Solidarietà con i lavoratori in presidio a Palazzo San Gervasio! Case e documenti per tutti, non ghetti!
info da campagne in lotta
E’ di ieri la notizia dell’arrivo di una cisterna d’acqua per chi è in presidio, mentre sono stati consegnati due bagni chimici, ma nella migliore delle ipotesi soltanto una parte di chi è senza casa e lavora alla raccolta del pomodoro potrà accedere al campo di lavoro quando sarà pronto. La polizia ha dichiarato che nella giornata di lunedì, il centro preposto all’accoglienza degli stagionali sarebbe stato aperto, ma mancano ancora i bagni e dovranno essere fatti a tutti i tamponi: per questo i lavoratori non credono che l’apertura sia possibile a stretto giro e non vogliono muoversi.
In ogni caso, si tratta di luoghi iper-controllati e non certo piacevoli in cui vivere.
PALAZZO SAN GERVASIO (PZ), SESTO GIORNO DI PROTESTA
Prima
hanno promesso di aprire l'ex-tabacchificio nella giornata di oggi; poi
nell'incontro tenutosi in prefettura a Potenza la data
di apertura è slittata a mercoledì. E invece, nonostante le promesse,
ad ora sono stati portati solo due bagni container, ancora da montare, e
i lavori all'interno della struttura non sono ancora terminati. Oltre
al fatto che prima dell'inserimento nella struttura sarà necessario
disporre le misure sanitarie adeguate e non viene data alcuna
indicazione chiara rispetto alle tempistiche e alle modalità. I
lavoratori continuano a interpellare le istituzioni responsabili, in
primis il prefetto di Potenza e il sindaco di Palazzo San Gervasio, ma
questi continuano a temporeggiare. Le persone fuori dall'ex
tabacchificio sono determinate a portare avanti la protesta.
Su campagne in lotta facebook un video di un lavoratore che denuncia la situazione e fa appello alla
solidarietà di tutti e tutte.
Anche da Roma arriva forte e chiaro il messaggio di solidarietà ai
lavoratori che da giorni, con coraggio e determinazione, sono in
presidio a Palazzo San Gervasio perché non possono più vivere nel ghetto
e pretendono una soluzione abitativa immediata per chi ogni giorno
lavora in quel territorio.
Il Ministero della Salute, intento a
fare campagna elettorale con l’abolizione del superticket, si dimentica
di chi non ha il diritto di voto e lo lascia in balia degli eventi. Da
quando è iniziata l’emergenza coronavirus, non ha mostrato il minimo
interesse per le condizioni di chi è costretto a vivere in tende,
container, baracche affollate, centri d’accoglienza, hotspot, cpr o
carceri. I risultati sono ora sotto gli occhi di chi li vuole vedere:
all’ex pista e nel CARA di Borgo Mezzanone, ad esempio, si parla di un
vero e proprio focolaio ma le misure di prevenzione e contenimento
annunciate non sono ancora state implementate. Da Saluzzo a Palazzo San
Gervasio, chi lavora nelle campagne e si trova senza casa non è stato a
guardare ed è sceso in strada, chiedendo ancora una volta case,
documenti e protezione dalla pandemia, per sé e per la popolazione
circostante, ricevendo repressione, paternalismo e indifferenza.
La salute non può essere un privilegio, i lavoratori delle campagne sono stanchi di essere ignorati.
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