martedì 4 febbraio 2014

pc 4 febbraio - Boldrini si dice democratica mentre pratica il fascismo

l favoloso mondo di Boldrinì. Democrazia e fascismo su Rieducational Channel 

 

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usando stralci di un  articolo apparso su infoaut

“Già alcuni decenni or sono ci fu chi offese e bloccò i lavori del parlamento. Già alcuni decenni or sono ci fu chi andò in giro a bloccare i consigli comunali e le istituzioni con questi metodi, distruggendo la democrazia”. A chi si riferisce, parlando del M5S, Laura Boldrini, ospite ieri sera di Fabio Fazio? Ai barbudos di Ernesto Che Guevara all’atto di conquistare il municipio di una nuova cittadina cubana, nella marcia vittoriosa verso l’Avana? O ai rivoluzionari cinesi di appena dieci anni prima, che scioglievano le amministrazioni sul loro cammino, nella ben più lunga marcia che li avrebbe portati a Pechino? O forse ai minatori russi che, negli anni Novanta occuparono la Duma di Boris Eltsin? No, forse si riferisce proprio ai carri armati di Eltsin, che egli mandò a bombardare la stessa Duma… O forse ai bolscevichi che assaltarono il palazzo d’Inverno, o ai franchisti che decretarono la nullità dei municipi eletti dalla giovane e incerta repubblica spagnola, pochi anni dopo, risalendo la penisola? Potrebbe riferirsi ai comunisti cecoslovacchi durante la defenestrazione di Praga, ai gruppi rivoluzionari africani, quando in questo o quello stato hanno occupato e sgomberato gli uffici in nome di un fronte patriottico, ai militari di Pinochet durante l’assalto alla Moneda, ai soldati statunitensi che hanno fatto irruzione nei palazzi di Saigon, di Kabul, di Baghdad, o a quelli italiani e francesi che hanno bombardato quelli di Tripoli, due anni fa.

Per la presidente le offese alle istituzioni possono provenire da una parte sola, che si chiama, indistintamente e inopinatamente, “fascismo”. Pazienza se in molte occasioni i partigiani si impadronirono di luoghi istituzionali (municipi, caserme) durante la Resistenza, o tentarono di farlo gli insorti del biennio rosso o gli arditi dell’antifascismo dei duri anni Venti: unico episodio in questo senso degno di nota è per lei quello di Roma, 1922, la presa del potere da parte di Mussolini. E passi anche se, malauguratamente, proprio il primo discorso al senato del duce (cui si riferiscono, con strumentalità nauseante, tanti discorsi odierni sulla sacralità del parlamento), fosse servito proprio a specificare che lui “avrebbe potuto” trasformare l’aula sorda e grigia in bivacco per i suoi manipoli, ma non lo aveva fatto, perché, una volta che l’Italia gli era stata consegnata proprio da quel parlamento e dal re, il gesto sarebbe apparso quantomeno gratuito.

Lo sappiamo: l’importante non è riferirsi alla storia con rispetto dei fatti e perizia di argomentazioni, per i nostri (o le nostre) care e cari politicanti, ma dare delle suggestioni per impressionare un po’, fare Rieducational Channel su Rai3 in pillole, in prima serata, per confondere le idee a una popolazione che le ha già abbastanza confuse (per di più su un argomento esiziale per il nostro futuro quale il fascismo).
... La protesta o il conflitto politico non sono, infatti, per la “sinistra” parlamentare, espressioni naturali di idee e interessi diversi, ma qualcosa che non dovrebbe esistere, comparire, manifestarsi e che tuttavia si manifesta e dunque, per essere esorcizzato, non può che essere accomunato al suo opposto logico ancor prima che storico, analogo soltanto perché – anch’egli revenant, sia pur in negativo – non dovrebbe, ma potrebbe, tornare.
 ....Quindi all’attacco: usiamo a piene mani il riferimento fascista per meschini calcoli di propaganda televisiva, sebbene sia un insulto alle vittime del fascismo di ieri e di oggi, e facciamolo anche quando l’avversario da annientare con l’accusa di squadrismo non è (ciò che avviene più di frequente) un gruppo parlamentare, ma un gruppo di manifestanti, di lavoratori, di No Tav, studenti, precari, occupanti di case, e altra volgare teppaglia di questo genere
... oggi con la Boldrini abbiamo..Un fascismo che avrà nuovo volto ed anche nuovo nome, naturalmente, e sarà anzi sdoganato – non sorprenderà – in nome di una qualche forma di “antifascismo” di boldriniana/immacolata concezione: nuovo brand e nuovo prodotto, perché la destra, come del resto la sinistra, sa adattarsi ai tempi. Intanto la pluricrocifissa presidente di Sel impone il regalo di 7.5 mld di euro pubblici a Intesa San Paolo e Unicredit (toh, proprio loro) interrompendo d’arbitrio il dibattito parlamentare perché – si salvi chi può! – i 5stelle stanno facendo opposizione; e se loro, fedeli al cavillo, fanno notare che questo comportamento è illegale (perché la “tagliola” non è affatto prevista dal “regolamento” di Montecitorio che lei invoca un giorno sì e l’altro pure) risponde candida che è vero, però si tratta di una “prassi” avviata da Violante e proseguita da Fini. Ah beh, allora: chissà i 5S che cosa avevano pensato! Così, in questo favoloso mondo di buona creanza e pose impeccabili, larghe intese e rivisitazioni della storia in diretta TV, “Laura” mette tutti al proprio posto. Del resto, l’ha detto: è presidente “di garanzia”. “Garanzia” di che?...

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