mercoledì 2 settembre 2020

pc 2 settembre - Usa. Un altro afroamericano ucciso dalla polizia, a Los Angeles


Ancora un afroamericano ucciso dalla polizia in circostanze assai poco chiare. Persino nella versione della polizia, che ha fornito fin qui due ricostruzioni molto diverse.
Gli agenti della contea di Los Angeles – la tristemente famosa Lapd – hanno sparato e ucciso un uomo di colore lunedì.
Sia la linea temporale della polizia che un video postato sui social media che cattura parte dell’incidente non sono chiari.
Il video – postato su Instagram stories e ripostato su Twitter – ritrae un uomo, poi identificato nei notiziari come Dijon Kizzee, in fuga da agenti di polizia con in
mano quello che sembrava essere un pacco di vestiti.
Il video poi salta per mostrare due agenti di polizia sul marciapiede con le pistole puntate, e un uomo a terra dopo essere stato colpito.
Il Los Angeles Times ha riferito che l’uomo era in bicicletta, ma è stato fermato per violazione del codice della strada. Questo accadeva intorno alle 15:16 circa, vicino a West 109th Place e South Budlong Avenue.
L’ufficio dello sceriffo ha detto su Twitter che “è scoppiata una rissa tra il sospetto e i vice. Il sospetto ha tirato fuori una pistola” e poi i vice gli hanno sparato. “La pistola del sospetto è stata recuperata“, hanno aggiunto gli sceriffi. “Il sospetto è stato dichiarato deceduto sulla scena del crimine“.

Ma il tenente Brandon Dean, del dipartimento, ha detto alla CBS-LA che l’uomo ha lasciato cadere una pistola, e che i vice gli hanno sparato.
Il nostro sospetto teneva in mano alcuni capi d’abbigliamento, ha dato un pugno in faccia a uno degli agenti e poi ha lascito cadere gli oggetti nelle sue mani“, ha detto Dean alla centrale. “I vice hanno notato che all’interno dei vestiti che gli erano caduti c’era una pistola nera semiautomatica, e in quel momento si è verificato uno sparo da parte di un vice“.
Dean ha aggiunto: “Dateci il tempo di condurre le nostre indagini, tireremo fuori tutti i fatti del caso e alla fine li presenteremo“.
Chiaro che se c’era una pistola, ma era stata buttata via, non c’era alcun “pericolo” che potesse venir usata dal “sospetto”.
Il “nodo” di Los Angeles del movimento Black Lives Matter ha chiesto di protestare sul luogo dell’incidente, e decine di persone hanno risposto.
La co-fondatrice Malina Abdullah si è rivolta alla folla esortando tutti i presenti a cantare il nome di Kizzee. Ha detto: “Gli hanno rubato la vita, assassineranno il suo personaggio e cercheranno di criminalizzare questa comunità“.
Nel frattempo, in altre città dove le manifestazioni hanno assunto ormai un “tono” molto militante, i gruppi antifascisti raccomandano di indossare giubbotti anti proiettile e armarsi almeno di taser o bastoni.
I “simpatizzanti di Trump”, infatti, girano ormai sugli Humvee (suv Hammer “corazzati”, come quelli in uso in Iraq e immortalati nei film di Hollywood), da cui scendono armati per attaccare le manifestazioni. E, dopo la “difesa d’ufficio” offerta da The Donald al killer diciassettenne di Kenosha, si sentono decisamente “arruolati” come milizia paramilitare autorizzata da Washington…

da contropiano

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