Tra i numerosi interventi che si sono succeduti al microfono, diversi hanno denunciato il Ddl 1660, che alla condizione grave nelle carceri unisce la repressione di ogni forma di protesta, anche pacifica, dei detenuti e dei solidali. Una legge liberticida, da stato di polizia, per reprimere ogni forma di dissenso, sia dentro che fuori le carceri, e che a maggior ragione deve vederci uniti e unite nella lotta. Si è ribadita quindi la necessità della solidarietà di classe, la solidarietà con tutti i prigionieri politici e il fronte unito fra le lotte, di fronte alla guerra, interna ed esterna, a cui paesi imperialisti come il nostro, con il governo fascista Meloni, ci stanno portando.
La risposta dei detenuti si è fatta sentire subito e forte. Dopo aver lanciato loro stessi slogan in solidarietà alla Palestina "Palestina libera, Palestina vincerà, Palestina araba", hanno cominciato a denunciare quanto succede lì dentro, le violenze e gli abusi, chiedendo se tra noi ci fosse un garante, e guardandosi bene dal gridare quando si interrompevano i nostri interventi al microfono per non essere individuati dalle guardie. "Neanche possiamo parlare" hanno aggiunto.
Diversi manifestanti sono stati identificati sia prima che dopo il presidio, che si è concluso rilanciando la manifestazione nazionale unitaria per la Palestina il 30 novembre.
Segue rassegna stampa:
https://www.instagram.com/reel/DCMw7o8CtYl/?utm_source=ig_web_copy_link&igsh=MzRlODBiNWFlZA==
https://www.ternitoday.it/attualita/terni-presidio-anan-yaeesh-carcere-2024.html
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