da infoaut
Riceviamo
e pubblichiamo questa nuova lettera di Maurizio Alfieri detenuto nel
carcere di Spoleto. Maurizio ha più volte denunciato gli abusi che
l'amministrazione penitenziaria riserva ai prigionieri. Per questi
motivi Maurizio è stato minacciato e trasferito da alri carceri al
carcere di Spoleto, nel quale la sua lotta di denuncia contro gli abusi e
le brutalità ai danni dei detenuti continua.
Compagni/e ciao un abbraccio,
non
ho fatto neanche un'ora di isolamento che ho visto il primo abuso e
istigazione nei confronti di un detenuto extracomunitario ad
autolesionarsi e vi racconto il fatto.
È arrivato verso le 10.30,
lo sentivo urlare e riempire di parolacce le guardie chiedendo perchè
era stato portato in isolamento, così dopo averlo fatto spogliare e
lasciato nudo è andato in escandescenza e ha iniziato a rompere il
plaforo con la lampadina, ha iniziato ad urlare che si sarebbe tagliato
ma la guardia gli diceva che cosa aspettava a farlo, così iniziò a
tagliarsi dappertutto. Vi premetto che conosco bene questo ragazzo che è
stato in sezione dove ero io, è educato, rispettoso e pulito. Ho
cercato di dissuaderlo dal tagliarsi perchè avrebbe fatto solo felice
questi infami di Spoleto, ma lui non ha voluto sentire nessuno.
Dopo
diversi tagli arrivano tutti gli agenti, compreso il vice comandante
Cuomo. Gli danno i vestiti e gli promettono che lo mandano subito in
infermeria per le medicazioni ma come sempre le loro promesse sono
menzogne che puzzano come la merda...così dalle 11 del mattino ci si
arriva alle 17 di sera e il ragazzo inizia a rompere la porta del bagno
dove c'è un vetro molto duro che cede ai colpi, così tutti i vetri del
diametro di 1 cm per 1 cm si trovano sul pavimento di tutta la cella,
allora inizio a chiamare il brigadiere di aprirmi che avrei cercato di
calmarlo. Mi aprono gli porto il tabacco con cartine e filtri, cerco di
calmarlo ma lui diceva: ” Hai visto Maurizio è da stamattina che mi
prendono per il culo e mi istigano”. Mentre gli sto per dire di mettersi
sul letto che il pavimento era pieno di vetri e rischiava di infilzarsi
un vetro nel piede, appena glielo ripete anche il brigadiere inizia ad
andare su tutte le furie...così inizia a saltare con tutto il suo peso
sui vetri, il sangue inizia a colare come se fosse stata versata una
bottiglia da un litro sul pavimento... (ormai era fuori si senno)
In
conclusione oggi giorno 18, quel povero ragazzo non si può muovere e
devono portarlo in ospedale. Si è appena svegliato dai psicofarmaci che
gli hanno dato (questi infami) e i primi infami sono questi pseudo
dottori se così possiamo definirli, che somigliano molto alle cure di
Giosef Mengele (l'angelo della morte) come veniva definito ad Auschwitz
(infami come Mengele)
A Spoleto possono stare sicuri che tutte le
loro infamie e abusi verranno resi pubblici, questo non è che l'inizio
così dopo un anno di prese per il culo sul trasferimento vicino alla mia
famiglia per tenermi buono adesso sono proprio incazzato e quello che
cerco sono proprio le sezioni di isolamento così non potrete nascondere
ed occultare i vostri abusi […]
Vi comunico che alle 21 gli hanno
tirato fuori i vetri dai piedi però lui è in sciopero della fame perchè
vuole partire da sto carcere infame. Il ragazzo si chiama Ibrahim El
Almaraini, ha 26 anni. Qui a Spoleto vige il razzismo, come è accaduto
poco tempo fa con quel ragazzo che durante il ramadan gli mandavano la
carne cruda adesso lo hanno chiamato 5 volte per fargli ritirare la
denuncia contro la direzione ma lui non ritira niente, la storia è
sull'opuscolo n° 94 (OLGa ndr)
Questo è il carcere di Spoleto (e degli abusi) con la complicità del magistrato di Sorveglianza.
Compagni/e
vi aggiungo questo scritto per le cose che vi ho mandato da pubblicare
inerente allo sciopero che doveva esserci a Spoleto e poi non si è
fatto. Siccome mi sono informato con tanti amici e ho saputo che la
direzione sta provvedendo a mettere una tettoia per i familiari che
arrivano a colloquio e non dovranno stare sotto la pioggia, poi il
lavoro a rotazione (turn-over) già in vigore e (dovrebbero) ridare il
computer che hanno tolto a tutti dopo che avevano concesso di
acquistarli e ci sono altre cose richieste per fare lo sciopero che
(sembra) che la direzione sia pronta ad accogliere. Per cui per
correttezza nei confronti dei compagni che si sono esposti a parlare con
la direzione, a parer mio non c'è stato nessun segno di resa o
compromesso, quando invece molti parlano di resa. Invece l'unione ha
fatto capire alla direzione che stavolta si faceva sul serio.
Qui
in isolamento non è cambiato nulla, addirittura arrivano nuovi isolati e
non hanno nemmeno i piatti e posate per mangiare ma ci pensiamo noi,
almeno a far capire agli abitanti di Spoleto che qui non è un albergo come vuol far credere la direzione.
Poi
vi informo che Stefano Marucci si trova a Livorno, lui è originario di
Firenze e siccome il direttore e comandante dopo la denuncia della madre
erano preoccupati, gli avevano promesso che se la ritirava lo mandavano
in Toscana, Per cui, detto fatto. Per forza, hanno massacrato un
ragazzo che prendeva metadone, poi la guardia dopo un certo orario non
poteva aprire la cella e in più il fatto della lite con la guardia era
già successo e invece loro sono saliti e lo hanno massacrato rompendogli
costole e la testa in più parti con le chiavi, oltre a renderlo
irriconoscibile in viso...
Per cui queste merde, quando vogliono
le strade per trasferire vicino a casa le trovano. Ecco perchè io non mi
farò più prendere in giro da questa feccia. Ho aspettato un anno, dopo
varie promesse a me e al mio avvocato, adesso sarò la loro ombra e tutti
gli abusi di qua li renderò pubblici e me ne fotto dell'isolamento e le
corna di questi cornuti.
Aggiungete questo scritto e quello dove vi informo del mio isolamento
e di preparare attraverso il coordinamento dei detenuti uno sciopero
nazionale da concordare con tutti i collettivi che porteranno il loro
appoggio dall'esterno.
Un abbraccio forte, Maurizio.
17 ottobre 2014, Maurizio Alfieri via Maiano 20 – 06049 Spoleto (Perugia)
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