Trezzo che è servita a sperimentare una prospettiva di unità del settore della logistica, di fronte al settarismo, con le parole d'ordine: unire le lotte, se toccano uno toccano tutti, sistema delle logistiche neo schiavismo legalizzato. In seguito questa esperienza ricca e positiva, a causa del fatto che, a differenza di Natura.com, quelli che erano le avanguardie sindacali non sono stati conquistati alla prospettiva di classe e hanno delegittimato il sindacato, non è andata avanti e la sua stessa forza si è ridotta alla vertenza in tribunale, che inizierà a marzo. Ma anche qui si sta riprendendo con un gruppo di lavoratori, con la chiarezza che la ripresa della loro lotta è legata al rafforzamento dello Slai cobas.
Sulla base fdi questa esperienza, a Brignano alla Kuehne Nagel si è ripresa l'attività su altre basi, ponendo al centro il fatto che anche le singole problematiche aziendali necessitano di un sindacato forte e un sindacato è forte quando i lavoratori partecipano alle iniziative del sindacato e fanno vedere la loro forza. Grazie a questo, ci sono state assemblee in solidarietà, con la presenza dei lavoratori Natura.com, per ribadire il carattere fondante dello slai cobas.
C'è stato lo sciopero contro l'agguato criminal-padronale al delegato slai cobas. I delegati hanno partecipato alla contestazione alla visita di Renzi, abbiamo fatto assemblee sul jobs act, sul ruolo di Poletti (prima responsabile del mondo delle cooperative) nel carattere del governo. VI è stata una buona partecipazione poi allo sciopero generale a Milano. Rimangono problemi di gestione del lavoro in alcuni momenti, ma la cosa positiva che si è accesa una discussione e schieramento tra i lavoratori e attorno a questo si sta coagulando un gruppo più attivo.
Ora in questo nuovo anno l'idea è di riprendere con iniziative che toccheranno altri posti di lavoro della logistica, in particolare della zona del settore insalata, completamente immigrati e con situazioni dalle cooperative in fabbrica ai caporali nei campi, per rilanciare un movimento per la dignità del lavoro, contro lo sfruttamento.

In tutte queste battaglie emerge chiaro il ruolo dei sindacati confederali e degli accordi sindacali per gestire nella crisi le riorganizzazioni dei padroni e per aprire il terreno a leggi come il Jobs act e simili.
A questi si aggiungono la connivenza Direzione del Lavoro e Inps che invece di controllare ratificano la perdita di posti di lavoro, e le istituzioni come il sindaco leghista di Bolgare attento alla "legalità" verso gli immigrati (che poi sono anche lavoratori), ma che quando si tratta di andare contro i poteri forti non fa niente, nonostante noi chiediamo non le solite lettere ma che si prenda le sue responsabilità e risponda alla popolazione con un consiglio comunale, su dove sono finiti oltre 200 posti di lavoro.
Queste lotte hanno trovato l'attenzione del programma televisivo “La gabbia” della 7, che ci ha invitato ad andare in trasmissione. Abbiamo deciso per il momento di non partecipare, in quanto saremmo solo usati, senza possibilità di replica.

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