G8 di Genova vent'anni dopo, la docuserie di Primocanale - prima puntata: "Mi intimarono di sospendere la diretta"
A vent'anni esatti dal G8 di Genova dell'estate del 2001 Primocanale ha deciso di raccontare la sua storia, come quei fatti hanno cambiato la storia della televisione. Una docuserie in 8 puntate realizzata da Primocanale Production in onda dal 13 luglio riporta la cronaca di quei giorni che hanno sconvolto la quotidianità della vita della città. Le interviste ai protagonisti dell'epoca istituzionali dell'epoca, a chi lavorava nei media per raccontare quanto stava accadendo, ai cittadini. Un'attenta alternanza tra interviste, nuove verità e le immagini di allora. Il lavoro curato per quanto riguarda la parte giornalistica da Elisabetta Biancalani, Lorenzo Vigo regista della docuserie ed Edoardo Rossi direttore della fotografia.
GENOVA - “Mi intimarono di sospendere la diretta”. Maurizio Rossi editore di Primocanale racconta così nella prima puntata della docuserie di Primocanale cosa accadde vent’anni fa durante il G8 di Genova. Era l’estate del 2001 quando i grandi del pianeta si riunirono in città.
Genova venne blindata per quei giorni ad alta tensione. Primocanale grazie all’intuizione del suo editore stipulò mesi prima con l’allora governo Amato un contratto che la rendeva la tv ufficiale dell’evento. “Avevamo già una grande esperienza, ma quella del G8 fu l’esperienza che cambiò la storia della nostra tv - spiega ancora Rossi -. Noi dovevamo fare informazione per tutti i genovesi e per raccontare quelle giornate. La settimana del G8 prevedeva una diretta h24 senza pubblicità. Eravamo l'unica tv nel mondo che poteva usare il logo del G8".
Fu uno dei primi eventi Glocal della storia. Un evento locale che grazie ai processi di globalizzazione di diffonde a livello mondiale. Ai magazzini del cotone fu costruita la zona stampa per tutti i media nazionali e mondiali, uno spazio era dedicato anche a Primocanale. All'eterno gli schermi delle altre tv trasmettevano le immagini istituzionali della Rai. Il ruolo di Primocanale invece era quello di raccontare a Genova e ai genovesi cosa accadeva in città. "Non so se la situazione era studiata a tavolino o meno per non far vedere quanto accadeva - racconta ancora Rossi - ma tutti i giornalisti delle testate mondiali erano chiusi nella zona rossa (dove si trovavano i magazzini del cotone ndr) , noi invece avevamo le telecamere all'esterno e i nostri giornalisti e tecnici nelle strade. Ad un certo punto tutti gli altri si resero conto di cosa stavamo trasmettendo e chiesero di avere nei 500 schermi presenti ai magazzini che venissero tramesse le nostre immagini. Ricevetti chiamate da tutte le tv del mondo che volevamo comprare le nostre immagini, io decisi però di non venderle, gli dissi di usarle tranquillamente ma di lasciare il marchio di Primocanale. Mi chiamarono da New York dicendomi che c'era Primocanale in diretta".
Le immagini di Primocanale fecero il giro del pianeta, un racconto 'pulito', solo la cronaca di quello che stava accadendo. La morte di Carlo Giuliani e poi i fatti della Diaz furono tra i momenti più drammatici di quelle intense giornate del G8 genovese. "Noi già allora facevamo informazione per i cittadini, furono loro a chiamarci quando per quello che stava succedendo alla Diaz. Noi fummo i primi ad arrivare lì e riprendere le scene - spiega l'editore di Primocanale Rossi -. Non non sapevamo cosa stavamo riprendendo esattamente , solo dopo scoprimmo il fatto delle due bombe molotov". Le immagini in presa diretta di Primocanale ripresero all'interno di un sacchetto le molotov in mano ai funzionari di polizia al di fuori della scuola Diaz. La presenza di questo video porterà poi alla confessione di un agente, che ammise di aver ricevuto l'ordine di portarle davanti alla scuola.
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