domenica 2 novembre 2014

pc 2 Novembre - PALERMO AL FIANCO DI KOBANE E DEL POPOLO CURDO. BUONA INIZIATIVA MA ANCORA C'è TANTO DA FARE

Anche a Palermo si è svolta un'iniziativa a sostegno della resistenza del popolo curdo in occasione del primo Novembre, giornata internazionale di solidarietà.
La "composizione etnica" della comunità migrante palermitana (in cui non esiste una comunità curda) non ha permesso l'organizzazioni di un corteo come avvenuto in altre città italiane e del mondo,
nonostante questo si è svolto un presidio in centro città davanti il Teatro Massimo per tutto il pomeriggio.

La cittadinanza è stata informata circa la situazione a Kobane e in Kurdistan, in particolare sul ruolo svolto dall'eroiche donne curde, in prima linea sul campo di battaglia e nella gestione quotidiana della società. I Curdi in questo momento rappresentano un'alternativa alle barbarie dell'ISIS in quella regione, un esperimento "democratico" contro il medioevo di stampo islamista che avanza foraggiato dall'imperialismo.

Per questo non è mancata la denuncia al ruolo dell'imperialismo ipocrita che sostiene di intervenire nella regione per combattere il "terrorismo" che esso stesso ha foraggiato fino a pochi mesi fa in funzione anti-Siriana per destabilizzare il regime di Assad. In particolare abbiamo denunciato il governo Renzi salito sul carrozzone della cosiddetta "coalizione dei volenterosi" per ottenere la propria parte nella spartizione della torta al tavolo con le altre potenze imperialiste.
Un governo che impone i sacrifici ai lavoratori e al popolo, manganella gli operai in piazza che reclamano i propri diritti come successo recentemente a Roma con gli operai della Tyssenkrupp di Terni, ma che non ha nessuno scrupolo a comprare due nuovi caccia bombardieri F35 e ad imbarcarsi in nuove avventure belliche.
Notevole è stato l'interesse da parte della cittadinanza e di alcuni migranti, in particolare da parte di giovani e donne nei confronti delle donne curde.
Da segnalare la solidarietà espressa da due studentesse turche in earsmus a Palermo che hanno denunciato il ruolo del "proprio" governo Erdogan colluso con l'Isis e l'imperialismo.

Dobbiamo sottolineare che nel complesso in città la solidarietà internazionalista è ancora insufficiente soprattutto da parte delle "realtà di movimento": assenti i centri sociali,  per quanto riguarda invece i restanti presenti (cobas, anarchici della fai, socialismo rivoluzionario) tutti sotto la sigla "Palermo solidale con il popolo curdo" non possiamo non notare con disappunto la maniera "passiva" con cui si sta in piazza, non uno slogan, non un intervento al megafono. Oggettivamente una brutta visione che da l'idea di stare partecipando ad una ricorrenza, a una riunione di amici o ancor peggio ad un bivacco piuttosto che ad un'iniziativa in solidarietà con un popolo che lotta armi in pugno e che necessità della giusta combattività in piazza anche a migliaia di chilometri di distanza.




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