Parigi, tre donne uccise
nell’Istituto curdo Colpi alla testa come in una esecuzione
Secondo Leon Edart, responsabile delle Associazioni
curde in Francia (Feyka), le tre vittime si trovavano nella sede dell’Istituto
già ieri, dalla metà della giornata. Nel tardo pomeriggio un membro della
comunità curda aveva cercato di raggiungerle telefonicamente, ma non vi è
riuscito
Una strana
esecuzione, nel cuore di Parigi, in un quartiere animato: è quanto avvenuto
nell’Istituto curdo della capitale francese. Nella notte vi sono state
ritrovate tre donne assassinate, in un lago di sangue. E stamani centinaia di
militanti curdi si sono radunati in strada, davanti al palazzo, dove ha sede
l’organizzazione, gridando: “Turchia assassina, Hollande complice”,
“Queste donne non sono morte”. E ancora: “Siamo tutti del Pkk“,
alludendo al Partito dei lavoratori del Kurdistan. L’Institut kurde
de Paris si trova al 147 di rue Lafayette, nel decimo arrondissement.
Le tre donne sono state uccise con alcuni colpi alla testa: freddate in maniera
spietata. Una di loro è Fidan Dogan, 32 anni, che lavora presso questo
centro d’informazione sulla causa curda. Secondo il sito Aktukurde.fr,
le altre due vittime sarebbero “Sakine Cansiz, una delle fondatrici del
Pkk, e Leyla Soylemez, giovane attivista”. Secondo Leon Edhart,
responsabile delle Associazioni curde in Francia (Feyka), le tre donne
si trovavano nella sede dell’Istituto già ieri, dalla metà della giornata. Nel
tardo pomeriggio un membro della comunità curda aveva cercato di raggiungerle
telefonicamente, ma senza riuscirvi. Più tardi si è recato sul posto, ma non
aveva le chiavi e non è potuto entrare. Solo nella notte, poco prima delle due,
i corpi delle tre donne sono stati scoperti: sul posto si sono recati degli
amici, preoccupati per la loro sorte. Nella sede dell’istituto si è già recato
stamani Manuel Valls, il ministro degli Interni: “E’ un fatto grave – ha
dichiarato -, è inaccettabile: per questo sono qui”. “La scena del crimine fa
pensare che si tratti di un’esecuzione, ma dobbiamo ancora chiarire le
circostanze esatte della tragedia”, ha sottolineato una fonte della polizia
francese all’Agence France Presse. Secondo Leon Edhart “si tratta
di un crimine di Stato o in ogni caso di un crimine politico. E, se si dovesse
puntare il dito contro qualcuno, sarebbe la Turchia”. Da sottolineare: in
strada, all’entrata del palazzo, la presenza dell’Istituto curdo di Parigi non
è segnalata. Secondo Edhart, le tre vittime avrebbero aperto la porta al loro
assassino. Intanto la Feyka ha già lanciato un appello a tutti i curdi
d’Europa, perché i più numerosi possibile si rechino a Parigi a manifestare
contro questo eccidio. In Francia vivono oltre 150mila curdi, per il 90%
originari della Turchia. L’arrivo dei curdi nel Paese si intenisificò
soprattutto a partire dal 1981, quando venne eletto Presidente François
Mitterrand, che sempre appoggiò la causa di questo popolo, spinto anche
dalla moglie Danielle, attiva nel settore dei diritti umani. Va
segnalato che, anche negli ultimi tempi, la giustizia francese si è occupata di
casi di estorsione di fondi relativi al Pkk e alla cattiva abitudine di alcuni
dei suoi militanti,di pretendere l’imposta rivoluzionaria. L’eccidio interviene
mentre ad Ankara il governo turco starebbe in realtà concludendo un
accordo con Abdullah Ocalan, il capo dei ribelli turchi, imprigionato.
Si metterebbe in questo modo fine a lunghe ostilità, iniziate nel 1984. In
cambio le autorità turche procederebbero a una profonda riforma del loro Stato,
dando più spazio ai diritti della minoranza curda.
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