venerdì 11 gennaio 2013

pc 11 gennaio - INTERVISTA A OPERAI ILVA TARANTO

La situazione all'Ilva. Intervista del blog Tarantocontro a 3 operai dell'Ilva – di cui due dello Slai cobas Ilva.

Tarantocontro - Quanti operai sono attualmente in cigs?

Andrea (del rep. Ofe-Lem, dello Slai cobas Ilva) - La cifra complessiva che l'Ilva ha annunciato non corrisponde al numero di operai che sta materialmente in cassintegrazione; una parte sta facendo lo smaltimento ferie.
Nel mio reparto, Ofe-Lem, gli operai in ferie forzate attualmente sono 10 su 60 per 15 giorni. Andranno poi altri operai. Chi ha più ferie va prima. Ora toccherà a me.
La cassintegrazione e le ferie forzate interessano l'area a freddo. Nell'area a caldo invece stanno lavorando a pieno ritmo, per esempio ai Parchi minerali.
Nell'area a caldo si lavora fino alla produzione di bramme, dopo ci sono i vari laminatoi; è possibile che le bramme prodotte le stiano stivando, dato che, ripeto, nell'area a freddo l'attività è ridotta.

Nel tuo reparto l'attività lavorativa com'è?

Andrea - E' ridottissima, andiamo ad elemosinare sugli impianti il lavoro per manutenzione elettrica programmata. La sera si programma il lavoro per il giorno dopo. Oggi, ad esempio la mia squadra è andata ai parchi a fare due interruttori e poi c'è stato un intervento all'area 12. Altre squadre, come la manutenzione elettrica binari, hanno più lavoro.

Abbiamo saputo della protesta di operai del TNA1, avvenuta l'altro giorno, ci racconti cosa è successo.

Antonio (del TNA1) - In più di 50 lavoratori del TNA1 siamo andati alla direzione Ilva perchè noi stiamo da mesi sempre in cig, per chiedere di farci tornare a lavorare, come stanno facendo gli operai del TNA2, o di ricollocarci in altri reparti come è successo l'anno scorso in cui l'azienda ci ha trasferito in in acciaieria, ome-mua, batteria.

Quanti sono gli operai del TNA1 in cigo?

Antonio - 370 tra TNA1 e arena combinata, abbiamo finito le ferie, ci hanno anticipato anche le ferie del 2013, dal 31 dicembre hanno fatto partire la cassintegrazione. Ci hanno confermato la cig fino al 2 marzo.

Perché gli operai del TNA1 sono stati messi in cig, mentre il TNA2 lavora?

Antonio - Noi facciamo lo stesso lavoro degli operai del TNA2 che invece stanno lavorando. La differenza è che il TNA2 avendo impianti più ampi del TNA1 può trasportare sia i suoi coils che i nostri. In questo periodo il TNA2 sta prendendo sia le bramme dell'acciaieria 2 che quelle dell'acciaieria 1 che normalmente vengono prese dal TNA1
Come operai possiamo fare anche noi il lavoro del TNA2, come capacità di impianti, no. Al TNA1 le bramme sono sequestrate, mentre al TNA2, no.

Piero (del rep. Acciaieria 1, dello slai cobas Ilva) – Le condizioni di trattamento devono essere uguali per tutti. Se metti in cig sempre gli stessi vuol dire che li stai già destinando alla mobilità. L'azienda poi deve ancora dimostrare che questa cig era necessaria, visto che non ha avuto neanche la firma della Fiom.
Noi dell'acciaieria 1 continuiamo a lavorare anche se le colate si sono un pò ridotte, ora ne facciamo 10/12, ma a volte anche 7/9, rispetto alle 18, perchè sta arrivando poca ghisa. Mentre all'Acciaieria 2 arriva più ghisa, dato che l'Afo 4 e l'Afo 5 sono più vicini.
Le bramme dell’Acciaieria che prima le prendeva il TNA1, ora le prende il TNA2. Dobbiamo poi dire che, siccome l’area Batteria è sotto sequestro, l’Acciaieria è sotto sequestro, ecc., il TNA2 sta facendo nei fatti il lavoro su bramme sequestrate.

Antonio – L’azienda dovrebbe presentare un piano vero, dicendo ora si ferma questo impianto e poi riprende in questi tempi, poi un altro, e così via. Invece non viene detto nulla.
Per giunta sta arrivando ad alcuni di noi operai del TNA1 una lettera dell’INPS, per il tramite dell'Ilva, di "Dichiarazione di immediata disponibilità ad un percorso di riqualificazione professionale e all'adesione di una proposta di lavoro congruo", che noi dobbiamo riconsegnare firmata all'Ufficio personale Ilva. Che significa? La cosa è preoccupante, è la prima volta che succede.

Piero – L’azienda dice che c'è crisi – non ha dato neanche i panettoni a Natale – ma, allora, non dovrebbe dare i premi in soldi ai capi turno, di 1000 euro a testa, e ai capi area.
Nello stesso tempo, la maggiorparte degli operai, a cui erano stati bloccati i tesserini a fine novembre e che avevano avuto la promessa da Buffo il 27 novembre che quella settimana di fermata sarebbe stata comunque pagata, non ha ricevuto niente per quei giorni.

La Procura ha deciso di aprire un conflitto di potere col governo sul decreto per l'AIA. L'Ilva sta usando questo per parlare di rischio stipendi. Come è la situazione?

Andrea - Per quello di dicembre lo stipendio è garantito, anzi l'azienda ha fatto sapere che lo pagherà il giorno prima, venerdì 11, per "scusarsi" del ritardo della 13°. Per il prossimo mese invece c'è incertezza.

Che clima c'è in fabbrica?

Andrea - Tra gli operai c'è ancora paura perchè non si sa come va a finire. Ci sono lamentele verso i sindacati confederali, ma ora più per la gestione delle ferie forzate. I capi sono diventati delle pecorelle, e rispetto a mesi fa ora si fanno meno sentire.

Sul fronte sindacale com’è la situazione tra gli operai?

Piero – devo dire che, purtroppo, nonostante tutto quello che c’è stato in questi mesi in cui è venuto fuori anche che i sindacati confederali sono implicati nelle intercettazioni, io vedo rifare tessere con la Uilm. Manca la cultura dell'operaio di dire ora basta! Io protesto. Certo, spesso le reiscrizioni ai sindacati confederali, soprattutto Uilm, sono legate a questioni individuali che hanno gli operai e che la Uilm risolve. Ma questo non va bene. Per avere la forza, lo slai cobas deve avere le tessere, perchè il sindacato deve sapere su quanti contare. I lavoratori si nascondono dietro un dito, dicono: io mi faccio la tessera, ma poi non partecipano e invece vogliono anche essere “coperti” anche per comportamenti sbagliati, e sanno che lo slai cobas questo non lo fa.

L'altro giorno mentre voi del TNA1 stavate alla direzione sono arrivati i delegati di fiom e uilm, che cosa vi hanno detto?

Antonio - Niente, invece si sono presentati anche due della Digos. Noi volevamo parlare con il direttore dell’Ilva Buffo o qualcun altro della Direzione, ma i delegati hanno detto che non c'era nessuno.

Piero - Nel reparto TNA1, mentre gli operai stavano a casa, i lavoratori delle pulizie continuavano a lavorare; a fronte della iniziativa degli operai del TNA1, i delegati sindacali hanno parlato con il capo reparto, e questi ha mandato a casa anche quelli delle pulizie. Alla fine, quindi, l’intervento dei delegati di Fiom e Uilm, invece che far rientrare gli operai del TNA1 è servito solo a mettere in cig anche gli operai delle pulizie.

Alla fine cosa avete deciso?

Antonio - I delegati sindacali ci hanno detto di andare a gruppi alla Prefettura, noi, invece, lunedì prossimo vogliamo tornare alla Direzione dell’Ilva, l’appuntamento è alle 9.
Noi chiediamo allo Slai cobas Ilva di venire lunedì e di sostenerci.

Sicuramente lo Slai cobas Ilva verrà e sosterrà qualsiasi azione voi vogliate fare, ma la direzione aziendale non li vorrà incontrare perché non riconosce organizzazioni sindacali alternative ai confederali e il diritto/libertà dei lavoratori di scegliersi la loro organizzazione. Cosa fare? Il 27 novembre, i lavoratori entrarono in massa nello stabilimento e andarono alla Direzione e così imposero al Direttore Buffo di scendere a parlare con tutti. Ora servirebbe un’iniziativa simile per costringere i responsabili dell’Ilva anche questa volta a scendere loro giù per incontrare gli operai del TNA1 e chi li rappresenta.

Piero – L’azienda non vuole parlare con noi dello Slai cobas, con l’Usb, e tra un pò non vorrà incontrare neanche la Fiom. Ma questo non è giusto.

Lo Slai cobas vuole riprendere l'attività sollevando anche altre questioni (accordo cambio tuta, livelli, sicurezza). Il 17 è vi sarà la prima udienza per il cambio tuta. Ci sarà un comunicato informativo ai lavoratori?

Andrea - Si, facciamo un comunicato alla fabbrica, perchè gli operai mi chiedono sulle cause che stiamo facendo sul cambio tuta. Alcuni sono rassegnati perchè dicono che ormai vi è stato l'accordo e loro hanno già preso i soldi. Ma se i ricorsi vanno avanti e si vince sarebbe un segnale importante.

Altra questione che si avvicina è il problema del rinnovo delle RSU, che dovrebbe essere intorno a maggio. Lo Slai cobas intende proporre, innanzitutto a Usb e ad operai che fanno riferimento al Comitato Liberi e Pensanti una lista unica per le prossime elezioni, in modo che le diverse aree di operai più combattivi si presentino unite. L'idea è di associare non tanto e non solo le sigle e organizzazioni di appartenenza, ma gli operai.

Andrea - Sono daccordo. E' bene fare una proposta pubblica agli operai in questo senso.

Piero – Anch'io sono d’accordo. Facciamo la proposta, e cominciamo a parlare con il rappresentante dell’Usb.

Ma per fare avanzare questa proposta non è meglio che gli operai si parlino tra di loro e si realizzi una riunione?

Andrea - Per quanto riguarda le riunioni, fuori dall'Ilva fuori dall'orario lavorativo, è difficile che gli operai vengano. Possiamo farla all'uscita delle 16 ad una portineria, anche se parteciperanno all'inizio pochi.
Lanciamo la proposta per prendere accordi, poi essa deve essere gestita dagli operai. Rimuovendo gli ostacoli che possono venire da l'Usb che può volere fare solo una propria lista e dagli operai del Comitato Liberi e pensanti, il Comitato ora come ora fa un discorso contro i sindacati tout court.
C'è un pò di tempo per discutere, e ci dobbiamo impegnare.
Se non si realizzasse questa lista unitaria, diremmo agli operai perchè e a causa di chi non c'è stato l'accordo. E noi dello Slai cobas faremmo una lista nostra. Dobbiamo evitare, come in altre volte e su altre questioni - sicurezza, cambio tuta, raccolta firma per anticipare le elezioni Rsu, ecc. - che noi facciamo il lavoro, spianiamo la strada e poi se ne avvantaggiano gli altri.

La lista unitaria può essere attrattiva anche per tutti i dissidenti interni ai sindacati confederali, soprattutto nella fiom, che non vogliono già iscriversi a un sindacato alternativo?

Andrea - La lista alternativa è nell'interesse degli operai dell'Ilva. Se necessario, creeremo una condizione di “mediazione”. Da soli anche l'Usb non riuscirebbe, perchè vi è ancora la concezione tra i lavoratori è del delegato sindacale riconosciuto e tutelato, e questo l'azienda finora lo garantisce solo a quelli dei sindacati confederali. La stessa vicenda della lotta del Mof che è stata importante, per come è andata avanti dopo il presidio, non ha ancora risulto nulla Alla fine, agli occhi degli operai, la situazione è ancora come prima, l'accordo di novembre 2010 è ancora in piedi ed è sostenuto dai sindacati confederali, e gli operai vogliono ottenere qualcosa di concreto. Per questo, operai che si stavano per iscrivere all'Usb al Mof, e l'ho visto anche nel mio reparto, poi non lo hanno fatto.

E' chiaro che se gli operai non cambiano mentalità non cambia la situazione.

Andrea - Lo Slai cobas è un'organizzazione sindacale semplice e seria. Come abbiamo fatto per il 'cambio tuta', anche sulle RSU dobbiamo dire e proporre la cosa giusta da fare, la lista unitaria e alternativa, perchè occorre mettere insieme non un gruppo di operai, ma un'intera area di operai, articolata. Altrimenti non vincerà nessuno, o meglio, vincerà sempre l'azienda e i sindacati con federali suoi complici.

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