martedì 28 novembre 2023

pc 28 novembre - Genova. sciopero e blocco totale al porto - info solidale


È iniziato alla mezzanotte di ieri lunedì 27 novembre lo sciopero di 48 ore indetto dalla USB sulle banchine di Genova gestite dalla GNV/MSC, la compagnia multinazionale del traffico marittimo con sede a Ginevra.

Alla base della protesta la richiesta dei lavoratori di superare l’utilizzo del contratto part time per i portuali delle banchine ed estendere a tutti il contratto a tempo indeterminato.


Una richiesta sensata e in linea con l’idea, quella dei camalli, di un’organizzazione del lavoro che non subordina il lavoro operaio alla logica del massimo profitto.

Sulle banchine, complice un accordo sindacale sottoscritto da CGIL, CISL, UIL che non hanno iscritti in GNV/MSC, la compagnia armatoriale applica un doppio standard contrattuale per le medesime attività, che divide i portuali in operatori a tempo pieno e a tempo parziale.

Sotto il regime part time sono collocati ben il 40% dei lavoratori operativi, sono lavoratori fondamentali tant’è che il 70% di loro è impiegato nelle attività cuore del terminal GNV.

I part time sono lavoratori in forza da più di 5 anni, impiegati nelle fasce di turno serali e notturne dove c’è il massimo afflusso delle merci, le cui paghe però sono minori e minori i contributi previdenziali e pensionistici.

I volumi di traffico sulle banchine, negli anni sono cresciuti assieme ai profitti accumulati da GNV/MSC.

La compagnia con sede a Ginevra ,guidata da Aponte, ha incassato complessivamente oltre 15 miliardi di utili, distribuendo oltre 3 miliardi fra gli azionisti. Ai produttori di questa ricchezza ossia agli oltre 180 mila dipendenti, tra cui i portuali di Genova non è arrivato nulla .

La condizione attuale e futura di questi lavoratori, pesa come un macigno su tutti i lavoratori portuali, per questo dalle 23.59 di ieri sera nessun portuale è presente nel terminal, le sole presenze sono ai presidi sindacali che ruoteranno sui tre turni all’ingresso e uscita merci.

La richiesta di USB è quella di aprire un tavolo contrattuale per estendere il lavoro a tempo indeterminato ai lavoratori interessati, superando le odiose disparità economiche, normative e previdenziali, ridando dignità al lavoro dei portuali e al porto cuore operaio e produttivo di Genova.

I lavoratori e l’USB chiedono che l’Autorità Portuale convochi GNV/MSC per avviare il tavolo di negoziale.

Il porto di Genova anche a fronte del miliardo di investimenti pubblici non può essere lasciato alla gestione unilaterale e di mercato delle multinazionali armatoriali, il porto di Genova è il cuore economico della città e la ricchezza che produce deve mettere al centro i suoi lavoratori e la città.

Giovedì 30 novembre, ore 11:00 presidio al Ministero dei Trasporti

Il 30 novembre delegazioni di lavoratori portuali da tutta Italia manifesteranno di fronte al Ministero dei Trasporti a Roma.

Il Ministro Salvini, proprio mentre si aprono le procedure per il rinnovo del contratto nazionale dei Porti, ha deciso di forza la mano annunciando la privatizzazione delle Autorità di Sistema Portuale.

Primo passo per arrivare alla svendita totale delle banchine italiane in favore delle grandi società armatoriali che già, di fatto, controllano buona parte degli scali del nostro paese.

USB Mare e Porti ha deciso di avviare un percorso di lotta a livello nazionale, iniziando con assemblee in tutti i porti, che vedrà come primo passaggio di mobilitazione un presidio di fronte al Ministero: appuntamento Giovedì 30 novembre, dalle ore 11:00.

  • No alla privatizzazione delle banchine e delle Autorità di Sistema
  • Aumenti salariali reali per tutti i lavoratori del settore
  • No all’autoproduzione, si ad una gestione pubblica dei porti
  • Turn-over e riconoscimento del lavoro portuale come usurante
  • Stabilizzazione dei lavoratori precari

da USB

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