martedì 24 settembre 2019

pc 24 settembre - L'accordo di Malta: altro che "porti aperti", in fondo è la rinegoziazione del regolamento di Dublino che voleva pure Salvini

L'Europa imperialista non vuole il soccorso in mare ma attua la politica del contrasto all'immigrazione/gestione dei flussi. 
In Italia nuovo governo dei padroni si muove sulla linea di quello precedente fascio-populista. Il capo del governo, Conte: “ vi posso assicurare che la guardia costiera libica, supportata dal nostro intervento, ogni giorno contiene centinaia di migranti”.  Per la ministra Lamorgese "la guardia costiera libica sta lavorando benissimo" (la stessa banda di aguzzini che ha catturato, solamente dal 15 al 18 settembre, 493 donne, uomini e bambini che tentavano di scappare dal mare per riportarli nei lager libici e che ha sparato alla schiena, uccidendolo, un giovane sudanese catturato in mare) e conferma l'accordo con la Libia e il decreto sicurezza 1 e 2 che nega lo sbarco immediato in un porto sicuro dei naufraghi soccorsi dalle navi delle ong, e che sancisce la criminalizzazione, il sequestro e le sanzioni a chi porta i soccorsi in mare. 



I punti dell’accordo di Malta sui migranti 
internazionale
23 settembre 2019 18.15

È stato raggiunto un accordo per il ricollocamento dei migranti al vertice che si è svolto alla Valletta il 23 settembre e a cui hanno partecipato i ministri dell’interno di Francia, Germania, Italia, Finlandia e Malta. L’accordo, che per il momento coinvolge solo quattro paesi ed è una bozza, sarà discusso
con gli altri ministri dell’interno dei paesi membri dell’Unione europea il 7 e l’8 ottobre in Lussemburgo. La proposta sarà presentata dalla Finlandia, che ha la presidenza di turno dell’Unione europea. Ecco i punti dell’intesa sulla base di quello che ha dichiarato la ministra italiana Luciana Lamorgese al termine del vertice, non è circolata ancora la bozza dell’accordo.
  • I migranti che arrivano in Italia e a Malta e che sono soccorsi lungo la rotta del Mediterraneo centrale saranno redistribuiti nei diversi paesi europei nel giro di quattro settimane dall’approdo, superando il principio di paese di primo ingresso previsto dal Regolamento di Dublino. Per ora non sono stabilite quote di ricollocamento, che dipenderanno da quanti paesi aderiranno all’intesa.
  • Sarà previsto un meccanismo di rotazione volontaria dei porti di sbarco. Tuttavia se l’offerta dei porti di sbarco sarà volontaria, i porti principali rimarranno quelli italiani e maltesi.
  • I paesi europei potranno aderire all’intesa su base volontaria, ma per quelli che non aderiranno potrebbero essere previste delle sanzioni.
  • L’accordo riguarda i migranti che sono soccorsi in mare dalle organizzazioni non governative e dai mezzi militari, ma non riguarda i migranti che arrivano autonomamente e quelli che arrivano in Europa attraverso altre rotte come quella del Mediterraneo occidentale (Marocco-Spagna) e quella dell’Egeo (Turchia-Grecia).
  • La ministra dell’interno italiana Luciana Lamorgese si è detta soddisfatta dicendo che “l’Italia non è più sola e arrivare in Italia o arrivare a Malta vuol dire arrivare in Europa e su questo c’è ampia condivisione da parte di tutti”. La ministra ha confermato che rimarrà in piedi l’accordo che l’Italia ha sottoscritto con la Libia nel febbraio 2017 che prevede il finanziamento e l’addestramento della cosiddetta guardia costiera libica, un corpo formato da ex miliziani ed ex trafficanti che è stato accusato da diversi rapporti internazionali di aver violato i diritti umani e che solo qualche giorno fa è stato accusato di aver ucciso un rifugiato sudanese, intercettato in mare e riportato indietro a Tripoli.

A Malta l’Italia del Gattopardo
PORTI ANCORA CHIUSI E STRETTA SUL TRAFFICO DI MIGRANTI. OCEAN VIKING ANCORA CON 182 PERSONE A BORDO NEL PORTO DI MESSINA DOPO IL VERTICE DI MALTA DI IERI. GOVERNO SODDISFATTO MA LA SOSTANZA NON CAMBIA LA GESTIONE FLUSSI
24 Settembre 2019
mediterraneo.it
di Mauro Seminara

L’incontro tra i ministri dell’Interno di ieri è stato presentato come un primo importante passo europeo sulle politiche inerenti la materia dei flussi migratori. In realtà, l’unico grande passo compiuto ieri dall’Italia è stato quello di non aver dovuto leggere trenta tweet orari di pura propaganda su un vertice con cui il precedente ministro dell’Interno italiano avrebbe lanciato per far intendere intenso lavoro da protettore della Patria e dei suoi confini. Luciana Lamorgese è assente dai social e laconica nella comunicazione con l’esterno. Il Viminale non ha fatto grandi annunci ed il profilo è rimasto basso malgrado il tema sia quello che in Italia fa oggi maggiore audience.

Il cambiamento con la politica in vigore fino a poche settimane fa è impercettibile. In sostanza, pare che l’unica variazione riguardi la pre-redistribuzione, in semiautomatismo, di un determinato tipo di migranti in altri Stati membri. Un sistema vigente già prima, ma che finalmente si metterà in atto senza dover incorrere in assurdi sequestri di migranti a bordo di navi alle quali non viene concesso il “place of safety”. Circostanza che si è verificata per un anno e due mesi ed anche a scapito di navi della Guardia Costiera italiana. La disponibilità europea c’era già prima per un simile, semplicissimo, meccanismo. L’Italia non era però interessata all’accordo. Forse perché più duravano i sequestri delle navi dovuti alla negazione del porto sicuro e tanto più salivano i consensi di un determinato partito nei sondaggi.

I richiedenti asilo, o comunque chi ha diritto di accedere a forme di protezione internazionale, avrà certamente redistribuzione ed accoglienza. Ma il nodo da sciogliere rimane e riguarda l’obbligo di soccorso e successivo porto sicuro nel Mediterraneo centrale. Il “porto sicuro più vicino” è stato sostituito dal “porto sicuro di turno”, eccezione alle linee guida dei trattati internazionali che, anche convalidando l’accordo con la ratifica al Consiglio europeo, appare come una violazione delle leggi internazionali. Le Ong, nelle dichiarazioni generali del presidente del Consiglio e di vari esponenti della maggioranza, non sembrano divenute nuovamente benvenute. Le missioni di soccorso non è dato sapere da chi verranno svolte. Permane, come da ultime dichiarazioni del presidente Conte, la fiducia e la collaborazione con la sedicente guardia costiera libica e con annesse partecipazioni militari italiane.

La Ocean Viking nel frattempo, malgrado l’annuncio di porto sicuro assegnatole la sera prima del vertice di Malta, questa mattina aveva ancora a bordo le 182 persone soccorse tra il 17 ed il 18 settembre. Alla fine, come previsto la mattina di vigilia dell’importante vertice dei ministri dell’Interno a La Valletta, la nave Ong ha dovuto attendere l’esito del tavolo maltese ed anche oltre. La nave era comunque arrivata già ieri sera nel porto siciliano di Messina ma le operazioni di sbarco hanno avuto inizio soltanto intorno alle 11 di oggi. A bordo, che guardavano il porto e la città europea in cui si accingevano a toccare terra, fino a questa mattina c’erano 129 uomini, 13 donne, 40 minori non accompagnati, 29 minori con almeno un familiare, una donna in stato di gravidanza accertata e 6 neonati. Persone che attendevano da otto giorni di sbarcare e procedere con il loro cammino dopo aver ricevuto le prime cure. I porti quindi non sono adesso definibili letteralmente “aperti” e la stretta che il Governo pretenderà dagli apparati interni e dagli alleati all’estero sarà di probabile ulteriore chiusura, con i rischi e le conseguenze che una simile condotta potrà comportare.

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