martedì 21 settembre 2010

pc quotidiano 21 settembre - Solidarietà ai compagni di Bologna colpiti dalla repressione



Dopo un anno dalla contestazione al ministro della "sicurezza" e dello stato di polizia di questo governo, il razzista Maroni, arrivano a Bologna i provvedimenti repressivi.
Occorre rispondere con le lotte, la solidarietà militante e la controinformazione.
Occorre l'unità organizzata delle forze comuniste rivoluzionarie anarchiche, antifasciste, antirazziste colpite dalla repressione.
C'è bisogno di una rete per un comitato di soccorso rosso proletario e di massa

Dal comunicato dei compagni:

“Dissentire non è reato, non ci fermerete mai!”

I comunicati di Bartleby e Cua sulle misure cautelari che questa mattina hanno colpito sette manifestanti che un anno fa contestarono la presenza del ministro Maroni a Bologna.

21 settembre 2010 - 14:30
Dissentire non è reato!

Questa mattina la Digos di Bologna ha notificato a diversi attivisti provvedimenti contro le libertà personali. Si tratta di 6 obblighi di firma giornalieri e un arresto domiciliare.
Tutto questo avviene ad un anno di distanza dal 28 settembre scorso quando in tanti e tante scendemmo in strada per gridare tutto il nostro sdegno contro la presenza in città del ministro leghista Roberto Maroni. Ministro invitato dall’Università di Bologna a partecipare ad un seminario sulla tessera del tifoso: il tutto con adeguato riconoscimento di crediti da parte dell’Alma Mater. Sinceramente cosa ci sia stato di istruttivo in quel seminario ancora ci sfugge!
Maroni per noi è semplicemente il ministro del “pacchetto sicurezza”, dei respingimenti in mare e dei campi di concentramento per migranti nel deserto libico. Lo stesso ministro facente parte di un partito, come la Lega nord, che da anni ormai fa dell’odio e della paura per il diverso la propria bandiera politica. Maroni era ed è un ospite assolutamente sgradito a Bologna.
Proprio per questo centinaia di studenti, attivisti dei centri sociali e delle associazioni antirazziste, singoli cittadini decisero di contestarne la presenza.
Come studenti di questa università più volte chiedemmo di poter entrare nella sala nella quale si svolgeva il seminario per prendere parola contro le politiche razziste e xenofobe portate avanti dal ministro e dal suo partito. Cercammo di entrare con dei canotti, proprio a simboleggiare la nostra vicinanza a quelle decine di migranti che ogni giorno rischiano la vita in mare, respingimenti e deportazioni solo per poter sperare in un futuro migliore. Ricevemmo in cambio cariche brutali e spropositate da parte della polizia, evidentemente particolarmente zelante nel difendere chi ogni mese versa loro lo stipendio!
Gli studenti universitari e Bologna tutta dimostrarono che il dissenso e l’indignazione si possono e si devono mettere in campo di fronte a una presenza di questo tipo. In tanti e tante provammo ad entrare in quella sala!
Oggi la notizia di queste misure restrittive giunge come un vero e proprio atto punitivo e persecutorio. Evidentemente alla Questura e alla Procura di questa città il dissenso crea fastidio! Noi non abbiamo paura e continueremo a scendere in piazza ogni volta che ce ne sarà bisogno. Perchè, piaccia o non piaccia, anche questa è democrazia! Anche “respingere” chi, come Maroni, deporta e mette a repentaglio la vita di centinaia di migranti.
Agli studenti e agli attivisti colpiti da questi spropositati provvedimenti penali va tutta la nostra solidarietà e vicinanza.

Non ci fermerete…

Invitiamo tutti a partecipare alla conferenza stampa che si terrà oggi alle ore 16:00 in via zamboni 38.

Bartleby_spazio autogestito

* * * * * * * * * *

Non ci fermerete mai!

Questa mattina un’operazione pesantissima della Digos di Bologna ha portato all’emissione di misure cautelari (fra cui un arresto domiciliare) nei confronti di sette attivisti bolognesi.
L’accusa è quella di aver partecipato alla contestazione della presenza del ministro Maroni all’interno dell’università di Bologna, il 28 Settembre 2009.
Quel giorno furono centinaia e centinaia gli studenti dell’Onda e gli attivisti antirazzisti che ritennero inaccettabile la presenza all’interno delle aule dell’ateneo del ministro leghista, simbolo delle politiche razziste e xenofobe, una delle facce peggiori di questo governo.
I gommoni che aprivano il corteo, per ricordare le pesanti responsabilità di Maroni sui respingimenti e sull’omicidio costante e la reclusione dei migranti, volevano poter entrare nell’aula in cui si teneva la conferenza in questione, ma furono respinti dalle cariche della celere.
Continuiamo a ribadire che è legittimo e giusto esprimere forme di contestazione e dissenso verso chi porta avanti progetti di società razzista ed intollerante.
Continuiamo a ritenere l’università un luogo in cui debba esprimersi liberamente la cultura ed i saperi (e dunque anche del dissenso), e dove la presenza di soggetti quali il ministro leghista risulta semplicemente incompatibile.
Ribadiamo che è stata dunque legittima, giusta e necessaria l’espressione critica di opposizione e dissenso di quella giornata, e che essa si ripeterà ancora qualora i vertici universitari dovessero riproporre un simile provocatorio invito.
Non possiamo non sottolineare che la scelta dei tempi (un anno dopo!) rende evidente la volontà tutta politica nell’emissione di questi inaccettabili ed insensati provvedimenti cautelari.
Non possiamo che esprimere il massimo della nostra solidarietà e del nostro sostegno verso i 7 inquisiti, chiedendo l’immediato ritiro dei provvedimenti.

Liberi tutti!
Non ci fermerete mai!

C.U.A. Collettivo Universitario Autonomo

Nessun commento:

Posta un commento