La denuncia di Peacelink
l’approvazione del
Decreto-Legge 10 dicembre 2013, n.136, comunemente detto “Decreto
Ilva-Terra dei Fuochi”, è una sanatoria...
Il punto che desta particolare preoccupazione
riguarda la mancata messa a norma dello stabilimento ILVA di
Taranto.Siamo di fronte ad una sanatoria e ad una chiara
violazione della direttiva europea IPPC sulla prevenzione e la riduzione
integrate dell’inquinamento ambientale.
La direttiva IPPC
obbliga il Governo e lo stabilimento ILVA alla messa norma degli
impianti attraverso l’AIA (autorizzazione intergrataambientale). E’
invece avvenuto un fatto stupefacente: con questa leggel’ILVA è
autorizzata a non attuare il 20% delle prescrizioni dell’AIA.
E’
un pauroso pasticcio all’italiana.
Con la nuova legge l’ILVA
potrà continuare a produrre anche solo avendo avviato l’adozione dell’80%
del numero complessivo delle prescrizioni AIA.Questa norma mostruosa è
contenuta nell’art. 7, comma d) della nuova legge.In quel
20% di prescrizioni non ottemperate, l’ILVA potrà includere
le prescrizioni più importanti, come ad esempio la copertura dei
parchi minerali o la riduzione delle emissioni diffuse e fuggitive della
cokeria.
Gli effetti sulla salute di una simile logica perversa
sono potenzialmente devastanti. L’AIA - peraltro insufficiente ndr- è stata scritta per essere
rispettata al 100% e non all’80%....
Il decreto contiene anche una norma
“salva-proprietà” che prevede che, al fine di stanziare gli investimenti
necessario alla realizzazione del piano industriale (che non c’è),
vengano ampliati i poteri del Commissariostraordinario Enrico Bondi al
fine di poter disporre delle somme necessarie per un aumento di capitale
attraverso l’emissione di nuove azioni ILVA. Qualora però al Commissario
straordinario non bastino i fondi di cui sopra, allora egli può disporre
delle somme poste sotto sequestro dalla magistratura, anche in relazione
a procedimenti penali diversi a carico della proprietà (come le somme
poste sotto sequestro dal Tribunale di Milano per frode presunta
fiscale).
Il piano economico, che dovrebbe veder la luce entro febbraio
2014 (quindi 16 mesi dopo l’AIA Clini),dipende appunto dal reperimento
delle risorse necessarie. In questa situazione di incertezza il
Commissario potrebbe dover attendere molto tempo senza realizzare alcun
intervento reale e sostanziale, in attesa di sapere se i fondi della
proprietà sotto sequestro possano essere “riaccorpati” alla proprietà: la
questione di costituzionalità di una tale norma potrebbe quindi porsi e
portare ritardi nella applicazione dell’AIA e nella realizzazione di
quelle misure urgenti che avrebbero dovuto essere poste in essere con
effetto immediato secondo la sentenza della
Corte Costituzionale.
Il commissariamento dell’ILVA dura
fino al 4 giugno 2016, dopodiché l’ILVA ritorna nelle mani della
proprietà e con essa anche i fondi posti
sotto sequestro.
In barba alla procedura di infrazione
realizzata dalla Commissione Europea sulla base della denuncia di
PeaceLink e del Fondo Antidiossina Taranto, l’Italia continua a violare
il diritto di Taranto alla salute e al futuro.Inoltre va
sottolineato che con la nuova legge approvata oggi dal Parlamento
italiano, l’Ilva e gli altri impianti strategici possono
essere autorizzati a produrre anche se non rispettano sostanzialmente
le prescrizioni AIA in quanto basta che i lavori relativi ad una
prescrizione siano “avviati” (ma non “completati“) per considerare
attuata la prescrizione.
Così slitta tutto il crono
programma dell‘AIA. Il rispetto del rigoroso cronoprogramma era
stato considerato dalla Corte Costituzionale quale condizione sine qua
non della produzione ILVA. Ora anche questo punto è stato
aggirato.
Siamo di fronte ad una legge anti-cittadini,
anti-esseri umani, anti-Taranto, in nome della produzione a tutti i costi
dell’acciaio e della garanzia assoluta dei profitti.
Per
PeaceLink
Antonia Battaglia - Luciano
Manna - Alessandro Marescotti
Forza Andrea!
L'ennesimo incidente di una lunga serie di cui
abbiamo oramai perso il conto. Testimonianza pratica di come il più
grande siderurgico d'Europa continui ad essere in balia degli eventi
dove, di fatto, il controllo di ciò che avviene all'interno della
fabbrica è affidato ad un demiurgo invisibile più che distratto.
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