LO SLAI COBAS per il sindacato di classe si unisce al
dolore, alla rabbia dei compagni e compagne dello Slai cobas di Pomigliano
per la morte di Pino De Crescenzo, assassinato dalla Fiat, dalle Istituzioni
complici
slai cobas per il sindacato di classe
coordinamento
nazionale.
5 febbraio 2013
IERI SI E' SUICIDATO PEPPE, "UNO DI
NOI"
PEPPE E' STATO DEPORTATO CON ACCORDO SINDACALE DALLA FIAT POMIGLIANO
AL
REPARTO-CONFINO "LOGISTICO" DI NOLA NEL MAGGIO 2008 E DA ALLORA COLLOCATO CON ALTRI 300 OPERAI IN CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI SENZA FINE IN QUANTO TALE REPARTO, IL WCL DI NOLA, NON E' MAI ENTRATO IN FUNZIONE PERCHE' LA LOGISTICA, IN UNA FABBRICA AUTOMOBILISTICA, E' NECESSARIAMENTE SVOLTA 'IN LOCO' ESSENDO FUNZIONALE ALL'ALIMENTAZIONE DEI PARTICOLARI DA ASSEMBLARE ALLE SCOCCHE NELLE LINEE DEL MONTAGGIO CARROZZERIA. IL WCL DI NOLA SINTETIZZA AL MASSIMO LE FROTTOLE INDUSTRIALI DELLA FIAT PLAUDITE DA ANNI DALL'INTERO QUADRO POLITICO-ISTITUZIONALE E SINDACALE
"Non è finita
compagno, perché non hai mai abbassato la testa. non hai mai detto "si" a
comando. non hai accettato che altri patissero affinché tu avessi un posto.
tutti devono tornare in fabbrica. o tutti o nessuno. e lo dicesti da subito
con il tuo NO forte e deciso al referendum. con i tuoi picchetti.
volantinaggi. gridando da quel megafono per far sentire a chi entrava,
nascondendo il suo viso, che solo l'unità dei lavoratori era la
risposta
giusta al ricatto ed alla bugie di Marchionne".
Non ci lasci, ci sei, più
di prima. noi non molliamo. come non hai mollato tu!
A Peppe dalle
compagne e dai compagni dello Slai cobas
Pomigliano d'Arco
5.2.14
IERI
SI E' SUICIDATO PEPPE, "UNO DI NOI", UNO DEI 1.400 CASSINTEGRATI FIAT
SENZA
FUTURO.
ALTRO CHE "DISTURBI PSICHICI O DEPRESSIONE PER QUESTIONI
FAMILIARI", PEPPE E'
STATO AMMAZZATO: DALLE COMPLICITA' POLITICHE, SINDACALI
ED ISTITUZIONALI COL "PIANO" DI MARCHIONNE CHE HA MANDATO A ROTOLI LA FIAT
PRECIPITANDO I
LAVORATORI E LE LORO FAMIGLIE NELLA DISPERAZIONE, E CHE STA
DISTRUGGENDO L'INTERA ECONOMIA TERRITORIALE
Ieri è toccato a Peppe De
Crescenzo, operaio della Fiat di Pomigliano e militante dello Slai cobas da
6 anni confinato, insieme ad altri 300 operai, al reparto fantasma della -
inesistente - Logistica di Nola e da allora in
cassa integrazione senza
futuro. Peppe si è impiccato ieri pomeriggio nella sua casa di Afragola.
Peppe era, ed è, "uno di noi"! Lo ricordiamo con affetto, sempre in prima
fila in tutte le mobilitazioni col megafono in
spalla e macchina fotografica
a tracolla.
Per la disperazione, a Pomigliano d'Arco, appena qualche giorno
fa stava per suicidarsi lanciandosi dal tetto insieme ai suoi tre figli M.
D. moglietrentaduenne di un operaio della Fiat di Pomigliano da 7 anni
licenziato
arbitrariamente dall'azienda ed ancora in attesa della causa
rimandata alle "calende greche" dai giudici del Tribunale del lavoro di
Nola.
La notte dello scorso ottobre un altro operaio della Fiat di Pomigliano
in cassa integrazione ha tentato il suicidio gettandosi dal cavalcavia dell'
A16 (autostrada Napoli.Bari) a Marigliano.
Già nell'agosto del 2011 C. P.
operaio della Fiat di Pomigliano di 44 anni di Scampia (NA) tentò il
suicidio tagliandosi le vene dei polsi ed infliggendosi profonde ferite al
collo ed all'addome dopo aver ricevuto la
lettera dall'azienda che gli
comunicava la permanenza in cassa integrazione per altri due anni. Il 1°
maggio 2010 M. C. addetto in cigs da anni al polo logistico di Nola, dopo
essersi licenziato appena un mese prima dalla Fiat per disperazione, si
suicidò lanciandosi giù dal balcone della propria casa di
Castellammare.
Sono ormai decine le minacce di suicidio fatte pervenire alla
Fiat (ai capisquadra, agli assistenti sociali, al direttore di stabilimento
ed alla direzione del personale di Torino) da lavoratori disperati che si
vedono
precluso dalla Fiat ogni futuro.A fronte della tragedia
industriale, sociale ed umana causata dalla Fiat con
la conseguente
escalation di gesti disperati ci colpiscono come un pugno nell'occhio gli
asserviti "depistaggi" della prevalenza del sistema mediatico (che in quasi
tutti i casi ha omesso l'evidente collegamento con
la Fiat) ed orientati
anche dalle "veline minimizzatrici" delle forze dell'ordine, il tutto a
coprire le gravissime responsabilità aziendali.Anche per questo la necessità
di ricostruzione e rilancio della
mobilitazione dei lavoratori contro i
piani di barbarie industriale della Fiat e dei suoi complici rappresenta
oggi non solo la necessaria risposta per la tutela occupazionale ma un forte
presidio di tenuta democratica per l'intera società.
E' per questo che
oggi Peppe vive e lotta ancora insieme agli operai ed insieme a noi, le loro
donne.
Comitato Mogli Operai Pomigliano
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