MA QUALE BASE POPOLARE!
C'è stato un tempo in cui si raccontava la favola - consolatoria per gli insuccessi dei partiti della falsa sinistra italiana - che il partito dei legaioli era quello che prendeva i voti dai ceti popolari perché quello più fisicamente vicino ad essi, essendo presente in mezzo a loro.
Non ci voleva molto acume per capire che non era così, e che questa era solo una storiella messa in piedi per giustificare in qualche modo le continue débacle dei riformisti sedicenti di sinistra: basta guardare quali interessi difende questa banda di xenofobi e razzisti in camicia verde per capire che con il popolo c'entrano proprio poco.
Nel primo fine settimana di aprile ci sono state due manifestazioni palesi della veridicità di quanto vado affermando: la prima, un incontro tenuto a Genova; la seconda, la fuga precipitosa di Cota da un incontro organizzato dai suoi sgherri ad Avigliana.
Venerdì 1° aprile a Genova, presso la sala conferenze del museo di Sant'Agostino in piazza Sarzano, si tiene un incontro voluto dai consiglieri regionali Edoardo Rixi e Francesco Bruzzone: una cinquantina di antirazzisti si raduna davanti alla sede del convegno per portare il loro 'caloroso saluto'; gli organizzatori scappano a gambe levate verso la vicina questura, facendosi scudo delle 'forze dell'ordine' che difendono i due gatti presenti in sala.
Il giorno successivo tocca al presidente della regione Piemonte, l'avvocato novarese Roberto Cota, fare la figura del vero coniglio: un folto gruppo di NO TAV lo attende fuori dall'hotel Caprice per ricordargli che il TAV in Val di Susa non deve essere assolutamente passare, ed il 'signore' in questione pensa bene di scappare precipitosamente.
Poi, siccome è ben conscio di aver fatto una figura di m..., rilascia una dichiarazione a Maurizio Tropeano della busjarda nella quale spiega che la sua "è stata una scelta di responsabilità per evitare di impiegare per un'iniziativa politica 300 uomini delle forze dell'ordine".
Siccome ogni partito ha il proprio servizio d'ordine, ci si chiede perché mai bisognerebbe impiegare trecento uomini in divisa per salvare la faccia del politicante di turno: tanto più in questo caso, dato che i legaioli da sempre straparlano di centinaia di loro pronti ad imbracciare i fucili per difendere i propri schifosi interessi.
E pensare che un tempo i legaioli erano parte integrante del movimento NO TAV: poi sono andati al governo con al Pappone ed è cambiato tutto.
Genova, 03 aprile 2011
Stefano Ghio - Comitato promotore Circolo Proletari Comunisti Genova
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