giovedì 6 febbraio 2014

pc 6 febbraio - ILVA - il parlamento approva il decreto pro-ILVA/RIVA/BONDI, l'azienda chiude gli stabilimenti a PRATICA e TORINO e a Taranto .. come sempre grave incidente nell'appalto ILVA con operaio che rischia le gambe!

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Il Senato ha convertito in legge il decreto 136 che contiene una serie di norme sull’Ilva . La Camera lo aveva già approvato il 31 gennaio. Veloce l’approvazione del Senato. Tutto si è «consumato» in pochissimi giorni anche perché il provvedimento era già stato ampiamente emendato dalla Camera tra commissione Ambiente e Aula.Uno dei punti fondamentali del decreto è l’aumento di capitale dell’Ilva finalizzato al risanamento ambientale. Il percorso individuato - frutto di un emendamento approvato in commissione Ambiente - prevede che il commissario Bondi proponga alla proprietà dell’azienda, i Riva, l’aumento di capitale. In caso di rifiuto, Bondi potrà rivolgersi a investitori terzi e, ancora, chiedere all’autorità giudiziaria lo svincolo delle somme sequestrate agli stessi Riva anche per reati diversi da quelli ambientali. Un percorso «ardito» e rispetto al quale non è affatto escluso che i Riva facciano ricorso, impugnando con i loro avvocati il decreto per incostituzionalità.

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 L'ilva annuncia la chiusura dei i siti di Patrica, in provincia di Frosinone, e di Torino. Sono destinati a chiudere entrambi per l’azienda. A Patrica lavorano in 67 e l’ultima attività ha riguardato la zincatura, non essendo mai partita quella nuova, cioè la carpenteria. A Torino, invece, che è un centro servizi, gli addetti sono 22. Per Patrica si profila il ricorso alla mobilità mentre per Torino potrebbe scattare il trasferimento in due siti Ilva non distanti: Racconigi, in provincia di Cuneo, e Novi Ligure, in provincia di Alessandria.
Mentre all'ILVA Taranto nei sindacati si fa comunque strada un timore e un interrogativo, che poi hanno la stessa matrice: e se questi primi ridimensionamenti non fossero che l’inizio? Oltretutto, il piano industriale dell’azienda non è stato ancora presentato e questo sarà il documento che indicherà la «nuova» Ilva. Taranto può quindi dirsi al riparo?

Ilva - appalto -  grave incidente un giovane operaio rischia le gambe

comunicato slai cobas

Gli operai dello slai cobas per il sindacato di classe ilva sono stati i primi a denunciare l'accaduto.
Un giovane operaio 22 anni, Andrea Incalza, dipendente della ditta Castiglia di Massafra - appalto ILVA. è stato schiacciato dal muletto all’altezza delle gambe ed è stato trascinato per alcuni metri. Si stava recando verso gli impianti marittimi, lungo la discesa che porta al tubificio 2, quando il carrello sollevatore semovente, per cause in corso di accertamento, si è ribaltato. L'operaio è stato subito soccorso e condotto in ospedale.
Ora rischia una gamba
 Oggi all'Ilva il rischio salute e vita è maggiore di prima, frutto anche di una situazione interna all'insegna della
provvisorietà, e all'ombra degli "lavori per l'Aia" che giustificherebbero un clima di interventi fatti senza andare troppo per il sottile sul fronte pianificazione/controlli sicurezza.

A questo si unisce, sulla base di un accordo Bondi-OO.SS del 14 gennaio scorso, una procedura da seguire per Rls e interventi a fronte di pericoli, che diventa in realtà un "catenaccio" per gli operai e per gli
stessi Rls; a questo si aggiunge l'atteggiamento degli organi ispettivi che mettono davanti la burocrazia legislativa e procedurale invece di essere immediatamente presenti in una situazione all'Ilva di costante emergenza pericolo.

SLAI COBAS per il sindacato di classe Ilva
slaicobasta@gmail.com - 3475301704

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