(da Mfpr Taranto)
Mentre continuano ad arrivare le notizie dirette sullo sciopero
delle donne e le altre iniziative del 25 novembre città x città;
notizie ancora molto al di sotto della effettiva estensione, peso
che ha avuto lo sciopero delle donne, in cui le realtà più
sorprendenti e che "pesano" sono state soprattutto quelle delle
operaie delle fabbriche (vedi a Bergamo, a Bologna, ecc.), delle
lavoratrici, precarie che rischiano di più (vedi L'Aquila, Palermo,
Milano, Taranto, ecc. ecc.), insieme a "zone di esplosione" delle
studentesse; (stiamo raccogliendo tutte le notizie per preparare un dossier -
quindi chi non le ha ancora mandate sul 25, lo facesse);
mentre da queste notizie si conferma che la vera novità, storica per
il nostro paese, e non solo, è questo sciopero delle donne che
intreccia le ragioni di lotta di classe e di genere, una "mistura"
che può diventare effettivamente pericolosa per gli uomini, governo,
Stato, padroni che odiano le donne, che ha lanciato un forte
segnale/"sfida";
mentre le tante belle mobilitazioni del 25 novembre intorno allo
sciopero delle donne hanno gridato con forza l'ORGOGLIO delle donne,
che non hanno lasciato che le femministe da ceto politico,
sindacale, le rappresentanti istituzionali parlassero in pace per
loro, o peggio ancora, che gli uomini parlassero "sulle donne";
proprio il 25 novembre è uscita una bruttissima pagina del
giornale Il Manifesto.
Certo, non ci aspettavamo gran chè da un giornale che anche nei
giorni precedenti ha taciuto, bucando anche giornalisticamente,
sullo "sciopero delle donne", ma il 25 ha superato, nel peggio, sè
stesso.
Sul trafiletto sula lotta contro i femminicidi ha dato la parola
alle istituzionali, dall'assessore regionale della Lombardia,
Viviana Beccalossi, all'europarlamentare Silvia Costa, passando per
una valorizzazione del decreto sul femminicidio e finendo ai costi
che la violenza sulle donne comporta per lo Stato...
Una vera indecenza. Nessuna informazione, nessun rigo sulla lotta
delle donne,
Ma il peggio deve ancora arrivare. Il paginone (pag. 5), intitolato
"amore violento" a chi dà la parola il giorno 25 novembre? A due
uomini!: ad un intervento dell'associazione Maschileplurale e ad
Antonio Bevere su "le nuove garanzie nella cornice europea".
Ora, al di là del merito di questi due interventi/articoli - non è
questo il problema - questo giornale ha fatto peggio di tanti altri
giornali che non si danno targhette di "sinistra".
C'erano tanti altri giorni, prima, dopo il 25, per dare - anche - la
parola sui femminicidi, violenze contro le donne agli uomini. Ma
proprio il 25, NO!!
E chiaramente non può essere considerata una "scivolata" non voluta,
ma evidentemente una scelta.
Invitiamo le compagne, lavoratrici, ragazze di Roma a fare una
"visita" alla redazione de Il Manifesto.
MFPR Taranto
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