Parte esposto per peculato
Se il regime euroquirinalizio pensava di nascondere sotto
una valanga di anatemi ai grillini il decreto approvato con la
"ghigliottina" imposta dalla Boldrini, non troverà la strada del tutto
in discesa. Ad esempio due associazioni di consumatori intendono
presentare un coerente esposto per il reato di peculato contro il
decreto voluto dal governo e approvato dalla Camera dei Deputati la
scorsa settimana.
Il contestatissimo provvedimento sulla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia, il cui capitale detenuto da banche ed assicurazioni, grazie al decreto, passerà da 156.000 euro a 7,5 miliardi di euro. Oltre a configurare un aiuto di Stato mascherato alle banche socie, potrebbe vedersi concretizzare ipotesi delittuose dato il trasferimento forzoso dallo stato patrimoniale della Banca d'Italia (Ente Pubblico) - costretta ad attingere dalle riserve ordinarie e straordinarie (22,6 miliardi di euro al 31.12.2012) - per ricapitalizzare le banche socie con un apporto di 7,5 miliardi lordi (6,6 miliardi di euro netti). Per questi motivi il decreto finirà davanti la Procura Generale della Corte dei Conti per danno erariale, davanti alla Commissione Europea per aiuti di Stato, e davanti a 130 Procure della Repubblica con ipotesi di peculato. E' quanto hanno annunciato le associazioni Adusbef e Federconsumatori, dopo aver esaminato i profili giuridici e le palesi forzature nel conferimento a banche e soggetti privati del patrimonio pubblico (così come sono configurate ed appostate le riserve straordinarie della Banca d’Italia), raffigurati specie nell’art.6 del decreto. Le due associazioni questa mattina depositeranno un esposto-denuncia a 130 Procure della Repubblica ipotizzando tra gli altri, il reato di peculato. Altrettanto faranno alla Procura Generale della Corte dei Conti, che dovrà valutare l’ingente danno erariale e infine alla Commissione Europea, per gli evidenti aiuti di Stato mascherati alle banche socie, proprio alla vigilia degli stress test europei previsti sulle banche italiane.
Il contestatissimo provvedimento sulla rivalutazione delle quote della Banca d’Italia, il cui capitale detenuto da banche ed assicurazioni, grazie al decreto, passerà da 156.000 euro a 7,5 miliardi di euro. Oltre a configurare un aiuto di Stato mascherato alle banche socie, potrebbe vedersi concretizzare ipotesi delittuose dato il trasferimento forzoso dallo stato patrimoniale della Banca d'Italia (Ente Pubblico) - costretta ad attingere dalle riserve ordinarie e straordinarie (22,6 miliardi di euro al 31.12.2012) - per ricapitalizzare le banche socie con un apporto di 7,5 miliardi lordi (6,6 miliardi di euro netti). Per questi motivi il decreto finirà davanti la Procura Generale della Corte dei Conti per danno erariale, davanti alla Commissione Europea per aiuti di Stato, e davanti a 130 Procure della Repubblica con ipotesi di peculato. E' quanto hanno annunciato le associazioni Adusbef e Federconsumatori, dopo aver esaminato i profili giuridici e le palesi forzature nel conferimento a banche e soggetti privati del patrimonio pubblico (così come sono configurate ed appostate le riserve straordinarie della Banca d’Italia), raffigurati specie nell’art.6 del decreto. Le due associazioni questa mattina depositeranno un esposto-denuncia a 130 Procure della Repubblica ipotizzando tra gli altri, il reato di peculato. Altrettanto faranno alla Procura Generale della Corte dei Conti, che dovrà valutare l’ingente danno erariale e infine alla Commissione Europea, per gli evidenti aiuti di Stato mascherati alle banche socie, proprio alla vigilia degli stress test europei previsti sulle banche italiane.
Nessun commento:
Posta un commento