C'è sembrato doveroso, come studenti, che da sempre portano avanti la lotta contro il processo di aziendalizzazione dell'università, spendere due parole rispetto all'iniziativa ospitata, oggi 6 aprile, dalla Facoltà di Ingegneria della Federico II di Napoli. L'ennesima presa in giro ai danni di studenti e laureati destinati a subire l'ennesimo ricatto: un futuro di precarietà certa, costretti (almeno per chi ancora ci crede...) a piegarsi ai poteri forti, nel miraggio di un lavoro fisso... di un lavoro.
Mai titolo fu più appropriato di quello del meeting: “Le persone sono la risorsa più preziosa!”; persone da sfruttare in stage, rendendole sempre più ingranaggi e vittime di un sistema universitario, figlio di un'economia di rapina e sfruttamento, sempre più “privilegio” che “diritto” e sempre più dipendente dal prestito. È in questo contesto che si inserisce il passaggio dalle borse di studio ai prestiti d'onore, che trasformano ulteriormente uno dei diritti fondamentali degli studenti in “probabilità”, facendo entrare nella società gli studenti già con un forte debito.
Queste occasioni sono il risultato di un processo di trasformazione tutt'altro che volto all'interesse della reale componente studentesca, bensì a quello delle aziende che vogliono trarne profitto.
Oltre a ribadire la nostra contrarietà a questi meccanismi vogliamo spendere qualche parola rispetto a chi ha organizzato questa conferenza, l'ENI: gruppo guidato da Scaroni, è il principale operatore internazionale nell'estrazione di petrolio e gas in Libia, dov'è presente fin dai tempi di Mattei e dove ha una presenza assicurata fino al 2045 grazie al rinnovo delle concessioni.
La guerra, che in questi giorni l'Italia, al fianco di Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti sta combattendo sul suolo libico non è altro che una difesa a spada tratta dei propri interessi, magari per timore che i privilegi della multinazionale italiana, possano essere in pericolo.
Se oggi ci troviamo in uno stato di guerra lo dobbiamo a quei poteri economici che hanno fatto dell'imperialismo e dello sfruttamento il loro pane quotidiano. Questo è il loro reale interesse: i profitti sulle spalle dei lavoratori, degli studenti e delle popolazioni oppresse da secoli.
Per questo abbiamo deciso di interrompere e impedire questa conferenza e a ribadire l'appuntamento nazionale di sabato 16 aprile.
È giunto il momento di dire la nostra, mentre riscrivono la storia del Mediterraneo attraverso le bombe, la violazione dei diritti dei migranti e la continua militarizzazione del nostro e del loro territorio.
Sabato 16 Aprile
CORTEO NAZIONALE A NAPOLI CONTRO LA GUERRA IN LIBIA
stopwar.altervista.org
Studenti napoletani
Assemblea contro la guerra
Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 06 Aprile 2011 13:50 )
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