I diritti non si "meritano"... si
conquistano! - iniziativa nazionale per il diritto allo studio
studenti e studentesse delle facoltà di Napoli, abbiamo fatto "visita"
agli uffici dell'A.DI.SU (Azienda per il diritto allo studio universitario)
Napoli 1 e 2 (rispettivamente della Federico II e dell'Orientale,
Conservatorio e Accademia), nella cornice di una giornata di mobilitazione
nazionale per il diritto allo studio, per protestare contro la riforma
"Gelmini" e il DDL 1905 che smantellano l'università pubblica e riducono
drasticamente i già esigui fondi per il diritto allo studio.
Abbiamo preso di mira l'A.DI.SU. - che da "ente" per il diritto allo studio
si è trasformata in "azienda"- perché esempio del processo di
privatizzazione e aziendalizzazione che sta subendo l'università. Al nostro
arrivo presso le due sedi, dopo alcune pressioni, abbiamo ottenuto incontri
con i rispettivi direttori, ai quali abbiamo chiesto conto di tutti i nostri
diritti, che continuano a ridursi anno dopo anno: borse di studio non
assegnate, mense chiuse, sprechi baronali, assenza di alloggi e aumento
delle tasse.
Ciò che avevamo previsto non solo ci è stato confermato, ma ci siamo trovati
di fronte una situazione ancor più allarmante:
. Il budget dell'Adisu Napoli 1 ogni anno diminuisce di più di 1 milione di
euro (per quest'anno è previsto un budget di soli 10 milioni!)
. La Regione (alla quale ogni anno versiamo un "contributo" di 62 ?) tarda
sistematicamente il trasferimento dei fondi e ne trattiene una parte
consistente per ripianare il debito regionale (della serie "la crisi la
paghiamo noi... eccome!")
. Il personale dell'Adisu Napoli 2 sarà dimezzato fino ad arrivare a sole 6
unità!
In poche parole, le Adisu stesse non hanno potuto nascondere la drammaticità
della situazione attuale, che peggiorerà ulteriormente nei prossimi anni,
fino ad arrivare ad un definitivo smantellamento del diritto allo studio.
La tanto invocata "meritocrazia" che la nuova Riforma spaccia come via di
uscita dalla crisi dell'università non solo non è la soluzione, ma anzi
rappresenta un ulteriore ostacolo all'accesso ai diritti di noi studenti.
I DIRITTI NON SI MERITANO... SI CONQUISTANO! RIPRENDIAMOCI IL DIRITTO ALLO
STUDIO!
RED-NET_Napoli
- il volantino distribuito a Napoli
- il documento consegnato ai direttori delle A.DI.SU. napoletane
- audio su radiodimassa
- articolo su corriere del mezzogiorno
- intervista ad uno studente sul corriere del mezzogiorno
il comunicato della rete nazionale studentesca
L'anno accademico non è ancora ripreso, la scuola è cominciata da
pochissimo, ma già la protesta di studenti, precari, ricercatori, attraversa
istituti ed atenei. Le tante iniziative, le assemblee, i presidi, i blocchi,
sono dettati dall'esasperazione che sente chiunque viva e lavori nel mondo
della formazione. Anni di "riforme", di centrodestra o di centrosinistra,
hanno portato l'istruzione e la ricerca in una situazione insostenibile.
Strutture fatiscenti, mancate assunzioni, contratti precari, rinforzamento
dei meccanismi baronali e delle logiche dirigenziali, spazio lasciato ai
privati, aumento delle tasse, saperi quantificati in crediti e in stage non
retribuiti: chi lavora non ha diritti e gli viene tolta la passione, chi
studia impara l'arte dell'arrangiarsi e dell'essere sfruttato.
Il taglio dei fondi di cui Tremonti e Gelmini sono stati artefici con il
recente DDL 1905 e con la manovra di luglio non fanno che aggravare questa
situazione. Ancor più che nel 2008 dell'Onda, è giunto il momento per
mobilitarsi collettivamente e dire basta, riprenderci i nostri diritti e la
dignità che ci viene negata!
Nel solco delle proteste che stanno riscaldando quest'autunno, anche oggi,
mercoledì 22 settembre, è stata una giornata di lotta in tutt'Italia. I
collettivi studenteschi di RED-NET si sono mobilitati a Milano, Bologna,
Firenze, Roma, Napoli e Palermo per protestare contro l'ennesimo attacco al
diritto allo studio.
Abbiamo preso di mira le sedi dell'ADISU, non a caso "Azienda" per il
diritto allo studio, un'azienda che non tiene affatto in conto le esigenze
degli studenti, soprattutto di quelli delle classi più svantaggiate. Con
striscioni, volantini e pannelli informativi abbiamo denunciato la mancanza
di alloggi, di mense, di servizi per gli studenti, la carenza di biblioteche
ed il costo insostenibile delle tasse. Abbiamo denunciato che il taglio dei
fondi crea da anni studenti idonei non assegnatari, cioè studenti che hanno
tutte le carte in regola per avere la borsa di studio ma non la ricevono
perché i soldi son pochi. Abbiamo chiesto conto degli sprechi baronali,
abbiamo chiesto che i lavoratori dell'ADISU esprimano la loro vicinanza alla
mobilitazione universitaria e denuncino l'impossibilità di lavorare in
queste condizioni... Abbiamo infine contestato la strategia di un Governo in
crisi, quella di far cassa tagliando ovunque, regalando ai privati ogni
settore pubblico, una strategia profondamente classista e discriminatoria.
Per questo saremo di nuovo in piazza il 30 settembre a Padova, per
pretendere un reale diritto allo studio e contestare la retorica della
"meritocrazia" che in realtà serve solo ai più ricchi per giustificare i
loro privilegi.
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