La Turchia vuole Bahar, a tutti i costi
«La
Turchia vuole ad ogni costo l'estradizione di Bahar Kimyongur». Scrive
così il Comitato per la libertà d'espressione e d'associazione (Clea),
di cui Bahar è membro. Ed è così. Perché non si capisce come mai un
giornalista (e attivista) che si batte per i diritti umani sia stato
arrestato (ingiustamente) nel nostro Paese, raggiunto da un mandato di
cattura vecchio e che alcune sentenze hanno già stabilito essere
infondato.
Oggi è stato diffuso un
comunicato da parte dell'avvocato di Bahar e della sua famiglia che
ribadisce questo fatto perché pare che alcuni giornalisti nostrani (ma
anche i nostri politici) non l'hanno ancora capito. Saranno duri di
comprendonio. «Il Signor Bahar Kimyongur, cittadino belga, è giornalista
e scrittore esperto della situazione politica mediorientale; attivista
per la pace e i diritti umani, lavora per la ONG svizzera "International
Institute for Peace, Justice and Human Rights". [. . .] Le accuse mosse
al Signor Kimyongur dalle autorità di Ankara sarebbero sostanzialmente
quelle di essere membro del DHKP-C, un'organizzazione turca classificata
come terroristica. Si tratta tuttavia di addebiti che in più sedi
giurisdizionali all'estero sono già stati ritenuti del tutto
inconsistenti ed inidonei a giustificare un'estradizione».
Durante
l'udienza che si è svolta lo scorso lunedì Kimyongur «ha spiegato
dettagliatamente le proprie ragioni al Presidente della Corte, negando
in modo netto di fare o aver mai fatto parte della citata organizzazione
DHKP-C». Speriamo adesso sia chiaro a tutti quei giornali che hanno
dato del terrorista a Bahar, a quelli che hanno preferito non parlare
troppo di questo arresto e che, così facendo, hanno fatto un gran favore
alla Turchia. Speriamo vi sia chiaro: Bahar è innocente ed è detenuto
ingiustamente in un carcere italiano.
Nel
pomeriggio si è svolta una nuova manifestazione davanti al Consolato
d'Italia, a Bruxelles, per chiedere la liberazione di Bahar e domani ci
sarà un nuovo presidio davanti al tribunale di Brescia, dove alle 11.00
si terrà la seconda udienza che deciderà la liberazione di Bahar; poi si
terrà l'udienza che deciderà sulla richiesta di estradizione di
Kimyongur (ma la data è ancora da stabilire).
Bahar
rischia di essere estradato in Turchia. E se i media mainstream e i
nostri politici continueranno a tacere su questo assurdo e immotivato
imprigionamento, si renderanno complici delle torture che Bahar subirà
se l'Italia dovesse decidere di rimandarlo ad Ankara.
Nessun commento:
Posta un commento