pc 27 settembre - Operai della Bruscino e la Cgil di Landini... Una storia esemplare
OPERAI SENZA DIFESA, SINDACATI SENZA OPERAI
Una
storia esemplare. Operai e delegati iscritti alla CGIL, non si piegano
alle scelta del padrone. Il padrone li licenzia con chiaro intento
discriminatorio. I capi della CGIL dapprima affrontano la questione come
semplice licenziamento economico e poi li abbandonano al loro destino
Gli antefatti. Ai lavoratori della Bruscino l’azienda propose il
passaggio con condizioni peggiorative ad un’altra società di comodo,
continuando lo stesso lavoro. La maggioranza sotto ricatto accettò e
solo 7 rifiutarono. Bruscino allora li mise a lavorare su un nastro per
la selezione dei rifiuti che era ormai obsoleto. Infatti un anno dopo fu
dismesso e l’azienda, con motivazioni “economiche”, li licenziò. 4 dei
sette accettarono la conciliazione, poche migliaia di euro, e 3 fecero
la causa, tra cui Cordino, rsa cgil. Il sindacato non volle impugnare
l’art. 28 e la causa in primo grado è andata persa, ora si sta tenendo
l’appello.
COMUNICATO STAMPA
Venerdi 13 settembre, nell’ambito delle iniziative di festa promosse
dalla FIOM-CGIL nel parco pubblico di Pomigliano d’Arco, ho riportato
il mio caso e quello dei miei colleghi all’attenzione dei vertici
sindacali.
Sono ex RSA CGIL, licenziato nel 2016 insieme ad altri 7 operai per
rappresaglia politica. Lavoravamo in una delle aziende del gruppo
Bruscino, attivo nel settore dello smaltimento rifiuti, e abbiamo
condotto una dura battaglia per i diritti dei lavoratori, per non vedere
peggiorate le nostre condizioni economiche e contrattuali. Siamo stati
licenziati con la scusa dell’innovazione tecnologica, in realtà eravamo
una spina nel fianco del padrone che ci ha buttato fuori perché non
accettavamo di sottostare ai suoi ricatti.
Dopo il licenziamento ho più volte sollecitato l’intervento del
sindacato che in mia difesa non si è mai mobilitato. Non mi ha sostenuto
in alcuna iniziativa. Sono stato letteralmente scaricato. Eppure sono
un ex delegato della CGIL che ha lottato in nome di questo sindacato
pagandone tutte le conseguenze: la rappresaglia che ho subito è un
attacco a tutto il sindacato. Devo forse prendere atto che gli operai
che lottano non sono tenuti in stima né tutelati dai vertici della CGIL.
Perfino nell’azione legale intrapresa il sindacato si è sfilato,
anziché promuovere un’azione discriminatoria anti-sindacale verso un
gruppo di lavoratori tutti iscritti alla CGIL si è preferito portare in
tribunale il caso di un normale licenziamento collettivo.
Venerdì ho consegnato un documento che reca la mia firma nelle mani
del segretario nazionale della CGIL, Maurizio Landini, e degli esponenti
delle segreterie provinciali e regionali. Mi era stato assicurato un
intervento tempestivo per valutare quali iniziative adottare in mia
difesa e a difesa dei lavoratori che come me sono stati licenziati. Ad
oggi non ho avuto ancora riscontro. Se il caso di un delegato CGIL
licenziato per rappresaglia politica non merita alcuna attenzione da
parte del sindacato, se la vita di noi lavoratori rimasti senza salario e
senza reddito non merita alcuna attenzione, valuterò insieme ai miei
colleghi come procedere affinché la nostra battaglia non venga
dimenticata e la lotta per i nostri sacrosanti diritti trovi strumenti
più adeguati per poter essere rilanciata.
ANTONIO CORDINO, EX RSA CGIL DITTA BRUSCINO.
Venerdì [20 settembre, ndr], io Antonio Cordino ex delegato rsa
della ditta Bruscino e Sebastiano Sepe ex operaio della stessa ditta
iscritto alla Cgil, abbiamo occupato temporaneamente la sede Cgil di
Napoli per protestare contro la mancata tutela dei lavoratori da parte
del sindacato nella vicenda Bruscino.
Noi siamo stati licenziati, insieme ad altri sette, perché ci siamo
opposti al peggioramento delle nostre condizioni di lavoro e di salario
imposte dalla dirigenza aziendale.
Il nostro è stato un licenziamento per rappresaglia sindacale.
Il sindacato non ci ha sostenuti fino in fondo nella battaglia
contro Bruscino, e dopo non ha impugnato il nostro licenziamento come
discriminatorio e antisindacale.
Il risultato è che tutta la questione è stata delegata ai giudici che, in primo grado, hanno dato ragione all’azienda.
Noi avevamo già fatto sentire la nostra voce critica alla festa
della Fiom di Pomigliano, dove Landini in persona aveva promesso un
interessamento del sindacato locale. Nei giorni successivi non è
successo più niente. Da qui la protesta sulla sede della Cgil.
L’azione e stata sostenuta da un gruppo di compagni solidali fuori la sede e riportata dai giornalisti presenti.
E’ inutile nascondersi e far finta di nulla. Questi sono i fatti e
possiamo aggiungere che un sindacato che non tutela i propri iscritti e
cerca solo di salvaguardare la sua immagine ai lavoratori non serve.
Antonio Cordino ex rsa Cgil ditta Bruscino
Sebastiano Sepe ex operaio Cgil ditta Bruscino
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