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E' di 34 fermati e 5 arresti il bilancio delle grandi mobilitazioni di ieri in Francia, dove decine di migliaia di persone sono scese in strada chiedendo giustizia per la morte di Rémi Fraisse, il 21enne ucciso settimana scorsa da una granata stordente della polizia durante una manifestazione contro la diga di Sivens.
Grandi mobilitazioni erano previste per tutto il weekend e nella giornata di sabato si sono registrati durissimi scontri con la polizia nelle città di Nantes e Tolosa, con cortei anche a Bordeaux, Montpellier, Digione, Lille e Parigi.
A Nantes diverse centinaia di persone hanno manifestato contro la violenza poliziesca e sono state duramente caricate dalla polizia che ha impiegato massicciamente gas lacrimogeni e granate stordenti (come dimostrato da diversi video), le stesse che hanno provocato la morte di Rémi la settimana scorsa. A fine giornata sono stati 21 i fermati, 16 dei quali sono stati rilasciati domenica in giornata, mentre per altri 5 cinque si prospetta un processo per direttissima.
Otto arrestati anche a Tolosa dove la reazione delle forze di sicurezza è stata altrettanto scomposta e nervosa, mentre diversi obiettivi sono stati sanzionati dai manifestanti nelle manifestazioni di Bordeaux e Montpellier.
Ovviamente non è mancata la presa di posizione delle istituzioni, che ad una settimana dalla tragica morte di Rémi iniziano a prendere sul serio le vaste mobilitazioni degli ultimi giorni. Il primo ministro Manuel Valls ha definito le manifestazioni "un insulto alla memoria di Rémi Fraisse", quasi come se non si potesse avere la legittimità di gridare il suo nome in piazza ricordandolo come un compagno di lotta e non come la vittima di un espisodio che lo Stato preferisce dipingere come tragica fatalità rifiutandosi di ammettere le sue colpe in merito.
Di altro tenore, invece, le esternazioni di Ségolène Royal, ministro dell'ecologia, che sostiene esserci stato un “un errore di giudizio” nella volontà di costruire la diga di Sivens, un progetto che la stessa ministra definisce oggi “non realizzabile”. Se si tratti di una vera rottura all'interno dell'esecutivo o del semplice opportunismo del politico di turno che tenta di salvarsi in extremis prima che la situazione degeneri (come il nostrano Stefano Esposito) resta da capire.
Nel frattempo, numerose altre manifestazioni sono state indette per la giornata di oggi, domenica 2 novembre, tra cui una passeggiata in onore di Rémi presso la ZAD di Sivens, dove nelle prime ore del pomeriggio si sono riunite diverse migliaia di persone. Sulla strada per il sito della diga, i militanti hanno piantato ghiande in una pineta devastata un paio di settimane fa dagli archeologi del Consiglio Generale, mentre sul luogo in cui Rémi è stato colpito dalla granata è stato piantato un albero di frassino, la cui caratteristica è di avere foglie che diventano rosse in autunno.
Altri concentramenti sono previsti oggi a Parigi, Nimes, Orleàns, Marsiglia, Alés, Aix En Provence, Morlaix e Douarnenez, mentre i comitati di appoggio alla ZAD del Testet continuano a pianificare iniziative e manifestazioni che andranno avanti per tutto il mese di novembre
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