la strage di PRATO
Prato, è una delle tante città con il record non solo del lavoro nero, ma delle fabbriche in nero, dove operaie e operai, vivono e dormono in clausura, vicino al posto di lavoro, senza uscire mai, nessun contatto col mondo esterno. Opifici, minifabbriche, di cui le autorità ne sono al corrente, anche se formalmente nascoste, camuffate in anonimi fabbricati dalla parvenza di normalità.
Che i padroni e gli operai siano cinesi o di qualsiasi nazione di origine, non ha nessuna importanza, qui conta un sistema sociale basata sulla schiavitù del lavoro salariato, la concorrenza fa il resto.
Gli “educatori sociali” ben pagati al soldo del capitale, politici, giornalisti, opinionisti, diranno che sono “cinesi”, e queste cose succedono perché sono “arretrati”.
Per ogni “tragedia” sul lavoro, hanno la scusa pronta, la “particolarità” con la quale vorrebbero esonerarne dalle cause, il sistema di sfruttamento capitalistico, il loro sistema.
Ma non è proprio così!
Non da secondo, la complicità delle istituzioni comunali, provinciali e regionali, in comunella col potere centrale, come le tre scimmiette non vedono, non sentono, non parlano, gratificati dal saporifero effetto di bustarelle e tangenti.
Al rogo il sistema sociale fondato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo!
da una denuncia pubblicata da OPERAICONTRO
LA STRAGE OPERAIA QUOTIDIANA
1 Dicembre 2013
Dall'inizio dell'anno sono documentati * 539* lavoratori morti per infortuni sui luoghi di lavoro e oltre* 1150* se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere (stima minima su percentuali rispetto ai morti
sul lavoro che ogni anno si rilevano costanti con variabili del 50/55% sul totale delle morti)....
Dal 1° gennaio 2008 giorno d'apertura dell'Osservatorio sono stati monitorati 3689 lavoratori morti sui LUOGHI DI LAVORO comprese le vittime morte anche molto tempo dopo a causa dell'infortunio. Con le
morti sulle strade e in itinere si arriva a superare le 7200 vittime di infortuni mortali.
Un’autentica carneficina, mentre le statistiche "ufficiali" danno molto meno morti
..Moltissime vittime lavoravano in"nero" e alcune categorie non sono considerate "morti sul lavoro" solo
perchè hanno assicurazioni diverse. Fino ad oggi Il 39 % sono morti lavoratori dell' agricoltura dei quali, tantissimi schiacciati daltrattore. Il 22,2% in edilizia, il 16,6% nei servizi, il 5,9% nell'industria (compresa la piccola industria e l'artigianato), il 5,4% nell'autotrasporto, molti altri morti sono in altre categorie che sono
percentualmente più basse. Nel 2012 sono morti 1180 lavoratori (stima minima) di cui 625 SUI LUOGHI DI LAVORO ( tutti documentati). Si arriva a superare il numero totale di oltre 1180 vittime se si aggiungono i lavoratori deceduti in itinere e sulle strade che sono considerati giustamente, per le normative vigenti, morti per infortuni sul lavoro atutti gli effetti. ... Non sono segnalati a carico delle province i lavoratori morti sul lavoro che utilizzano un mezzo di trasporto e i lavoratori deceduti in autostrada: autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono nel percorso casa-lavoro / lavoro-casa. La strada può essere considerata
una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire,
tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali che muoiono sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro,
lavoro-casa. Le province con più di 5 morti sui luoghi di lavoro e numero totali delle morti sui luoghi d lavoro nelle regioni: Genova 16 morti (Liguria 22). Roma 11, Latina 5 (Lazio 23).Brescia 15, Milano 15, Pavia 7, Bergamo e Como 6, Sondrio 5 (Lombardia 67).Torino 13, Cuneo 10 (Piemonte 33). Chieti 11, Pescara 6, L'Aquila 5 (Abruzzo24). Foggia 12, Bari 10, Taranto 5(Puglia 32). Cosenza 12, Vibo Valentia 5 (Calabria 27). Palermo 12, Messina 8, Trapani 8, Agrigento 7, Ragusa 5 (Sicilia 47). Bologna 9, Modena, Parmae Ferrara 6, Reggio Emilia 5 (Emilia Romagna 43). Verona 11, Padova eTreviso 7, Venezia e Rovigo 5 (Veneto 41). Salerno 12, Napoli 8, Avellino 6(Campania 33). Cagliari 8 (Sardegna 15). Perugia 11 (Umbria 12), Ancona 9(Marche 20), Trento 7 (Trentino Alto Adige 11) Siena 7, Pistoia e Firenze 6
(Toscana 32), Friuli Venezia Giulia 8, Basilicata 4, Molise 6, Val D'Aosta1.
da Carlo Soricelli curatore dell'osservatorio Indipendente diBologna morti sul lavoro
- dare forza al sindacalismo di classe
- rafforzare la rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio
adesioni bastamortesullavoro@gmail.com
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