Da e mail alla lista "sommosse" di Elisabetta:
L'8 aprile 1945 nasceva, a Sardagna di Trento, Margherita Cagol, fondatrice, militante e dirigente, nome di battaglia Mara, delle Brigate Rosse e uccisa il 5 giugno 1975 ad Arzello d' Acqui dai carabinieri.
In quella occasione le compagne e i compagni della rivista Rosso scrissero questo articolo:
"Margherita Cagol.
Dipinta come un'appendice del marito, da cui "dovrebbe"aver preso l'ideologia rivoluzionaria più per amore che per la sua reale scelta politica, Margherita Cagol, ora assassinata nello scontro di Acqui, è considerata dallo Stato e dalla stampa borghese come una donna totalmene incapace di scelte personali dettate da una presa di coscienza politica.
La stampa borghese, serva dei padroni, porta nei suoi confronti un duplice abominevole attacco: oltre alla denigrazione politica anche la denigrazione personale che colpisce la donna in quanto sottospecie umana incapace di fare scelte rivoluzionarie autonome.
Margherita è morta, assassinata dallo Stato della violenza come migliaia di altri ed altre rivoluzionarie, pienamente cosciente della sua scelta di lotta fatta per abbattere il sistema capitalistico e per eliminare, quindi, lo sfruttamento di qualsiasi essere umano su un altro essere umano.
Evidentemente non meraviglia affatto i compagni rivoluzionari l'attacco politico della stampa sia di Stato che riformista sulle forme di organizzazione e di resistenza armata oggi esistenti in Italia, ma piuttosto il fatto che a questo si aggiunge l'attacco alla donna che non può fare queste scelte politiche se non in quanto manipolata da un uomo di cui si è innamorata perdutamente e per frustrazioni amorose in generale. E'il caso anche della compagna Ulrike Meinhof oggi coinvolta nel processo più scandalosamente antidemocratico e illegale dell'occidente capitalistico.
Ulrike Meinhof avrebbe intrapreso l'attività all'interno di un'organizzazione armata a causa di sue precedenti delusioni amorose. E' la disperazione individuale, l'isoddisfazione all'interno dei rapporti personali che muove le donne a votarsi e a sacrificarsi per la causa rivoluzionaria. Noi sappiamo che sia Margherita sia Ulrike hanno fatto le loro scelte di classe e d'organizzazione in base a una presa di coscienza precisa e ad una analisi del momento politico, (fase politica, autonomia della classe, ruolo del riformismo, organizzazione) che pur non condividendo, non possiamo che rispettare.
Nel conto che dovranno pagare i padroni e i loro servi, aggiungiamo anche questo modo di trattare la donna."....
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