sabato 7 dicembre 2013

pc 7 dicembre - Insieme a sostegno delle popolazioni delle Filippine colpite dal tifone Hayan

Dichiarazione a sostegno delle popolazioni delle Filippine colpite dal tifone Hayan



Lo scorso 8 novembre il tifone Hayan (conosciuto come Yolanda all'interno del Paese) ha spazzato alcune aree delle Filippine a oltre 300 chilometri orari, con onde alte 5 metri, uno dei più forti e disastrosi mai visti che abbia colpito la terra.
Fin da subito si è capito che la devastazione di esseri umani e cose era impressionate e, adesso, dopo oltre due settimane, i dati ufficiali parlano di 5500 vittime, ma i feriti sono molti di più di quelli ammessi all’inizio: oltre 26.000. Ancora migliaia sono i dispersi e alcuni esperti internazionali dicono che per la completa ricostruzione potrebbero essere necessari fino a 10 anni.
Ufficialmente nove milioni di abitanti, ovvero il 10% di tutta la popolazione, sono stati interessati dall’evento, ma l’Onu porta la cifra a 13 milioni. Oltre quattro milioni i senzatetto.
Le aree più colpite dell'arcipelago sono le isole Leyte, Samar e Cebu Negros, Visayas Orientale, centrale e occidentale, circa 5 regioni e 36 province, e in particolare la città di Tacloban, aree delle zone costiere e montane tra le più povere in tutto il paese, dove la maggior parte sono contadini poveri, lavoratori agricoli disoccupati, piccoli pescatori e popolazioni indigene.
Davanti a questa tragedia le organizzazioni politiche e sindacali filippine che si battono per la difesa delle condizioni di vita e di lavoro del popolo si sono immediatamente mobilitate portando sostegno e invitando alla mobilitazione generale nel paese e all'estero per un coordinamento adeguato al fine di distribuire opportunamente aiuto e materiali, acqua, cibo, riparo, cure mediche e aiuti per ricostruire le case, recuperare animali da fattoria, raccolta di tuberi alimentari a chi ha maggiore e più urgente bisogno di aiuto a cominciare dai bambini e dagli anziani. E il Partito comunista delle Filippine ha anche dichiarato un cessate il fuoco unilaterale di due mesi per permettere e agevolare in ogni modo i soccorsi. Appello al quale il governo non ha ancora risposto.
Il governo delle Filippine del Presidente Aquino, che nonostante le informazioni e l'allerta diramata dall'Osservatorio di Manila che diceva “Può essere necessaria una massiccia evacuazione di aree residenziali sui terreni bassi entro 8 a 16 km del litorale” non ha preso le adeguate misure (aveva dichiarato pomposamente "zero vittime") ed è poi intervenuto con notevole ritardo nei soccorsi, da un lato stanziando fondi insignificanti per una tale catastrofe e dall'altro riempiendo queste zone di mezzi e bunker militari e check-point, invece di costruire immediatamente case e aiutare le popolazioni colpite dalla tragedia in aree anche difficili da raggiungere, ha di fatto aggravato le condizioni generali delle popolazioni colpite, minimizzando tra l'altro costantemente il numero delle vittime. La rabbia di queste popolazioni sta montando quanto più i ritardi diventano fatali per salvare altre vite e dare risposte immediate ai bisogni del  momento. In alcune occasioni il presidente Aquino ha avuto il coraggio di criticare i filippini perché si sono fatti trovare impreparati! e sta facendo una sperticata propaganda populista ai fondi a sua immediata disposizione, come il Fondo Sociale del Presidente e il Fondo per l'Accelerazione degli Investimenti, che dice falsamente di aver usato per i soccorsi, per avere la scusa di aumentarli.
Anche in queste terribili ore il governo Aquino non ha smesso un attimo di continuare a militarizzare la campagne di Mindanao e in tutto il paese con le sue operazioni, come quella definita "Organizzazione delle Comunità per la Pace e lo Sviluppo" e a perseguitare, attraverso una vera e propria guerra di sterminio, con l'operazione che porta il nome di "Oplan Bayanihan" - aumentando sul campo la potenza di fuoco e distraendo soldi per milioni di dollari e mezzi dello Stato - i militanti del Partito Comunista delle Filippine che in queste zone è presente con diversi governi popolari locali. Il governo, grazie anche ad una stampa asservita, ha continuato ad utilizzare la farsa degli attacchi subiti e degli scontri con i combattenti per denigrare la guerra popolare soprattutto in zone che sono state praticamente abbandonate dal governo reazionario.
Questa militarizzazione degli aiuti, in stile Haiti, il governo la sta portando avanti permettendo anche alle forze armate degli Stati Uniti di intervenire direttamente nelle aree colpite. Gli imperialisti degli Stati Uniti stanno ancora una volta approfittando della tragedia per intensificare in maniera "legittima" la presenza nell'area che hanno inserito nella loro strategia cui hanno dato il nome di "Asia Pivot" (l'Asia al centro). Infatti hanno schierato nelle Filippine non meno di sei navi da guerra tra cui il fiore all'occhiello degli USA, la portaerei George Washington che trasporta almeno 80 caccia a reazione e elicotteri da guerra, oltre a 5000 soldati di marina. La  portaerei sarà accompagnata dalla USS Antietam, USS Coepwns, USS Mustin, dall'incrociatore con missili guidati Lasses. Altri militari USA si stanno spostando da porti nella zona come Hong Kong verso le Filippine e stanno invadendo la capitale e hanno preso in consegna l'aeroporto di Tacloban. L'imperialismo americano mantiene da tantissimi anni una straordinaria presenza militare nella zona e considera le Filippine un altro "cortile di casa propria".
Anche l'imperialismo inglese ha inviato la nave da guerra HMS Daring e un Boeing C-17 da trasporto militare.
L'imperialismo coglie ogni occasione per rafforzare la propria presenza militare e garantirsi il controllo delle aree strategiche per salvaguardare i profitti delle multinazionali.
La potenza mai vista del tifone, causato anche dalla distruzione ambientale in corso a livello mondiale, e in particolare nelle Filippine fatta di disboscamento selvaggio per fare posto all'agroindustria e alle miniere che arricchiscono i padroni del mondo e impoveriscono e lasciano in condizioni inumane quantità impressionanti di popolazioni, ha messo in ginocchio milioni di persone che adesso si devono risollevare, puntando sulle proprie forze e su una genuina solidarietà internazionale che sappia indirizzare gli aiuti nella ricostruzione di case e condizioni di vita.
La solidarietà che esprimiamo consiste nel sostenere la dignità di un popolo cosciente che deve lottare per risollevarsi e liberarsi dei parassiti nazionali e internazionali. Per questo sarà necessario impegnarsi in una campagna di denuncia e informazione quanto più vasta possibile da portare ai proletari dei paesi imperialisti e di tutto il mondo.
Esprimiamo una solidarietà capace di denunciare con forza l'interventismo militare del governo Aquino contro le proprie popolazioni e quello dell'imperialismo, Usa innanzi tutto.
È con questo tipo di solidarietà nel cuore che esprimiamo la massima vicinanza, in questo particolare momento, alle masse Filippine che hanno subito questa immane tragedia.

Atik Turchia/Europa 
Slai Cobas per il sindacato di classe Italia - 
Frap - Francia

Invitiamo ad indirizzare gli aiuti a: Ufficio internazionale del Fronte Democratico Nazionale delle Filippine
Titolare del conto: NDF ST. INT. Informatie
Numero di conto: 39 45 70 642
Nome Banca: Rabobank
Filiale Banca: Utrecht, Paesi Bassi
IBAN: NL 70 RABO 0394 5706 42
BIC: RABONL2U
Si prega di indicare "Haiyan / Yolanda Relief Funds"


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