sabato 5 settembre 2020

pc 5 settembre - PERCHE' VOTARE NO AL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI

Il 20 e 21 settembre si vota anche per il referendum sul taglio dei parlamentari.
La propaganda del M5S e degli altri partiti al governo e in parlamento sostenitori del taglio punta a creare artatamente un appoggio popolare, giocando sul sentimento contro costi e privilegi enormi e a vita dei parlamentari, ancora più inaccettabili a fronte dell'impoverimento crescente delle masse, contro l'uso di buona parte dei parlamentari delle poltrone per non fare nulla, o muoversi solo per i propri e dei loro amici interessi, ecc.
Ma ciò he con questa riduzione del numero dei parlamentari si vuole portare avanti, in maniera trasversale, da destra come da centro-sinistra, è una riforma in senso profondamente antidemocratico, un passo verso il moderno fascismo. 

Come abbiamo scritto dal primo momento nel giornale proletari comunisti, il taglio dei parlamentari lungi dall’essere un attacco alla casta, ai costi della politica, ne è una vera esaltazione, riducendo il numero dei parlamentari l’effetto immediato è meno parlamentari che però contano molto di più, pochi che decidono per tutti, una casta ancora più casta più ristretta ma più lontana dalla realtà di
vita dei proletari e delle masse popolari, che ha nelle mani molti più soldi e leve finanziarie, molto più potere reale, mentre si riduce la platea degli eletti e in generale anche degli elettori.
Quindi è una riforma pro casta e antidemocratica che va esattamente nella direzione di Salvini e Renzi, perchè aumenta il peso e la possibilità di maggioranze anche assolute del primo partito.
A parlamenti ancora più saldamente nelle mani del partito di maggioranza, corrispondono governi più forti e dittatoriali che hanno meno ostacoli nel far passare leggi e decreti. Per di più, evidentemente, questo tipo di situazioni riduce enormemente le possibilità di liste democratiche minori di entrare nel parlamento.
Quindi, la riduzione del numero dei parlamentari è una riforma reazionaria che va denunciata e combattuta...
Nel sistema borghese più si rafforzano i poteri dei governi e si rende difficile rimuoverli, più aumenta la loro capacità di essere “comitati d’affari della classe dominante”...
Un parlamento debole e delegittimato favorisce inoltre - come denunciano anche giornalisti democratici - l’assalto presidenzialista, che già si avvia a firma del duo Salvini-Meloni.
Questo taglio è parte dell'attacco alla Costituzione in senso reazionario, per attaccare quegli aspetti di democrazia che volevano aprire il parlamento ad una maggiore rappresentanza popolare. 

Ma è in primis agli operai che ci rivolgiamo, perchè non cadano nell'inganno.
Pensate, operai, se domani (e questo non è affatto detto che non accadrà tra breve) il governo, coll'accordo dei padroni e dei sindacati collaborazionisti, facesse una legge per tagliare il numero (già molto basso, tra l'altro) dei delegati nelle RSU. Sarebbe una legge a favore o contro gli operai?
Certo, sappiamo che buona parte degli attuali delegati, per il sistema blindato di votazione e il controllo dei vertici sindacali, nonchè per un bastardo opportunismo degli stessi delegati, per cui una volta eletti invece di fare di più usano il loro ruolo per lavorare di meno, mettersi in permesso sindacale, fregarsene di rappresentare i lavoratori, ecc.. Sappiamo bene tutto questo.
Ma lo scopo per cui governo, padroni, vertici sindacali taglierebbero il numero dei delegati sarebbe per difendere meglio gli operai o meno?
Col taglio, rimarrebbero i buoni delegati, quelli che si fanno il "mazzo", che rischiano anche personalmente, o i lecchini del padrone e dei capi?
Ogni operaio può ben capire che lo scopo sarebbe di avere meno delegati che "rompono le scatole" a
padroni e capi, meno delegati ma più sotto controllo delle segreterie sindacali, i cosiddetti "fidati" che non rispondono ai lavoratori che li hanno eletti, che non agiscono secondo la loro coscienza, ma che rispondono solo ai loro "padrini". Quindi lo scopo sarebbe ancor meno democrazia sindacale!
Con meno delegati e più controllati dai vertici sindacali, passerebbero più facilmente accordi nazionali e aziendali sempre più di peggioramento per i lavoratori.
I delegati ridotti diventerebbero veramente solo una "casta", lontani dalla condizione e problemi dei lavoratori.
Ecco, se guardiamo in questa ottica il taglio dei parlamentari - anch'essi frutto non di una invenzione a tavolino, ma essenzialmente della forza delle masse popolari e delle loro rappresentanze politiche dopo la Resistenza - capiamo perchè il taglio è una controriforma, che usa il danno (costi dei parlamentari, loro ruolo di "scaldapoltrone" o, peggio, di fare e approvare leggi contro lavoratori e popolazioni) che oggi gli stessi che plaudono al taglio dei parlamentari hanno fatto in tutti questi decenni, per dare la beffa a parole e un nuovo fondamentale passaggio verso la cancellazione di ogni residuo di democrazia, sia pur borghese.   

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