Caro Operai Contro,
Salvini politicamente nato e cresciuto passando da una poltrona
all’altra, o per la Lega o in qualche ruolo istituzionale (vedi sotto),
accusa i suoi avversari di pensare solo alla poltrona, di agire in base
al loro tornaconto, nell’occupare poltrone della politica. Proprio lui,
l’indiscusso re dei poltronari, sovrano del razzismo, ideatore delle
norme antioperaie promulgate dal 1° governo Conte. Da decenni ingrassa
pasciuto su poltrone e sofà della politica dei padroni. Ogni giorno con
le sue dirette facebook, prontamente riprese dalle televisioni, si
palesa come il novello integerrimo politico, disinteressato alle
poltrone, mentre a vario titolo le occupa dal 1993, ben 26 anni! Accusa
di essere legati alla poltrona i partiti di governo Pd e 5 Stelle: “Di
Maio ministro vinavil incollato alla poltrona”, così ha bollato il capo
dei 5 Stelle.
Iscritto fin da giovane alla Lega, Salvini imparò proprio dai suoi capi a
non lavorare e vivere con i soldi delle “donazioni” dei padroni, in
cambio di favori in politica. Infatti nel 1993 quando Salvini aveva 20
anni, Bossi ,allora caporione della Lega, interrogato sotto processo dal
magistrato Di Pietro confermò che la Lega aveva preso illegalmente 200
milioni di lire da Montedison.
E proprio nel 1993 a 20 anni, Salvini inizia la collezione delle sue
poltrone, occupando per la Lega quella di consigliere comunale di
Milano. Nel ’97 si candida capolista dei “comunisti” padani per il
parlamento Padano. Nel ’98 viene eletto ed occupa quella di segretario
provinciale della Lega Nord.
Sempre affamato di poltrone nel 2004 si candida al parlamento europeo.
Nel 2006 viene eletto ed occupa quella di capogruppo per la Lega, al
consiglio comunale di Milano.
Nel 2008 viene eletto alla camera e nel 2009 al parlamento europeo di
Strasburgo. Non potendo strafogarsi di 2 poltrone per volta, si dimette
da deputato in Italia.
Doppia poltrona anche nel 2013, lascia quella di deputato per mantenere quella di Bruxelles.
Nel 2014 si candida ancora alle elezioni europee come capolista della
Lega. Nel 2016 occupa la poltrona di consigliere comunale di Milano per
il 13esimo anno di fila.
Il 2018 è l’anno delle 3 poltrone. Due è costretto a lasciarle. Si tiene
quella di senatore in Calabria, lascia la poltrona di Bruxelles e
quella di consigliere comunale a Milano.
Dal giugno del 2018 al 5 settembre 2019, con il 1° governo Conte riveste
la carica di ministro degli interni e di vice primo ministro. Per non
perdere le occasioni, partecipa alle commissioni parlamentari di
trasporti, poste, telecomunicazioni. Detiene anche la poltrona di
segretario generale della Lega, in carica dal dicembre 2013.
Il suo attaccamento alla poltrona si è platealmente riconfermato
nell’agosto 2019, quando decretò la fine del governo Conte senza
dimettersi dalla carica, né lui né gli altri 5 ministri della Lega.
Dovettero strappargli la poltrona da sotto il culo.
Da ministro degli interni del governo Conte ha saltato l’85% dei vertici
europei. In Europa e stato assente a 6 incontri internazionali su 7.
Bentivogli, segretario generale della Fim, lo definì “il più grande
assenteista di Bruxelles”. Fu querelato dallo stesso Salvini, ma venne
poi assolto per aver detto il vero. Ha partecipato solo al 18% delle
sedute della commissione europea di cui faceva parte come eurodeputato.
Salvini per sua scelta non è mai andato a lavorare, perché ha scelto di
rendere difficile la vita degli strati più poveri e disagiati della
società, con la propaganda sempre, e ogni volta che ha potuto con i
fatti: ordinanze, decreti, leggi sulla sicurezza. Arrivato al ministero
degli interni del 1° governo Conte, con la complicità di altre fasce di
piccola e media borghesia al governo e talvolta anche dall’opposizione,
ha imposto norme antioperaie che nessun governo aveva mai osato dal
dopoguerra ad oggi.
Non ha mai timbrato il cartellino in vita sua, come viene anche
ufficialmente confermato dal tribunale di Bergamo che ha assolto il
giornalista Davide Vecchi, il quale aveva sostenuto che “Salvini non ha
mai lavorato un giorno nella sua vita”. Il giudice ha sentenziato: “si
può dire”. Una sentenza che equivale al conferimento Onoris Causa al
fancazzista Salvini, capo della Lega.
Questo è il personaggio che si spaccia per lavoratore instancabile,
questo è il personaggio che accusa i suoi avversari di essere attaccati
alla poltrona, proprio lui che ha trascorso la vita passando da una
poltrona all’altra. La sua fortuna e che gli avversari non hanno il
fisico per sbattergli in faccia la storia ventennale di poltronaro, la
finirebbe con i suoi face book con gli occhi pallati.
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