lunedì 11 novembre 2024

pc 11 novembre - PRODUZIONE INDUSTRIALE IN FORTE CALO e Pil quasi inesistente, ma la Meloni continua a raccontare balle

 

Per la Meloni “va tutto bene” sempre, ma la verità è che racconta balle, come abbiamo più volte detto, e la cosa viene confermata ad ogni uscita di dati, come quelli sulla produzione industriale in Italia pubblicati dall’Istat e quelli sul Pil, il prodotto interno lordo.

Il quotidiano Domani del 9 novembre ha pubblicato un articolo con le frasi della Meloni: «Gli indicatori macroeconomici ci restituiscono la fotografia di un’Italia solida, in grado di affrontare le difficoltà meglio di altre nazioni europee, un’Italia che è tornata a correre».

E questo la Meloni lo ha detto “un paio di giorni fa, quando tra una telefonata a Donald Trump, un’altra a Elon Musk e il vertice europeo di Budapest, ha trovato il tempo di salutare gli imprenditori di Brescia e Bergamo riuniti in assemblea”, ma che questa fosse una balla lo hanno capito proprio i padroni che ascoltavano: “Il messaggio della premier forse è stato accolto con qualche perplessità da una platea informata quanto basta per capire che la realtà non coincide con il racconto di Meloni.”

I dati che smentiscono ancora una volta la raccontaballe sono di una istituzione dello stesso Stato, l’Istat: “A settembre, rileva l’istituto di statistica, la produzione industriale è diminuita dello 0,4 per cento rispetto ad agosto e il terzo trimestre dell’anno ha fatto segnare un calo dello 0,6 per cento in confronto ai tre mesi precedenti. Se poi si allarga lo sguardo, il quadro è ancora più sconfortante, visto che da gennaio e settembre la manifattura ha rallentato il passo del 3,4 per cento e la frenata è pari al 4 per cento se si considera il periodo da settembre 2023 a settembre 2024. Piove sul bagnato, perché, come segnala l’Istat, il dato della produzione industriale è negativo da 20 mesi.”

Negativo da 20 mesi, quasi quanto il governo Meloni.

Su questo risultato – continua il quotidiano – “pesa la grave crisi di Stellantis, che ha mandato in negativo del 15,4 per cento nell’arco di un anno l’indice della fabbricazione di mezzi di trasporto. Va male anche il tessile abbigliamento, in contrazione del 10,7 per cento, così come la metallurgia, meno 5,7 per cento. Il quadro complessivo è quello di un’industria che fatica molto, soprattutto nella produzione di beni di consumo, che ha rallentato del 2,5 per cento nel mese di settembre e anche le costruzioni, reduci da una fase di forte espansione, in agosto (ultimo dato disponibile) hanno invertito la marcia, con un calo dell’1,8 per cento rispetto ad agosto”.

Soprattutto la produzione di beni di consumo è calata, cioè le masse popolari comprano meno, perché hanno meno da spendere, mentre, come si vede anche nella tabella, i prezzi sono aumentati, e questo è un altro dato che conferma l’aumento della povertà nel nostro Paese.

Ma anche la “fiducia delle imprese” è ai minimi da aprile del 2021. “In questi ultimi mesi – scrive ancora il giornalista del Domani - è venuto a mancare anche il traino delle esportazioni, diminuite nei primi otto mesi dell’anno dello 0,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023. Il calo è stato ancora più marcato, scrive l’Istat, per quanto riguarda le vendite di prodotti italiani nella Ue, che fanno segnare meno 2,6 per cento tra gennaio e agosto. Un dato che riflette soprattutto la crisi della Germania” alla quale la produzione italiana è strettamente legata.

E per finire, si fa per dire, arriva la batosta sul presunto aumento del prodotto interno lordo. Qui è la stessa Bankitalia ad essere “ancora più pessimista e vede un aumento del Pil non superiore allo 0,6 per cento” mentre il braccio destro della Meloni, il leghista Giorgetti, “scommette” che alla fine dell’anno questo benedetto Pil tornerà “in espansione, dopo la crescita zero dei tre mesi estivi … Una scommessa ad alto rischio – conclude il quotidiano - quella del ministro, ma le ragioni della propaganda a volte sono più forti anche della statistica”. Appunto.

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