Martedì quattro novembre, a Genova, si p tenuta - presso l’Accademia ligure di Scienze e lettere, la presentazione del libro: “Il mito di Stalin nell’Europa orientale”.
La
qualità - si fa per dire - del libro la si può tranquillamente rintracciare
guardando chi sono i personaggi che presenziano alla giornata: Andrea Ungari,
curatore della spazzatura ideata da tale Aldo Cucchi; Franco Monteverde,
politicante locale; Silvio Ferrari, scrittore ed ex politicante.
Vediamo chi
sono i due personaggi politici in questione, partendo dal ‘signor’ Franco
Monteverde: costui - attualmente assessore alla Cultura del Comune di Voltaggio
(Al) - è l’ex assessore al Bilancio del Comune di Genova, della Giunta del sindaco socialista Fulvio Cerofolini, già destinatario di un avviso di
garanzia, da parte del pretore dell’epoca (successivamente sindaco) Adriano
Sansa, nell’ambito di un’inchiesta riguardante le allora Unità Sanitarie
Locali.
E’ stato presidente della Fondazione Gramsci genovese, ma questo non
significa nulla; dallo scioglimento del partito revisionista, tale ente è finito
nelle mani del peggio di quello che restava della sua identità: dal Partito
Democratico della Sinistra, ai Democratici di Sinistra, all’odierno Partito
(sedicente) Democratico.
Silvio Ferrari, invece, è stato esponente - anche
istituzionale, sia in qualità di consigliere comunale, sia di consigliere
provinciale, sia di assessore comunale alla Cultura - del partito revisionista
dal 1964 alla sua fine, per poi continuare la sua carriera politica nel Partito
Democratico della Sinistra fino al 1998.
Attualmente è professore
universitario in pensione, non ha più incarichi nelle istituzioni, ma non si è
certo ritirato a vita privata: è stato, ed è tutt’ora, tra i più importanti
sostenitori dell’attuale primo cittadino genovese, il Markese Doria.
Con queste
credenziali da parte dei relatori, non c’è certo bisogno di presenziare a certe
iniziative per comprendere il carattere schifosamente revisionista ed
anticomunista dello scritto.
Genova, 06 novembre 2014
Stefano Ghio -
Proletari Comunisti Alessandria/Genova
Ancora un libro contro Stalin in un quadro di propaganda antirussa non casuale ,
visto che la Repubblica Italiana stà facendo una guerra di sanzioni alla Russia
per non voler dividere l'Ucraina in due, mentre della Yugoslavia si è fatto lo
spezzatino(Per me una politica USA di destabilizzazione europea) ,si afferma
candidamente alla radio nell'ambito della ricorrenza dell'inizio della Grande
Guerra che le donne del battaglione della morte che difendevano nel 17 il
Palazzo d'inverno sono state violentate e poi ammazzate tutte dai bolscevichi
,cosa assolutamete falsa, inoltre poco tempo fa è morto vecchissimo il Tenente
-generale dell'armata rossa il pluridecorato Kalasnicov, inventore dell'omonimo
fucile mitragliatore, figlio di ex contadini ricchi (Kulaki) deportati in
siberia e lì agricoltori che il famoso Libro nero del comunismo da tutti per
sterminati....noi " non gettiamo Stalin con l'acqua sporca", mentre ne
riconosciamo, assieme agli altri compagni a tutta la classe lavoratrice
sovietica il grande merito di aver realizzato un sistema socialista mai visto
prima nel mondo, possiamo ben dire che certo errori ne sono stati fatti ,ma il
bilancio è nettamente positivo, e le critiche avvelenate a sinistra di chi ha
solo fatto errori di connivenza col nemico ci lasciano molto tranquilli,
d'altronde la stessa storiografia borghese seria ammette che "ll giudizio
storico su Stalin è ancora da dare..."
walter gaggero
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