domenica 22 luglio 2012

pc 22 luglio - notte calda a Chiomonte - scontri e battaglia in corso

Guerriglia a Chiomonte tra 500 incappucciati e le forze di polizia. Sassi, bombe carta, idranti e lacrimogeni nella notte

IL CAPO della Digos ferito, un cronista contuso, sassi, lacrimogeni e bombe carta nel buio della notte. La "passeggiata" intorno al cantiere della Tav prevista per il ieri sera alla Maddalena è degenerata in scontri tra circa 400-500 militanti (molti dei quali a volto coperto e protetti da scudi di plexiglas) e le forze di polizia. Il dirigente della Digos Giuseppe Petronzi è rimasto tramortito dall'esplosione una bomba carta ed è stato portato via in ambulanza.

I tafferugli sono inziati intorno alle 22, quando i No Tav hanno tentato di tagliare le reti di recinzione del cantiere. Poi è cominciato il lancio di pietre e bulloni e di petardi, mentre le forze dell'ordine hanno risposto con candelotti lacrimogeni facendo entrare in azione un potente idrante.

Intorno a mezzanotte, è stata decisa anche la chiusura dell'autostrada Bardonecchia-Torino. Lo comunica la Questura, aggiungendo che i manifestanti si sono attestati nei pressi dell'imbocco della galleria di Giaglione, all'altezza dell'uscita di servizio del viadotto Clarea. Fitto il lancio di pietre ed oggetti contundenti contro le pattuglie della Polizia stradale poste a protezione del varco di servizio autostradale. Proprio la quantità delle pietre lanciate sull' autostradale ha creato un pericolo tale da compromettere la sicurezza della viabilità






Notte di battaglia al cantiere della Tav
Bomba carta ferisce il capo della Digos



L’assedio dei manifestanti al cantiere della Tav

INVIATO A chiomonte
Notte di tensione al cantiere Tav di Chiomonte. Alle 22.15 duecento tra autonomi e anarchici, tutti incappucciati, di fronte allo schieramento delle forze dell’ordine, hanno iniziato a lanciare sassi.

Colpito da una bomba carta è rimasto ferito il capo della Digos Giuseppe Petronzi. Il dirigente è stato colpito da una bomba carta, che lo ha sbalzato a terra, cagionando la bruciature dei vestiti e nella parte inferiore del corpo. Ha perso conoscenza ed è stato portato via in ambulanza. Coinvolti, nel medesimo contesto, altri operatori di Polizia che hanno riportato la bruciatura dei capi di abbigliamento e traumi acustici.

L’ASSALTO
Gli attivisti si sono attestati dal lato della val Clarea, all’altezza di quello che sarà l’imbocco del futuro tunnel esplorativo dell’opera. Hanno iniziato violenti tentativi di danneggiamento alle reti con cesoie di grosse dimensioni e alle pareti di calcestruzzo, provando a ribaltarle. È seguito un fitto lancio di grossi petardi, bombe carta e bulloni sulle forze di Polizia schierate a protezione del cantiere basso. Contestualmente, all’altezza delle reti che proteggono l’area archeologica ubicata dietro al Museo archeologico, i manifestanti hanno lanciato pietre e bulloni. Le forze dell’ordine hanno risposto con idranti e lacrimogeni. Un principio d’incendio, su cui sono intervenuti immediatamente i vigili del fuoco, è divampato ai margini delle reti. Gli attivisti attribuiscono le ragioni al fitto lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell’ordine. Per proteggere il cantiere dall’attacco «si è reso necessario - fa sapere la Polizia di Stato - l’uso dissuasivo di idranti e di lacrimogeni».

CHIUSA L’AUTOSTRADA
Molti manifestanti sono muniti di maschere antigas e scudi di lamiera. In coda vi è un gruppo compatto di 60 antagonisti vestiti di nero incappucciati e con scudi di plexigas. Le troppe pietre lanciate dagli antagonisti hanno reso necessario interdire in emergenza la circolazione autostradale nella direzione Bardonecchia- Torino. Lo comunica la Questura, aggiungendo che i manifestanti si sono attestati nei pressi dell’imbocco della galleria di Giaglione, all’altezza dell’uscita di servizio del viadotto Clarea. Il lancio di pietre ed oggetti contundenti contro le pattuglie della Polizia stradale poste a protezione del varco di servizio autostradale è proseguito per ore. Proprio la quantità delle pietre lanciate sull’ autostradale ha creato un pericolo tale da compromettere la sicurezza della viabilità.

IL CAMPEGGIO SOTTO ACCUSA
Per Massimo Montebove, consigliere nazionale del sindacato autonomo di Polizia, «la situazione è chiara. Dopo i rinvii a giudizio, la parte violenta del movimento No Tav cerca lo scontro e alza il livello di tensione. A farne le spese, ancora una volta, le forze dell’ordine. Vari poliziotti sono rimasti feriti e il dirigente della Digos è stato portato via in ambulanza. Bisogna sgomberare immediatamente il campeggio di Chiomonte, non ci sono altre soluzioni. E serve l’impiego dell’esercito perché l’area del cantiere è da tempo di interesse strategico nazionale». «Al questore e al prefetto di Torino - aggiunge Montebove - chiederemo nuovamente di attivarsi presso il Dipartimento per trovare una soluzione definitiva alla situazione in Valdisusa, che ormai sta degenerando come la scorsa estate».

“SITUAZIONE INTOLLERABILE”
Immediate arrivano le reazioni della politica. «Piena solidarietà alle forze dell’ordine impegnate anche questa sera a contrastare la violenza dei No-Tav in Val di Susa», commenta il governatore del Piemonte, Roberto Cota. «La Tav - aggiunge - è un pretesto per criminali che vogliono strumentalizzare questa situazione andando a manifestare in Val Susa per motivi che non hanno nulla a che fare con la Torino-Lione. Una situazione che bisogna smascherare». Secondo Stefano Esposito, parlamentare Pd, «questo ennesimo attacco al cantiere dimostra che le mie denunce, inascoltate, di questo ultimo mese erano purtroppo fondate. Questa è una situazione non più tollerabile». «I teppisti dei centri sociali italiani - aggiunge - questa sera si sono dati appuntamento per un attacco violentissimo contro le forze dell’ordine. Una situazione ormai insostenibile». 

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