Sono
appena stati depositati, presso il ministero dell'Interno, i simboli della
prossima campagna elettorale, ed è già bagarre alla prima curva, per usare
un'espressione mutuata dal gergo sportivo; si assiste ai lamenti di chi è
arrivato tardi a consegnare i due contrassegni ufficiali, e protesta per essere
stato preceduto da rappresentanti di liste-civetta: è il caso dei grillini,
degli ingroiani, e dei montiani.
A parte il fatto che avevano solo da presentarsi prima, invece di prendersela comoda, questi signori hanno davanti a sé - al netto della raccolta delle firme, che non penso possa essere effettuata con tanta facilità dalle civette - una via di uscita molto semplice, per evitare di essere esclusi dalla contesa: cambiare in parte il loro logo, per tornare ad essere idonei ad essere presenti sulla scheda elettorale; di seguito alcuni consigli in tal senso.
Il comico genovese si lamenta che "ci vogliono lasciare fuori dal Parlamento"; qualche tempo fa lo stesso personaggio asserì che "se non ci siamo noi, arrivano i nazisti tipo Alba Dorata": ora però lo stesso intende far comunella con i fascisti di Casapound Italia.
Piacerebbe sapere che differenza c'è tra i due movimenti in questione; il Grillo potrebbe risolvere il problema del simbolo aggiungendo quello di Casapound all'interno del suo: renderebbe così chiaro a tutti il suo vero posizionamento politico, che non è certo nell'alveo della seppur falsa 'sinistra'.
Per quanto concerne il pm palermitano, il rimedio sarebbe anche più semplice: vista la quantità di magistrati - oltre ad Antonio Ingroia, anche Antonio Di Pietro e Luigi De Magistris, per citare soltanto i più noti - potrebbe sostituire la versione stilizzata del famoso quadro raffigurante il Quarto Stato con una bilancia, il simbolo della giustizia.
Infine, elementare dovrebbe essere l'accorgimento per salvare il Fascista Sobrio: stante il fatto che nelle sue liste si trovano soltanto personaggi legati alle gerarchie cattoliche, ha solo da inserire una croce romana, e magari un inginocchiatoio, all'interno del proprio logo.
A parte il fatto che avevano solo da presentarsi prima, invece di prendersela comoda, questi signori hanno davanti a sé - al netto della raccolta delle firme, che non penso possa essere effettuata con tanta facilità dalle civette - una via di uscita molto semplice, per evitare di essere esclusi dalla contesa: cambiare in parte il loro logo, per tornare ad essere idonei ad essere presenti sulla scheda elettorale; di seguito alcuni consigli in tal senso.
Il comico genovese si lamenta che "ci vogliono lasciare fuori dal Parlamento"; qualche tempo fa lo stesso personaggio asserì che "se non ci siamo noi, arrivano i nazisti tipo Alba Dorata": ora però lo stesso intende far comunella con i fascisti di Casapound Italia.
Piacerebbe sapere che differenza c'è tra i due movimenti in questione; il Grillo potrebbe risolvere il problema del simbolo aggiungendo quello di Casapound all'interno del suo: renderebbe così chiaro a tutti il suo vero posizionamento politico, che non è certo nell'alveo della seppur falsa 'sinistra'.
Per quanto concerne il pm palermitano, il rimedio sarebbe anche più semplice: vista la quantità di magistrati - oltre ad Antonio Ingroia, anche Antonio Di Pietro e Luigi De Magistris, per citare soltanto i più noti - potrebbe sostituire la versione stilizzata del famoso quadro raffigurante il Quarto Stato con una bilancia, il simbolo della giustizia.
Infine, elementare dovrebbe essere l'accorgimento per salvare il Fascista Sobrio: stante il fatto che nelle sue liste si trovano soltanto personaggi legati alle gerarchie cattoliche, ha solo da inserire una croce romana, e magari un inginocchiatoio, all'interno del proprio logo.
Genova,
12 gennaio 2013
Stefano
Ghio - Proletari Comunisti Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
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