Leggiamo dalla stampa come, nelle ultime settimane, a causa della situazione internazionale, gli apparati militari siano passati a un nuovo livello di mobilitazione: si tratta del warfighting. Come riporta un documento prodotto dallo stato maggiore della difesa «tutte le attività addestrative dovranno essere orientate al Warfighiting, uno stato di allerta che precede quello di guerra. In merito, viene disposto il rinvio di tutte le esercitazioni che non siano specificatamente indirizzate al mantenimento delle capacità operative».
Ovviamente il centro di tutto sono i poligoni sardi. Le attività a Quirra, a Teulada e a Capo Frasca sono
state intensificate. Se nella disposizione dello stato maggiore della difesa si legge che devono essere rinviate tutte le esercitazioni “superflue” è evidente che quelle che si stanno tenendo in questi giorni siano indispensabili per l’aria di guerra che si respira in questi giorni.Anche per questo domenica 16 ottobre alle ore 12 torniamo a manifestare a Capo Frasca, in una piattaforma comune con l’organizzazione corsa “Core in Fronte”, contro la Nato, contro l’uso della Sardegna e della Corsica in funzione della guerra, per un Mediterraneo di pace e per la sovranità popolare nelle nostre isole.
Inoltre tornare a manifestare è ancora più importante dopo che, pochi giorni fa, è arrivata la richiesta di archiviazione formulata dal pubblico ministero per i 5 generali, ex capi di Stato Maggiore, finiti sotto inchiesta per disastro colposo nel poligono di Teulada, appena un anno dopo l’assoluzione dei generali imputati nel processo di Lanusei.
Non possiamo permettere che in Sardegna vengano preparate le guerre che infiammeranno lo scenario internazionale. Non vogliamo essere complici del sangue che verrà versato.
Ci vediamo il 16 ottobre a Capo Frasca.
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