Resistono le occupazioni nelle scuole italiane e
le polemiche connesse. Da Bologna a Palermo, passando per Napoli e Roma, negli
ultimi giorni il numero degli istituti caduti nelle mani degli studenti è
cresciuto. . Ad ottobre e novembre,
in più occasioni, gli studenti sono scesi in piazza contro la politica di
austerità contro la legge
di stabilità. I ragazzi chiedono più iniziative per il diritto allo studio e per
la prima volta sentono che il loro futuro è in serio pericolo.
gli studenti protestano per motivi generali e per motivi "locali": edifici sgarrupati - un po' dappertutto - taglio dei finanziamenti da parte degli enti locali - accade a Bologna, dove si protesta per il temuto taglio dei fondi destinati alle assemblee d'istituto - o le difficoltà economiche in cui versano i singoli istituti: al nautico Cini Venier di Venezia, dove gli studenti hanno occupato l'istituto per protestare contro la mancanza di fondi per i laboratori e l'assenza di un simulatore per la navigazione.
In parecchi slogan, è presente la parola "futuro" che i ragazzi sembrano leggere con grande incertezza. L'incertezza data dai numeri della disoccupazione giovanile che in appena dieci anni è quasi raddoppiata, balzando dal 23 al 41,2 per cento. E che nel meridione d'Italia è giunta al tasso record del 48,8 per cento. Gli studenti chiedono alle istituzioni anche borse di studio universitarie per tutti coloro che ne abbiano diritto - e non solo per il 66 per cento - affitti meno cari per gli studenti fuorisede e l'abolizione del cosiddetto accesso programmato: il numero chiuso. Ma anche una politica che limiti le spese per i libri di testo alla scuola superiore, dove i primi due anni sono ormai obbligatori, e più fondi per gli istituti scolastici.
E mentre sul web spuntano manuali che spiegano agli studenti "cos'è e come si fa un occupazione", le proteste di questi giorni fanno storcere il muso a più di qualche protagonista.
gli studenti protestano per motivi generali e per motivi "locali": edifici sgarrupati - un po' dappertutto - taglio dei finanziamenti da parte degli enti locali - accade a Bologna, dove si protesta per il temuto taglio dei fondi destinati alle assemblee d'istituto - o le difficoltà economiche in cui versano i singoli istituti: al nautico Cini Venier di Venezia, dove gli studenti hanno occupato l'istituto per protestare contro la mancanza di fondi per i laboratori e l'assenza di un simulatore per la navigazione.
In parecchi slogan, è presente la parola "futuro" che i ragazzi sembrano leggere con grande incertezza. L'incertezza data dai numeri della disoccupazione giovanile che in appena dieci anni è quasi raddoppiata, balzando dal 23 al 41,2 per cento. E che nel meridione d'Italia è giunta al tasso record del 48,8 per cento. Gli studenti chiedono alle istituzioni anche borse di studio universitarie per tutti coloro che ne abbiano diritto - e non solo per il 66 per cento - affitti meno cari per gli studenti fuorisede e l'abolizione del cosiddetto accesso programmato: il numero chiuso. Ma anche una politica che limiti le spese per i libri di testo alla scuola superiore, dove i primi due anni sono ormai obbligatori, e più fondi per gli istituti scolastici.
E mentre sul web spuntano manuali che spiegano agli studenti "cos'è e come si fa un occupazione", le proteste di questi giorni fanno storcere il muso a più di qualche protagonista.
Secondo la
ministra dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, "le occupazioni fanno male alla
scuola". "E' un fenomeno di cui parlare e discutere, che viene dato per
scontato, e questo fa male ai nostri stessi studenti", ha dichiarato a margine
di un vertice a Bruxelles. "Occupare la scuola - spiega il ministro - è un
atto grave e importante, lo si fa quando si ha un obiettivo, ma non è nella
normalità. Dovrebbe essere una cosa estrema, ma se tutti gli anni, nello stesso
periodo, avvengono le occupazioni, allora è fenomeno che non va bene . E
Dobbiamo anche aiutare i dirigenti scolastici ad affrontare questo tema, perché
per loro è una grave responsabilità". Anche i dirigenti scolastici non sanno come affrontare l'emergenza e
sperano nell'appoggio delle famiglie
a Palermo si è passati dalle parole ai fatti: alcuni i
genitori - fascisti e benpensanti del liceo Umberto I si sono rivolti alle forze dell'ordine presentando
un esposto.. A Modena, la preside dell'istituti tecnico
industriale Fermo Corni, Francesca Romana Giuliani, ha rivolto un appello ai
genitori "perché dissuadano i figli dal partecipare all'occupazione".
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