32 miliardi di euro in meno per le “famiglie
consumatrici” dice l’Istat, che presuppone, quindi, che ci siano famiglie
che non “consumano”!!!
“Crescita della povertà assoluta. Nel 2020 la povertà
assoluta è in forte crescita; interessa oltre 2 milioni di famiglie, pari
al 7,7% (era al 6,4% nel 2019), e più di 5,6 milioni di individui, il 9,4% (era
al 7,7%). Lo afferma l'Istat nel rapporto annuale 2021 sulla situazione del
Paese. La condizione peggiora di più al Nord, ma nel Mezzogiorno c'è ancora
l'incidenza più alta (9,4% quella familiare), al Centro la più bassa (5,4%). Le
famiglie più colpite sono state quelle con persona di riferimento occupata; [i
cosiddetti lavoratori poveri, i working poor già citati da Marx nel
Capitale, ndr] dove c'è almeno uno straniero l'incidenza di povertà
arriva al 25,3%. Più di una persona su cinque ha avuto difficoltà a
fronteggiare impegni economici.”
"Nel 2020 – continua questo resoconto dell’Ansa - il
reddito disponibile delle famiglie consumatrici si è ridotto del 2,8% (meno 32
miliardi), quasi azzerando la crescita del biennio precedente. Ma gli
italiani si sono comportati da 'formiche': i consumi finali hanno subito una
caduta di dimensioni molto più ampie (meno 10,9%) e mai registrate dal
dopoguerra" e la propensione al risparmio è salita dall'8,1 al
15,8%.”
La “propensione al risparmio” è un di quelle frasi usate deliberatamente per ingannare chi legge, con la quale si vorrebbe dare ad intendere da un lato che chi non ha soldi decide di non spendere perché vuole “risparmiare”; mentre in realtà l’Istat si riferisce a chi ha i soldi, ma momentaneamente non li può o non li vuole spendere perché non lo ritiene profittevole e quindi li tiene sul conto corrente! Questo è il linguaggio preferito da politici, “economisti” ed “esperti” di vario genere, tutti al servizio della borghesia e del suo sistema che conferma ad ogni passo la sua natura disumana.
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