Lo Slai cobas per il sindacato di classe aderisce al 'patto d'azione'
e sottoscrive la mozione.
Il patto d'azione è
un'esigenza della lotta di classe che raccoglie le spinte di lotta
nelle fabbriche, nella logistica e nel territorio che hanno
caratterizzato con scioperi, astensioni dal lavoro e manifestazioni
la fase 1 della lotta economica contro padroni e governo dei padroni,
ed è uno strumento necessario per affrontare la Fase 2 della lotta
di classe che abbiamo d'avanti, che assume in parte forme già in
atto, ma che pone e in parte ha bisogno di nuove forme di lotta che
non possono concentrarsi sul “restare a casa”, che richiede un
conflitto aperto fatto di scioperi e manifestazioni, sia pure tenendo
conto della continuità della pandemia e della necessità di
rispettare le misure di precauzioni essenziali.
Senza questo patto
d'azione che unisca differenti forze classiste e combattive e di reale opposizione politico/sociale questa strada non potrebbe
essere percorsa.
Slai cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale
slaicobasta@gmail.com
aprile 2020
Pubblichiamo la mozione - stralci informativa della presentazione di essa da parte del SI.COBAS e le nostre nuove osservazioni/proposte materia del futuro dibattito
MOZIONE DI SINTESI DELLE DUE ASSEMBLEE NAZIONALI
Le due assemblee virtuali nazionali tenutesi giovedì 2
aprile e martedì 14 aprile, partecipate da oltre 150 persone a nome di
decine di organizzazioni politiche, sindacali e sociali, si sono
confrontate in maniera ampia e articolata sui temi
posti all’ordine del giorno con l'appello lanciato dal SI Cobas, e
partendo dalle implicazioni drammatiche dell’emergenza sanitaria ed
economica connessa alla pandemia mondiale di CoViD-19.
Questa pandemia mette a nudo la crisi rovinosa che sta
attraversando ogni aspetto del dominio capitalistico; dal processo di
impoverimento al quale ampi strati della classe lavoratrice e masse
povere stanno andando incontro (solo in Europa le
stesse fonti istituzionali prospettano 25 milioni di nuovi disoccupati e
35 milioni di persone costrette a vivere sotto la soglia di povertà) al
tentativo di governi e padroni di occultare le loro responsabilità
storiche nell’aver determinato la crisi sanitaria
globale.
Quale che sia la ricetta che i governanti europei
adotteranno nel breve-medio periodo (sia essa fondata sui Coronabond o
su un Mes riveduto e corretto, per non parlare delle altrettanto nefaste
ipotesi di recrudescenze nazionaliste e protezionistiche),
l'esito sarà sempre lo stesso: far pagare il costo di questa crisi
ancora una volta sulle spalle (e sulla pelle) dei proletari.
Questo stato di cose è foriero di grandi esplosioni di
malcontento e di protesta, e richiama la necessità di porre con forza
all'attenzione dei lavoratori e degli oppressi la necessità oggettiva e
immediata del superamento su scala internazionale
del sistema di sfruttamento capitalistico.
L'indicazione da cui partire è quella che abbiamo visto
esprimersi in queste settimane: da un lato la spinta delle proteste che
migliaia di lavoratori, anche spontaneamente sia in Italia che in altri
paesi del mondo, hanno legittimamente portato
avanti pretendendo la chiusura delle aziende non essenziali –
produttive e non – affinché la salute venisse prima dei profitti e
affinché tutti potessero “restare a casa a salario pieno”, e che ha
trovato una traduzione concreta sia nelle campagne di astensione
portate avanti da SI Cobas e Adl Cobas nella logistica (che nelle
scorse settimane si è tradotta nella definizione di accordi e Protocolli
sulla sicurezza tesi a ridurre sensibilmente le attività e a garantire
una copertura salariale prossima al 100% anche
attraverso l'anticipo di FIS e Cigs), sia nei numerosi scioperi e
azioni di protesta spontanee o promosse dalle realtà del sindacalismo di
base e di classe; dall'altro i crescenti segnali di malcontento
dell'esercito di lavoratori e lavoratrici con mille contratti
non coperti da ammortizzatori sociali, lavoratori e lavoratrici a nero,
occupati e occupate non garantiti, disoccupati e disoccupate che –
soprattutto, ma non solo, al Sud – rivendicano un salario e un reddito
per poter campare, senza cui è difficile “poter
restare a casa”.
I tantissimi contributi, che sicuramente necessiteranno
di ulteriori momenti di confronto, hanno in larghissima parte registrato
una sostanziale convergenza di contenuti, e manifestato l'urgenza e la
necessità di un'unità d'azione – dal terreno
dell'agitazione fino a quello delle iniziative di lotta – partendo
dalla condivisione di alcune rivendicazioni unificanti da diffondere nei
luoghi di lavoro e sui territori.
1. I costi della pandemia siano pagati dai padroni, a
partire da una patrimoniale del 10% sul 10% più ricco della popolazione
al fine di recuperare almeno 400 miliardi di euro;
2. Diritto di stare a casa a salario pieno fino al
termine della pandemia, per tutti i lavoratori e le lavoratrici operanti
in settori e servizi non essenziali: la nostra salute vale più dei loro
profitti;
3. Prevenzione straordinaria, con garanzia del tampone
per tutti i proletari, a partire da quelli obbligati a lavorare in
queste settimane soprattutto la popolazione sanitaria;
4. Piano di assunzione di nuovo personale sanitario:
scorrimento degli idonei e delle idonee nelle graduatorie pubbliche e
stabilizzazione dei precari e delle precarie, per garantire anche
l'abbattimento dei turni di lavoro e le ferie bloccate;
5. Immediata estensione del Reddito di Cittadinanza.
Senza vincoli e con un aumento degli importi tale da garantire a tutti
un salario e un reddito per poter campare e nella prospettiva della
riduzione drastica e generalizzata dell'orario di
lavoro a parità di salario, affinché possano "lavorare tutti e lavorare
meno";
6. Garantire la libertà di sciopero e l'agibilità
sindacale, contrastando concretamente i divieti delle questure, dei
prefetti e della Commissione di garanzia sugli scioperi: fino a quando
si lavora si ha il diritto di svolgere attività sindacale
e di scioperare;
7. Regolarizzazione e sanatoria per tutti gli immigrati, a
partire dalle migliaia di “irregolari” del settore bracciantile:
permessi di soggiorno, documenti anagrafici e riconoscimento pieno per tutti gli immigrati; garanzia di reddito e
di salario, diritto all'abitare e assistenza sanitaria; per la chiusura
dei CPR e la riapertura dei porti
8. Requisizione immediata di tutte le cliniche private,
anche oltre l'emergenza, e di tutte le strutture per ricostruire tutti i
servizi sanitari territoriali distrutti; contro la mercificazione della
salute, per un sercizio sanitario unico,
universale, efficiente e gratuito
9. Blocco immediato degli affitti e dei mutui sulla prima
casa, così come di tutte le utenze (luce, acqua, gas, internet) e
blocco a tempo indeterminato di tutte le occupazioni a scopo abitativo;
10. Sospensione delle misure restrittive - a conclusione
dell'emergenza - per reprimere scioperi, mobilitazioni e manifestazioni;
contro i Decreti-sicurezza e contro ogni ipotesi di militarizzazione
ulteriore dei territori e dei luoghi di lavoro.
11. Sospensione di qualsiasi progetto di "Autonomia
differenziata". Che si dimostra essere una penalizzazione per i
proletari ei lavoratori del Sud, che replica il fallimentare modello di
gestione regionale ed ha contribuito all’emergenza odierna;
12. Drastico taglio alle spese militari (un F35 equivale a
7113 respiratori) e alle grandi opere inutili e dannose (quali TAV,
TAP, Muos)
13. Amnistia e misure alternative per garantire la salute di tutti i detenuti e di tutte le detenute;
L'assemblea, su questi contenuti, si impegna a sostenere
le iniziative promosse dalla rete “Vogliamo Tutto” già in corso per la
settimana dal 25 aprile al 1 maggio, nonché le iniziative di lotta e di
sciopero sui luoghi di lavoro a partire da
quelle già indette da SI Cobas e Adl Cobas per il 30 aprile e il 1
maggio, assumendo l' indicazione a tutti i lavoratori di astenersi in
ogni caso dal lavoro nella giornata del 1 maggio e lavorando per
allargare il più possibile gli stati di agitazione nella
giornata del 30 aprile.
Sulla base di questa piattaforma unitaria le realtà
partecipanti si impegnano a tenere un nuovo incontro in modalità
telematica nella prima settimana di maggio nel corso del quale si
discuteranno gli aspetti organizzativi necessari a funzionalizzare
e coordinare al meglio il lavoro comune.
Peppe (a nome dell'Esecutivo nazionale SI Cobas)
Cari compagni, vi invio in allegato il testo corretto della mozione fatta circolare dopo il 2 aprile, dal corretta in vista dell'assemblea del 16 e ora ulteriormente modificata alla luce delle osservazioni che ci sono pervenute.
Le uniche proposte di modifica-integrazione che ci sono arrivate dopo il 14 aprile sono state quelle di Classe contro Classe, di Campagne in Lotta e dello Slai Cobas per il sindacato di classe.
Gran parte di queste osservazioni sono essenzialmente delle specifiche su alcuni punti (sanità universale e gratuita al di là della dicotomia pubblico-privato, immigrazione, lotte operaie di queste settimane, divieti di sciopero, spese militari) che riteniamo un arricchimento di quanto finora prodotto e quindi da assumere.
I compagni dello Slai Cobas per il sindacato di classe esprimevano inoltre un dissesto sulla rivendicazione al punto 12 relativa alla richiesta della chiusura dell'Ilva. Riteniamo che, come osservato da questi compagni, effettivamente la questione non sia stata sufficientemente discussa, quindi, in attesa di un confronto più specifico nel merito, di "congelarla" e quindi non menzionarla nel testo.
Infine, Classe contro Classe (e in misura più smussata lo Slai), proponevano di dare minore centralità sul testo al tema della patrimoniale.
Su questo punto, pur chiarendo e specificando che la parola d'ordine "fare pagare la crisi ai padroni" non si riduce sic et simpliciter alla patrimoniale, come SI Cobas esprimiamo la nostra contrarietà ad annacquare la centralità di questa rivendicazione agitatoria in questa fase, fatta propria in queste settimane da migliaia di lavoratori e disoccupati e contro la quale (e non è un caso) si stanno scatenando le ire del fronte padronale e della quasi totalità delle loro marionette politico-istituzionali.
Nel testo che vi inviamo abbiamo provato ad implementare al meglio le osservazioni di cui sopra.
Specifichiamo altresì che il testo si propone non tanto di fare una sintesi dello "status quo" tra i rispettivi pezzi e organizzazioni che compongono il Patto d'azione, bensì di verificare la sua concreta praticabilità nel vivo delle lotte e dello scontro di classe....
Infine una riflessione sul metodo di lavoro assunto finora. I ritardi nell'elaborazione della mozione mettono a nudo l'estrema difficoltà a fare funzionare una rete larga facendo leva solo sulla spinta del SI Cobas, visti gli innumerevoli impegni con cui dobbiamo fare i conti. Per quanto ci riguarda, siamo noi i primi a sollecitare un maggior protagonismo degli altri "nodi" dal punto di vista organizzativo ed operativo, e ci impegniamo a porre la questione nella prossima assemblea che vi proponiamo nella settimana successiva al 1 maggio.
Saluti rossi.
Da Slai cobas per il sindacato di classe
Quando si firma un patto d'azione si considera che questo è un
terreno di una necessaria lotta anche all'interno di esso, per
affermare contenuti e forme di organizzazione che rispecchino
effettivamente gli interessi generali della lotta di classe.
Abbiamo già con
emendamenti indicato alcune modifiche all'impianto iniziale della
mozione. Qualcuna è stata accettata altre no. E' evidente che il
nostro intendimento è, all'interno dell'unità, far sentire forte e
chiara la voce dei lavoratori, precari, disoccupati, migranti perchè si vada
oltre e meglio, su alcuni punti fondamentalmente:
primo, la questione
dell'allargamento del fronte di lotta e delle
organizzazioni sindacali e rappresentanze sindacali che attualmente
sottoscrivono il patto. Su questo dobbiamo scontrarci innanzitutto apertamente con
il settarismo autoreferenziale dell'Usb nazionale, al servizio di una prassi
spesso volta alla conciliazione, con accordi, ecc.; ma
anche contro le influenze di questo orientamento esistenti in
alcune delle organizzazioni che aderiscono al patto.
secondo, sulle campagne.
Come la lotta va allargata, così le campagne vanno definite con
strutture e metodi differenti e devono guardare al di là
dell'area attuale del 'patto d'azione'. Ciò vale per la questione delle spese militari, per la
questione dell'amnistia, ecc
terzo, restano le nostre obiezioni su come è messa la questione della patrimoniale.
SLAI COBAS per il
sindacato di classe
30 aprile
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