45 miliardi l'anno per i prossimi 20 anni: chi li dovrebbe pagare?
21/07/2012
Il Fiscal Compact è stato
definitivamente approvato dalla Camera dei Deputati e andrà in vigore
dal 1 gennaio 2013. Hanno votato a favore, tutti insieme
appassionatamente, PD, PDL e Terzo Polo.
Oltre all'obbligo del pareggio di bilancio, che
comunque i nostri attenti parlamentari avevano già approvato addirittura
con una modifica costituzionale dell’art.81, il Fiscal Compact prevede,
cosa che ancora la maggioranza dei cittadini italiani non ha
sicuramente ben compreso, il rientro dal 120 al 60% del rapporto
debito/Pil entro i prossimi 20 anni.
In moneta sonante vuol dire circa 45 miliardi l'anno
per i prossimi 20 anni: una “tassa” insopportabile che vuol dire
ulteriori tagli alla spesa pubblica e sociale, nuovi sacrifici, tagli
agli organici pubblici e tante tasse.
In definitiva, se a ciò aggiungiamo gli interessi
sul debito di circa 100 miliardi l'anno e una finanziaria l'anno che
sicuramente non mancherà, stiamo dicendo che ogni anno pagheremo dai 180
a 200 miliardi.
E' un po' come se una famiglia media italiana
dovesse accendere ogni anno un mutuo per una nuova abitazione ed ogni
anno questo mutuo si sommasse a quello dell'anno precedente. Chiaramente
al termine dei 20 anni la stessa famiglia si troverebbe senza casa,
senza un euro e magari in galera per non essere riuscito a pagare i
debiti.
Questa enorme massa di denaro che dovremmo sborsare,
insieme all'adozione dell'obbligo del pareggio di bilancio,
rappresenterà un peso enorme dal quale non potremo sollevarci.
Ci attendono quindi almeno due decenni di recessione
e di mancata crescita che porteranno l'Italia, come molti altri paesi
europei, a diventare un “paese pagatore” dove le banche e le finanziarie
straniere verranno a fare compere di Bot ad alti tassi d’interessi.
Tutto ciò se non riusciranno a far fallire prima
questo paese, sotto il peso di un debito diventato ormai insopportabile e
se riusciranno soprattutto a farci pagare oltre ogni misura, con tagli,
tasse, disoccupazione e privatizzazione totale dei beni e dei servizi
pubblici, un impegno economico che non abbiamo certo assunto noi, come
non abbiamo determinato le dimensioni enormi del debito pubblico.
Ci sembra veramente insopportabile il fatto che
tutto ciò stia passando nel più completo silenzio ed attraverso un
consenso quasi unanime a livello politico e sindacale.
Non sarà certo la repressione che stiamo vivendo e
subendo giorno dopo giorno per il solo fatto di non voler far parte del
coro o il falso ed ipocrita consenso del mondo economico, politico e
sindacale a fermare un conflitto sociale e sindacale ormai non più
rinviabile specialmente di fronte al fatto che Monti, nella conferenza
stampa di ieri, ha escluso con vigore l’eventualità di una tassazione
straordinaria sui grande patrimoni, la famosa patrimoniale.
Non per niente è il tecnico più vicino al mondo finanziario.
Non per niente è il tecnico più vicino al mondo finanziario.
Ma fino a quando abuseranno della nostra pazienza?
Quello che sta succedendo in Spagna dovrebbe insegnar loro qualcosa.
Quello che sta succedendo in Spagna dovrebbe insegnar loro qualcosa.
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