martedì 26 novembre 2013

pc 26 novembre - 25 NOVEMBRE "CALDO" A TARANTO




 




Ieri le lavoratrici, le studentesse, tante donne, disoccupate, casalinghe, anche artiste hanno preso, con tutta la loro carica, ribellione, forza, la scena di Taranto, con, per la prima volta, lo sciopero delle donne!
Hanno iniziato le lavoratrici, in primo luogo quelle più sfruttate e offese da lavori che non si possono neanche chiamare tali, le lavoratrici delle pulizie, degli asili; poi nella mattinata hanno portato tutto il vento fresco delle loro ribellione e voglia di lottare le studentesse, dell'Ist. professionale Cabrini che in maggioranza hanno fatto lo sciopero, poi tantissime ragazze del Magistrale Vittorino da Feltre sfidando l'intimidazione “del compito in classe”, del liceo Aristosseno, del liceo Battaglini, dell'Ist. di ragioneria Pitagora dove normalmente non riescono gli scioperi generali, ma anche la novità delle studentesse Universitarie, come le ragazze di Giurisprudenza (e siamo ancora in attesa di altre notizie dalle scuole).
La mobilitazione dello sciopero è iniziata alle 7,30, in cui compagne del mfpr, lavoratrici delle pulizie in sciopero hanno fatto un “giro” davanti alle 2 scuole principali Vittorino e Cabrini, per dire uniamoci nello sciopero delle donne, ci ammazzano, ci negano il futuro, ma come dissero le ragazze di Brindisi nel corteo per la morte di Melissa “Noi non abbiamo paura”, noi ci ribelliamo, vogliamo fare una rivoluzione che cambi il cielo e la terra.
La combattività delle donne, lavoratrici, studentesse ha sbaragliato le grigie donne (poche) uomini (in maggioranza) del PD che si erano inventati un volantinaggio per il 25 novembre davanti al Cabrini, ma in realtà per sfruttare il 25 per parlare delle primarie... che miseria, che ipocrisia...

Poi tutte, lavoratrici, disoccupate, studentesse, ci siamo trovate in più di un centinaio in piazza Immacolata. Qui la prima questione è stata: noi oggi, insieme a tante altre donne, ragazze a livello nazionale, in tante città (proprio allora arrivava da Bergamo le notizie di altre operaie metalmeccaniche in sciopero), stiamo facendo un fatto nuovo, storico, di rottura, che vuole pesare su padroni, istituzioni, governo, e lancia un forte “Attenti!” agli uomini che odiano le donne”- “noi non vi lasceremo più in pace!”. Ora dobbiamo continuare, sulla piattaforma dello sciopero delle donne, e nelle scuole su obiettivi decisi dalle studentesse, facendo in prima persona anche una battaglia sul fronte culturale, ideologico perchè ora si può fare con le ragazze in lotta; fuori dalla lotta è delega, rituale di un giorno e noia...
Per questo in piazza oltre agli interventi, si è cominciato a costruire una rete, con decine, decine di donne, ragazze soprattutto che facevano la “fila” al tavolino per dare i loro riferimenti.
Le lavoratrici hanno denunciato le condizioni di estrema precarietà di vita e di lavoro, la mancanza di lavoro, di case, ecc. che nega alle donne la possibilità di indipendenza. Questo è anche violenza ed è alla base e alimenta la condizione di oppressione, i femminicidi sulle donne. E di questo sono complici le istituzioni, il Comune di Taranto che da un lato parla di “azioni di sostegno e sensibilizzazione” contro le violenze sulle donne, dall'altro le “ammazza” negando case, contratti dignitosi negli appalti. Le donne disoccupate hanno denunciato come in questa città per sperare in un lavoro bisogna essere “criminali” perchè i padroni delle cooperative ricevono finanziamenti da questo tipo di assunzioni...
Con questo spirito poi una delegazione di lavoratrici/disoccupate è andata in prefettura, dove rompendo gli schemi burocratici, abbiamo fatto una forte denuncia su un prefetto “mezze maniche”, che non fa nulla in una città in cui le donne sono inquinate, disoccupate, maltrattate, e pure muoiono o ammazzate dai Riva o dagli uomini...

La sera, nonostante il tempo inclemente, tutto il pavimento della piazza si è letteralmente riempito di decine di striscioni, di una bella mostra artistica di forte impatto visivo sulla violenza contro le donne, e di tantissimi pannelli che descrivevano tutti gli aspetti di doppio sfruttamento e oppressione delle donne. Poi tanta musica. Anche questa volta almeno un centinaio di donne ha partecipato, ognuna portando altre; alcune erano venute dal mattino, ma tantissime sono venute in serata, come le donne che da tempo lottano per il diritto alla casa, come compagne, democratiche, ecc.; anche vari uomini, tra cui operai dell'Ilva, della Pasquinelli, giovani, ecc., per dire “avete ragione”, “vogliamo sostenere la vostra battaglia”, e alcuni dimostrandolo già con un “appoggio tecnico” in piazza.
Una piazza che nonostante l'improvviso freddo e vento era “calda”. Mentre a poche centinaia di metri si teneva una “fredda” assemblea paraistituzionale, con consigliera parità, Pd, burocrate della Cgil, “esperti” che si vanno soldi in televisione sulle uccisioni delle donne, sul fare a Taranto una “casa delle donne” - di fatto non “delle” ma “sulle” povere donne-vittime; una riunione in cui l'80% degli interventi erano di uomini...
Ma tornando alla bella piazza Immacolata, molta attenzione verso la mostra e anche in serata si è continuato a tessere la “rete” con le donne venute, entusiaste che vogliono continuare. Pure in serata vari interventi, in particolare una compagna del quartiere Paolo VI che ha letto sue e di altre donne riflessioni sui vari aspetti delle mille violenze contro le donne; una lavoratrice che ha raccontato la recente lotta delle pulizie con blocco del ponte, occupazione del Comune in cui le donne sono l'anima più ribelle e decisa.
Un momento significativo e toccante è stato l'intervento dell'attrice Monica Corallo che prima ha letto un pezzo dal libro di Serena Dandini “Ferite a morte” e poi un passo del lavoro teatrale “I monologhi della vagina”.
Quindi la serata si è conclusa in bellezza con dei video di lotta. Infine torte, anche queste in tema: una che riportava l'immagine dell'operaia “We Can Do It” e “sciopero delle donne”, l'altra con su scritto “MFPR”.

Le compagne del MFPR - Taranto

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