Al contrario delle fesserie sulla ripresa o ripresina del
presidente del consiglio, Enrico Letta, non passa giorno che un esperto
borghese invece non analizzi in maniera meno demenziale i dati che rispecchiano
la situazione attuale della crisi a livello nazionale e mondiale, cercando di
individuarne i motivi, dato che di questa ripresa non si vede propria l'ombra,
anzi con queste analisi anche per la borghesia 2 più 2 sembra fare quattro: per
dirla semplice semplice i padroni sfruttano i lavoratori facendo una montagna
di profitti con l'aiuto dei governi e
dei sindacati; i salari si abbassano progressivamente e non si spende più e
l'"economica si ferma".
Ritroviamo questa riflessione in un articolo apparso ieri
sulla Repubblica che approfondisce un aspetto di questa crisi, e, cioè, la
funzione del sindacato confederale, Cgil, Cisl, Uil, innanzi tutto!
L'autore dell'articolo, Tronti, che è stato anche Ministro
per la pubblica amministrazione, dà la colpa dell'attuale crisi in cui si trova
l'Italia anche all'Accordo del '93 tra governo,Confindustria e sindacati che ha
portato di fatto nelle tasche dei padroni 1.069 miliardi! togliendoli dalle
tasche dei lavoratori. Per questo viene a mancare quella che chiamano
"domanda interna" e cioè i lavoratori adesso non hanno soldi da spendere!
Con parole sue, che interpretiamo fra parentesi, l'ex
ministro dice: “Il contributo offerto dalla quota del lavoro [il salario
perso dai lavoratori] alla remunerazione del capitale [ai profitti dei padroni]
nel quadro del Protocollo del 1993 è ingente: a prezzi del 2005, oltre 50
miliardi l’anno già due anni dopo la sigla del protocollo, fino a più di 75
miliardi l’anno nel triennio 2000-02 e attorno ai 68 miliardi l’anno tra il
2003 e il 2007. Soltanto con la crisi (tra il 2009 e il 2012), in dipendenza dalla
tenuta dei salari contrattuali reali a fronte della caduta della produttività
del lavoro, il contributo si è ridotto a valori più modesti, 30-40 miliardi
l’anno. Il valore cumulato di questi trasferimenti impliciti e silenziosi
dal 1993 al 2012 ammonta a ben 1.069 miliardi: una cifra
sufficiente a spiegare non solo il freno della domanda interna di consumi e
l’aumento dell’indebitamento delle famiglie…"
Tronti spera e dice che “Il nuovo protagonismo unitario dei
partner sociali [e qui sembra piuttosto stupido dato che si parla ancora una
volta dell'unità tra Cgil.Cisl e Uil, il governo e i padroni, esattamente come c'era
stata nel '93] lascia intravedere la possibilità che il sistema di relazioni
industriali italiano esca dal tunnel dei fallimenti.” Ma non si capisce perché
adesso dovrebbe funzionare dato che Tronti insiste nel definire "scambio
politico masochistico che ha visto un sindacato debole e diviso
accettare un impressionante numero di riforme strutturali sul lavoro (salari,
contratti, pensioni) senza avere in cambio opportunità di occupazione
sostenibile né prospettive di sviluppo.”
Il sindacato confederale proprio da questa analisi si vede
che non è né debole né diviso nella sostanza! Ha fatto, attraverso mille
accordi, da tempo una scelta di classe, quella dei padroni, condita con
carriere personali fatte di ascese ai vertici del governo e delle maggiori
aziende del paese.
Questo ennesimo professore al servizio della borghesia, dà
consigli anche lui affinché si possa " trainare il Paese fuori dal tunnel
della bassa crescita” entrando però in contraddizione con ciò che dice qualche
riga prima. Ma per "uscire fuori dal tunnel" i padroni conoscono solo
un modo: la distruzione di merci e il peggioramento costante delle condizioni
dei lavoratori e delle masse popolari, a cui resta un solo modo per uscire
fuori da questo tunnel barbaro del sistema borghese: la rivoluzione.
L'articolo citato: http://www.repubblica.it/economia/affari-e-finanza/2013/12/02/news/lo_scambio_masochistico_di_un_sindacato_debole-72466373/
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