martedì 24 settembre 2019

pc 24 settembre - Con gli operai in lotta della Whirlpool - nessun posto di lavoro deve essere perso

Whirlpool, Napoli: una commedia sulla pelle dei lavoratori


Tutti erano a conoscenza e informati da quasi un anno sulle intenzioni e gli orientamenti aziendali della Whirlpool  di vendere lo stabilimento di Napoli a Prs, società svizzera-cinese che ha un capitale di appena 152 mila euro. Lo ha confermato oggi in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, Rodolphe Schmid, presidente di Prs-Passive Refrigeration Solutions Sa, la società svizzera che produce container refrigeranti  a cui Whirlpool ha deciso di vendere la fabbrica di via Argine.  “Alla fine del 2018 tramite alcuni uffici italiani a noi vicini, siamo venuti a conoscenza delle difficoltà di Whirlpool a Napoli e quindi abbiamo loro proposto la nostra tecnologia, dando la disponibilità a produrre i container refrigeranti in Campania – sottolinea Schmid –  Ci siamo presentati con i vertici Usa di Whirlpool e dopo qualche mese abbiamo siglato un protocollo d’intesa di massima per
l’acquisto dello stabilimento per effettuare la reindustrializzazione”. E non solo. “Ci siamo già presentati al sindaco di Napoli Luigi de Magistris –afferma Schmid –  Mercoledì scorso il nostro amministratore delegato, Alberto Ghiraldi, è stato ricevuto in Municipio da de Magistris a cui ha spiegato cosa vogliamo fare ed è stato accolto benissimo e il sindaco ha apprezzato”. Il presidente Prs mette le mani avanti sul mantenimento dei livelli occupazionali  precisando  l’impegno a garantire solo 300 posti di lavoro su 420. E prima di avviare la nuova produzione dei container refrigeranti saranno necessari almeno due anni per la riconversione  degli impianti”.

Dunque, il piano per il sito industriale ubicato nella zona orientale di Napoli era al centro delle discussioni da molto tempo. Informati da tempo anche i sindacati.  “I sindacati nazionali sono sempre stati informati sull’attuazione del piano industriale Italia 2019-2021 di Whirpool Emea, da mesi ci stiamo incontrando per definire dettagli. Dobbiamo gestire circa 800 esuberi” – confidò al Desk.it lo scorso 1 giugno  un senior manager della multinazionale americana – Per quanto riguarda il sito di Napoli, da mesi i sindacati nazionali erano a conoscenza che Whirpool intendeva procedere alla riconversione delle attività, alla cessione  del ramo d’azienda a una società affidabile in grado di garantire la continuità dello stabilimento, garantendo in parte i livelli occupazionali. Abbiamo provveduto ad attivare le procedure per la cessione del ramo aziendale e a breve è prevista la riunione congiunta  presso gli organismi competenti. Nei prossimi giorni, la Whirlpool  con le organizzazioni sindacali, le istituzioni locali e nazionali lavorerà per definire tutti i dettagli  della riconversione e fornirà anche il nome della società interessata al ramo aziendale del sito partenopeo”.
Una commedia sulla pelle dei 420 lavoratori e lavoratrici che versano in particolari condizioni economiche e familiari. Alcuni di loro, tra l’altro,  non sono più in grado di pagare le rate del e rischiano di consegnare le chiavi di casa alla banche. E la commedia continua. Aumentano gli attori protagonisti.  Nelle ultime ore si è svolta una riunione tra il ministro dello sviluppo Stefano Patuanelli e i vertiti di di Whirlpool. Alla fine dell’incontro sono state fornite due versioni diverse.  L’amministratore delegato di Whirlpool Italia, Luigi La Morgia, uscendo dal ministero ha confermato la procedura di vendita del ramo d’azienda alla società Prs. “Abbiamo aperto una procedura di consultazione, l’atto di vendita sarà sequenziale alla procedura di consultazione, anche da un punto di vista prettamente legale”. Sui numeri dei lavoratori (attualmente sono 410) che manterranno il loro posto in fabbrica non ha voluto parlare, spiegando: “parleremo con i sindacati e con Prs”.  “Il ministro Stefano Patuanelli ha preso atto della nostra posizione, noi abbiamo ribadito quello che avevamo già detto: l’opzione di riconversione è l’unica che permette di garantire i massimi livelli occupazionali sul sito di Napoli”, ribadisce La Morgia.  Le parole di La Morgia non vengono smentite ufficialmente dal ministro. Secondo un’agenzia di stampa fonti del ministero dello Sviluppo economico riferiscono  che “non è stato un incontro costruttivo”. Rimangono solo indiscrezioni. Il ministro quando assumerà una posizione ufficiale sull’esito della riunione? Troppa ambiguità alimentano solo tensioni.
Fonte: Il Desk.it

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